Lucci e Giacobbi: «Fondi europei per eventi a pagamento: zero ricadute sulla collettività ma profitti per i privati»

FERMO - Con un’interrogazione formale, i consiglieri comunali di Fermo, appartenenti al gruppo misto, Nicola Lucci e Lorenzo Giacobbi, sollevano una questione politica che riguarda l’utilizzo di fondi pubblici, in particolare fondi europei, per finanziare eventi culturali

Da sin. Lorenzo Giacobbi e Nicola Lucci

«Fondi europei per eventi a pagamento: zero ricadute sulla collettività, ma profitti privati garantiti». Con un’interrogazione formale, i consiglieri comunali di Fermo, appartenenti al gruppo misto, Nicola Lucci e Lorenzo Giacobbi, sollevano una questione politica che riguarda l’utilizzo di fondi pubblici, in particolare fondi europei, per finanziare eventi culturali «che, anziché generare benefici per la collettività, sembrano aver prodotto utili significativi esclusivamente per soggetti privati» si legge nella nota dei due consiglieri.

«Secondo quanto appreso da fonti pubbliche, il Comune avrebbe stanziato 90.000 euro, tramite fondi europei, per sostenere due concerti in piazza, due spettacoli a Villa Vitali e un evento previsto al Teatro dell’Aquila nel febbraio 2026. Eventi a pagamento, i cui incassi, stimati in circa 480.000 euro, sarebbero interamente finiti nelle casse della società organizzatrice, grazie anche all’utilizzo gratuito degli spazi pubblici e a costi operativi contenuti. Stiamo parlando di soldi pubblici, di fondi europei destinati allo sviluppo culturale e alla coesione sociale, che dovrebbero generare valore per la comunità, non profitti per pochi. Invece, l’unico ritorno tangibile per i cittadini sembra essere stato il pagamento del biglietto d’ingresso. Non si tratta soltanto di una questione di principio, ma di equilibrio nell’utilizzo delle risorse pubbliche. In un contesto in cui, ad esempio, gli ambulanti del mercato settimanale sono tenuti al pagamento del suolo pubblico e alla pulizia dell’area al termine dell’attività, risulta difficile comprendere perché, per eventi di ben altra portata, non si applichino gli stessi criteri».

«In altri contesti, come da dichiarazioni giornalistiche, nel caso del Wondergate Festival di Altidona, gli organizzatori hanno scelto di non avvalersi di contributi pubblici, investendo risorse proprie. A Fermo, invece, si è scelto di impiegare fondi europei per sostenere eventi privati, senza che vi sia un’evidente ricaduta strutturale e duratura sulla città – scrivono i consiglieri – La vicenda, che sarà oggetto di discussione nel prossimo Consiglio comunale, impone una riflessione profonda: può un’amministrazione comunale utilizzare risorse comunitarie per sostenere eventi commerciali, chiusi, inaccessibili a molti, senza garantire un reale ritorno che rimanga nel tempo per la città?» Secondo  Lucci e Giacobbi la risposta è «no, pur consapevoli dell’immobilismo del passato non vorremmo però che si passi al contrario. E chi governa deve darne conto».


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