Al Museo Diocesano la mostra “Immagini di Maternità. La bellezza della vita che unisce”. Pennacchio: «Simbolo di coesione e speranza»

FERMO - Iniziativa che coinvolge il Museo Diocesano di Fermo all'interno di una "mostra diffusa" regionale dal titolo "Immagini di Maternità". Tredici le diocesi e il tema di Maria è quello scelto da quella di Fermo, con la mostra aperta fino al prossimo 30 novembre

Al Museo Diocesano di Fermo si accendono i riflettori sulla mostra “Immagini di Maternità. La bellezza della vita che unisce” che resterà aperta fino al 30 novembre. A presiedere la conferenza stampa di presentazione, questa mattina, è stato direttamente l’arcivescovo di Fermo, monsignor Rocco Pennacchio che ha parlato di un «simbolo di coesione e speranza». L’iniziativa coinvolge il Museo Diocesano di Fermo all’interno di una “mostra diffusa” regionale dal titolo “Immagini di Maternità”. Tredici le diocesi e il tema di Maria è quello scelto da quella di Fermo.

L’arcivescovo di Fermo, monsignor Rocco Pennacchio ha posto l’accento sulla scelta fatta ma soprattutto sulla grande ricchezza culturale della diocesi e della nostra regione. «Quando abbiamo dovuto scegliere il tema c’è stata grande condivisione su Maria proprio per il fatto che ci sarebbe stato molto materiale a disposizione, ma anche per la maternità che riguarda ognuno di noi. Tutti abbiamo avuto o hanno ancora una madre. Questo costituisce un elemento di coesione. Altro tema è quello della speranza e cosa meglio della maternità esprime la speranza per il futuro con lo sguardo rivolto in avanti? E questo rende doloroso il pensiero per quelle zone dove si uccide la speranza non potendo nutrire i propri figli. Questo è un’iniziativa propiziata dai fondi della Regione ma le Marche sono assolutamente un territorio debordante per l’arte. Chi vuole nutrirsi di arte ha un’offerta incredibile, ci sono tantissime parrocchie dove in piccolo sono stati allestiti dei gioielli. Questa iniziativa può essere anche una possibilità di crescere nella fede anche grazie a questo patrimonio artistico straordinario».

A entrare nel dettaglio delle opere è stata la direttrice del Museo Diocesano, Alma Morelli. «Questa è una delle 13 tappe nella regione Marche. Ogni museo diocesano marchigiano ha accolto questa opportunità raccogliendo immagini significative. Una mostra che si inserisce, in occasione dell’anno giubilare, nelle nostra diocesi che ha al centro la figura e il culto di Maria, come nel caso di Fermo e la sua cattedrale che sono dedicate all’Assunta, e la nostra diocesi che ha come patrona la vergine Maria. Abbiamo scelto di ri-allestire la sala con il tema di Maria, colta in tutte le varie espressioni nei secoli. Torneranno qui opere conservate in deposito, abbiamo pensato di esporle sempre con la Vergine al centro della raffigurazione».
Tornando al dettaglio della mostra, le tre opere scelte hanno una evidente correlazione tra loro, in un arco temporale compreso tra il 1350 con Marco di Paolo Veneziano, e il 1400 con Vittore Crivelli, in ogni caso sempre opere che provengono da polittici. «La Madonna con bambino, la Madonna con Cristo e la Madonna con il Cristo morente. La Madonna col bambino – spiega Morelli – rappresenta la tenerezza e lo sguardo è rivolto al fedele e alla persona che lo ammira, con il bambino che ha già i segni della passione e resurrezione. Poi la pietà, la deposizione del Cristo e del dolore che preannuncia, con lo sfondo in oro, una dimensione alta, non un dolore che muore ma che si apre alla vita e alla resurrezione, una proiezione e uno slancio. Al centro c’è l’incoronazione della Vergine: un momento che sancisce il riconoscimento della Vergine stessa che in quel momento viene riconosciuta come colei che riesce a creare questo legame con la reincarnazione che è la salvezza. Ai lati delle opere una Sacra Famiglia e l’Adorazione della Vergine che ci permettono di presentare due ulteriori momenti della creazione. Una mostra visitabile, secondo gli orari del museo, fino al 30 novembre e che ci permetterà di realizzare una serie di eventi e momenti ma anche di attività, concerti e riflessioni per arricchire questo percorso oltre alla possibilità, da settembre, di accogliere anche le scuole che desidereranno visitare il museo. Il mio grazie personale va alla dottoressa Chiara Curi, preziosissima artefice di tantissime attività».

Grande amante della pittura e molto interessato alle operi presenti nel museo, il prefetto Edoardo D’Alascio: «Una iniziativa culturale meravigliosa, l’arte bisogna farla conoscere e valorizzarla al meglio. La figura di Maria la considero punto di riferimento e fondamento del dialogo soprattutto interreligioso essendo figura riconosciuta anche da altre religioni».

Soddisfatta del valore aggiunto che il Museo Diocesano assume con tale mostra è l’assessore alla cultura Micol Lanzidei: «Questa iniziativa, che mette insieme le 13 diocesi, è fondamentale in un anno in cui ci sono state tante iniziative come il Festival della Comunicazione che ha portato messaggi importanti partendo proprio dal dialogo. Maria, come unione e dialogo tra il credente e il non credente, è simbolo altissimo della spiritualità cristiana assunta in cielo. Qualcosa che valorizza il passato e parla al presente, pensando alle madri che vivono problemi come la guerra e la sofferenza. I miei complimenti vivissimi per questa esperienza che mette insieme elementi così significativi».

Roberto Cruciani

L’arcivescovo Rocco Pennacchio

Il prefetto Edoardo D’Alascio

L’assessore Micol Lanzidei

La direttrice del Museo Diocesano, Alma Morelli


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