«Non siamo quelli dell’ostruzionismo, Calcinaro non ci ha rispettato»

FERMO - Il segretario cittadino del Partito Democratico Alessandro Iagatti: «Rivendichiamo dunque con determinazione il nostro ruolo, quello di un’opposizione coerente, vigile e ancorata ai valori del progresso e della giustizia sociale»

«L’annuncio ufficiale della candidatura del sindaco Paolo Calcinaro al fianco della destra marchigiana, in appoggio al presidente uscente Francesco Acquaroli, non stupisce. Considerate molte delle scelte – o delle non-scelte – compiute in questi anni, la vera domanda non era “se”, ma “quando” sarebbe giunta la conferma definitiva. Ora che l’adesione è esplicita, ogni ambiguità si dissolve.
Nulla di illegittimo, sia chiaro. Tuttavia, come spesso accade, si è scivolati nella solita polemica populista e nella ricerca di un nemico da colpire. L’annuncio è stato infatti accompagnato dal consueto, stucchevole attacco al Partito Democratico, accusato di essere stato “costantemente contro” in questi anni». A dirlo è il segretario del Partito Democratico di Fermo Alessandro Iagatti che replica alle critiche del primo cittadino Paolo Calcinaro.

«Un attacco che è poi proseguito dopo un atto vandalico che ha rovinato il manifesto elettorale del sindaco – prosegue Iagatti – un gesto da condannare, di fronte al quale esprimiamo la nostra solidarietà. Ma anche in questo caso, chiamare in causa il PD, senza alcun motivo, rappresenta una totale mancanza di rispetto verso una forza politica, i suoi militanti e i suoi elettori.
Ma essere opposizione non significa fare ostruzionismo, anche se sappiamo che a certa destra l’opposizione non piace anche quando viene esercitata responsabilmente. Al contrario, il Partito e le altre forze progressiste, insieme ai consiglieri comunali, hanno svolto con rigore e senso delle istituzioni il proprio ruolo, avanzando proposte, orientamenti e azioni politiche concrete, che l’Amministrazione spesso ha ignorato o respinto.
Proprio recentemente a Fermo il Consiglio comunale ha approvato una mozione per garantire l’applicazione della legge 194, presentata dal gruppo, recentemente fuoriuscito dalla maggioranza, de “La Città che vogliamo”, assieme a noi ed a tutte le opposizioni progressiste. Un passaggio politico netto, un’affermazione dei diritti che ha costretto il Sindaco ad uscire dal silenzio.
Ma la politica, se vuole ancora dirsi tale, è fatta di coerenza, prospettiva e solidità istituzionale, non solo di eterna ricerca del consenso, tattiche elettorali o retoriche prefabbricate. La decisione di Calcinaro conferma quanto il Partito Democratico di Fermo ha sempre sostenuto con chiarezza, e cioè che il cosiddetto “civismo” calcinariano, per anni presentato come un’alternativa ai partiti, si è progressivamente accasato laddove credeva di poter sopravvivere, nel campo della destra, fino a confluire apertamente in esso. Anche per questo, oggi, Fermo resta priva di una chiara identità. Non sappiamo se si voglia fare di questa città un polo turistico, produttivo, dei servizi, culturale o altro. La confusione programmatica è diventata smarrimento strategico».

«Rivendichiamo dunque con determinazione il nostro ruolo – continua il segretario dem -, quello di un’opposizione coerente, vigile e ancorata ai valori del progresso e della giustizia sociale. Un’opposizione a un’amministrazione che ha scelto, passo dopo passo, di isolarsi da ogni dialogo con le forze progressiste e con tutto il territorio della provincia, fino a sostenere un presidente regionale che – lo ricordiamo – ha preso parte a una cena commemorativa della marcia su Roma, una delle pagine più oscure della nostra nazione.
Il quadro regionale, peraltro, è segnato da un bilancio disastroso. La sanità pubblica è stata ridotta a brandelli, le aree interne – compresa la nostra – sistematicamente abbandonate, la piccola impresa messa in crisi, i servizi educativi e sociosanitari impoveriti, la competitività del sistema produttivo in caduta libera, il potere d’acquisto dei salari eroso. In questo scenario, sentire pronunciare lo slogan “Mai più Fermo ultima provincia” proprio da chi ha guidato la città per due mandati e ha presieduto la Conferenza dei sindaci, suona paradossale. Un ribaltamento della realtà quando a evocare il riscatto è proprio chi ha avuto nelle proprie mani la possibilità di costruirlo.
Il Partito Democratico di Fermo, con l’eccellente lavoro dei suoi consiglieri e tutti i suoi militanti, continuerà a lavorare collettivamente per costruire un’alternativa credibile e coraggiosa, fondata sulla giustizia sociale, la democrazia costituzionale, la dignità del lavoro e dei territori. Lo farà con apertura e senza ambiguità».


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