di Silvia Remoli
SERVIGLIANO – Premesso che recensire concerti dal vivo non è proprio un mestiere di cui lamentarsi, l’appuntamento di ieri sera con il NoSound Fest è stato particolarmente piacevole.
A conferire un gusto dolce al mio lavoro è stato anzitutto Servigliano, un borgo tranquillo, da cartolina, che d’estate si ravviva e si colora, grazie al fitto calendario di eventi che anima il centro storico di gente proveniente da ogni dove: infatti, mentre attendo al bancone del bar il mio fresco ‘Flaminio’ (la bella copia, o meglio, la buona copia, del noto ‘Caffè del nonno’, per capirci), riesco a riconoscere tanti accenti diversi, dall’Umbria, dalla Toscana, dalla Romagna, dall’Abruzzo…tutti qui per godersi la tappa marchigiana del ‘Calmocobra Live Estate 2025’ di Tananai.
Ma non è stata solo l’accoglienza delicata del borgo a rendere meno faticoso il mio impegno lavorativo: sul palco, oltre al trentenne cantautore meneghino, ha suonato uno dei miei amici, di quelli legati alla spensieratezza dell’infanzia e alle ambizioni dell’adolescenza, quando si frequentava il conservatorio ‘Pergolesi’ sognando di diventare i nuovi ‘Police’. E proprio come Sting, anche Lucio Enrico Fasino, fermano doc, prima ha studiato contrabbasso e poi ha imbracciato un basso elettrico, per poter accompagnare numerosi cantanti contemporanei (Patty Pravo, Biagio Antonacci, Emma Marrone, e tanti altri). Lucio è anche autore, insegnante, producer, … e molto altro ancora ma, tornando al mio dovere, in particolare ieri sera il suo ‘quattro corde’ ha brillato.
Mi scuso per la digressione dallo stampo un po’ personale e forse campanilistico, ma rientra pur sempre nel dovere di cronaca citare con orgoglio un mio coetaneo e concittadino che ha creduto così tenacemente nella ‘seconda arte’ da costruirci sopra una carriera.
Tornando al protagonista di ieri, c’è da dire che Tananai ha proprio messo d’accordo tutti: «Brillante, divertente e coinvolgente» dice una mamma, «Ci piacciono tutti i suoi brani e soprattutto il modo in cui li interpreta», aggiungono i suoi figli. Lui, in riposta, elogia i papà che tenevano in spalla le seguaci più piccole: «Io non ho figli, ma voi mi sembrate degli eroi, quindi non potete spezzarvi la schiena tutto il tempo, che solo a vedervi fa già male a me! Vi prego, fateli venire qui davanti, se lo meritano!», chiede compassionevole Alberto Cotta Ramusino (questo il vero nome dell’artista).
«Impossibile non cantare i suoi pezzi: ne ha uno per ogni stato d’animo!», grida una ragazza impaziente di ascoltarlo. E non si può darle torto, visto che la scaletta di ieri è stata un viaggio tra elettropop e melodie romantiche: è partito in quarta con ‘Booster’ ed ha salutato il pubblico con ‘Abissale’, passando per ‘Ragni’, ‘Alibi’, ‘Bella Madonnina’ e l’ immancabile ‘Tango’.
«Ho tantissimi amici nelle Marche, sono davvero molto legato a questi posti, ho regalato più accrediti qui a Servigliano che al mio concerto a Milano!», dice sorridendo mentre viene ricambiato dall’affetto del pubblico, alcuni mostrando cartelloni con dediche, altri indossando le maglie dell’Inter, sua squadra del cuore (per la quale suonò l’anno scorso a San Siro per la festa del ventesimo scudetto). Che fosse pratico del nostro territorio lo aveva già dimostrato al Jova Beach Party, che lo vide tra gli ospiti, insieme a Valentino Rossi, della tappa di Lido di Fermo dell’edizione 2022.
«E allora torna presto!» il coro all’unisono dei fan che a fine serata hanno lasciato soddisfatti il Parco della Pace.
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