di Pierpaolo Pierleoni
Un dolore tremendo, ma anche una valanga di affetto e ammirazione. Lascia tanto, Giacomo Diomedi, lo testimoniano le centinaia e centinaia di persone che hanno raggiunto la chiesa di Bivio Cascinare per i funerali del 34enne morto ieri mattina sulla Mezzina, vittima di un maledetto schianto in moto mentre andava al lavoro. Lo dicono le parole cariche di amicizia e stima di colleghi, compagni di scuola, compagni del mondo del volontariato, il lunghissimo applauso che ha salutato la bara e l’abbraccio ai familiari.
Il carro funebre è arrivato scortato da alcune ambulanze della Croce Verde di Civitanova Marche, tantissimi i militi della pubblica assistenza civitanovese per le esequie dell’amico e collega. A fianco anche i volontari del Cai, altra passione di Giacomo, che era manutentore di sentieri montani. Sopra la bara, una foto sorridente e la divisa arancione da milite che Diomedi indossava da ben otto anni. Don Emanuele Grasselli ha trovato parole toccanti per ricordare la giovane vittima. «A 34 anni tutto dovrebbe profumare di sogni e di speranza, di amore e progetti. Le parole umane ora perdono di senso, l’unico conforto lo possiamo trovare nella parola di Dio. Gesù non ci dice che non proveremo dolore, ma che la morte non avrà l’ultima parola sulla vita. Agli amici dico di non aver paura, di amare e di donare la propria generosità agli altri come ha fatto Giacomo. Una canzone dice che siamo angeli con un’ala soltanto e voleremo solo restando uno accanto all’altro. Ora quelle due ali, caro Giacomo, sono la tua e quella di Mattia, vi ritroverete. Ti voglio bene».
Alla fine del rito funebre, in tanti a prendere la parola per un ricordo carico di emozione. Si è recitata la preghiera del volontario, una collega di lavoro da NeroGiardini ha parlato di Giacomo come «un gentiluomo puntuale e preciso nel lavoro, ci ha insegnato che la vita è preziosa e va vissuta sempre col sorriso». «Un ragazzo curioso e profondo, un amante della montagna, ma soprattutto delle persone – le parole di un volontario del Cai Fermo – Se passerete lungo il sentiero che porta alla sorgente del fiume Ambro, buona parte delle strisce bianche e rosse le ha fatte Giacomo, con pazienza e passione».
Una compagna di studi ha faticato a trattenere l’emozione: «Sei arrivato nella nostra scuola e in pochissimo tempo ti sei inserito perfettamente, anche all’università abbiamo fatto un bel cammino. Sarà difficile che qualcuno ci voglia bene come ce ne hai voluto. È rarissimo trovare persone così». E ancora, una collega della Croce Verde di Civitanova a sottolineare «la gioia e la buona volontà che mettevi in tutto. Ti manderemo tre baci, moltiplicati per tutti noi, fino a lassù». Negli amici di Bivio, il dolore per Giacomo si associa a quello, quasi 20 anni fa, per Mattia Petrini, l’amico fraterno di Diomedi che morì in un incidente in scooter ad appena 15 anni: «Ciao Già, a ogni cena, a ogni momento insieme continueremo a sentirti vicino, come è rimasto presente Mattia per tutti questi anni. Salutacelo».
All’uscita del feretro, un lunghissimo applauso ha accompagnato l’ultimo viaggio di Giacomo, davanti a un picchetto d’onore in divisa arancione. L’ultima parola, trovando la forza di sorridere, l’ha detta il fratello Jonatan: «Forse non sono riuscito a salutare tutti, lo faccio qui ora, perché Giacomo avrebbe voluto che vi ringraziassi tutti. grazie di cuore».
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