«Io cacciato per aver aderito a FdI, invece Senzacqua può candidarsi con la Lega» Salvatelli pungola il sindaco

PORTO SAN GIORGIO - «Sig. Sindaco, adesso giù la maschera. Mi rivolgo a Lei direttamente, consapevole che anche questa volta non riceverò risposta alcuna. Come non la ricevono i tantissimi cittadini che sollevano dubbi sui risultati del suo operato. Da sempre, infatti, sfugge al confronto politico preferendo offrire in pasto a chi la critica gli acerbi sostenitori della sua maggioranza». Così inizia la lettera aperta al primo cittadino Valerio Vesprini vergata dall'ex assessore Lauro Salvatelli, defenestrato ormai due anni fa dal sindaco a seguito della sua adesione a FdI.

Il sindaco Valerio Vesprini e l’ex assessore Lauro Salvatelli

«Sig. Sindaco, adesso giù la maschera. Mi rivolgo a Lei direttamente, consapevole che anche questa volta non riceverò risposta alcuna. Come non la ricevono i tantissimi cittadini che sollevano dubbi sui risultati del suo operato. Da sempre, infatti, sfugge al confronto politico preferendo offrire in pasto a chi la critica gli acerbi sostenitori della sua maggioranza». Così inizia la lettera aperta al primo cittadino Valerio Vesprini vergata dall’ex assessore Lauro Salvatelli, defenestrato ormai due anni fa dal sindaco a seguito della sua adesione a FdI.

«Dopo tre anni di Amministrazione prendiamo atto, con la discesa in campo del suo vicesindaco, candidato per la Lega alle prossime elezioni regionali, di due fatti innegabili che hanno connotato e connotano il suo modo di operare. In primis, sul piano squisitamente politico. Il bluff del civismo da lei ideato è stato scoperto. I partiti contano più di tutto e tutti. E conteranno ancora di più dopo il voto per le regionali. Eppure non era Lei che diceva nelle riunioni di maggioranza “ in questa stanza non ci sono i partiti siamo tutti civici”?» prosegue Salvatelli che aggiunge «si prepari ( ma lei è uno specialista nel muoversi tra partiti di dx e sx ) perché arriveranno a chiederle più spazio e peso. Non è un male, sia chiaro, ma continuare a rimanere fermo nel difendere il tratto civico della sua giunta, per il solo fatto che non compaiono i simboli di partito, e le scelte, apparentemente non condivise con quest’ultimi, francamente è una operazione che non regge più».

Altra questione viene sollevata da Salvatelli. «E qui scendiamo sul piano anche personale oltre che politico. A dimostrazione di quanto sia incoerente il suo comportamento oggi avalla (almeno crediamo visto il suo silenzio) la candidatura del suo vice nelle fila della Lega per un posto in Regione. Quando invece il sottoscritto entrò formalmente in FdI, di tutta risposta ottenne da parte sua il provvedimento di sfiducia e revoca della nomina come se Fdl non fosse il movimento che le ha dato maggiori consensi alla sua nomina di Sindaco. Due pesi e due misure che ancora oggi non hanno spiegazione se non quella di un sindaco in difficoltà allora come adesso, non in grado di gestire la squadra e i rapporti interpersonali. Affetto dalla “patologia da consenso” per la quale se non posti un selfie o non appari sui social risulti meno credibile agli occhi del cittadino-elettore, intimorito che qualcuno possa sottrarle il palcoscenico». Parole molto critiche quelle scritte dall’ex vicesindaco verso l’attuale compagine amministrativa ma soprattutto verso il Sindaco ricostruendo quanto accaduto con la sua uscita dalla giunta.

«Da qui la decisione di accompagnarmi alla porta. Al punto da optare di tenere per sé la delega ai lavori pubblici, salvo poi usare come testa di ariete, il suo fedelissimo vice, pronto ad immolarsi al suo posto per uno strapuntino in questa giunta, che ha perso di vista nel frattempo gli obiettivi e naviga senza una pianificazione di medio e lungo termine. Chi ne fa le spese? Porto San Giorgio, ovviamente. Le garantisco che avrei potuto essere anche io della partita in questa competizione elettorale, ho deciso però di non candidarmi e non per paura di confrontarmi con l’elettorato e gli altri competitor, o per timore di valutare il mio peso politico anche oltre i confini comunali. Ho fatto un’altra scelta. Restare sul territorio, monitorare il disagio che vivono giornalmente i sangiorgesi. Sappia che non è sufficiente piantare due nuove palme sul lungomare e installare tre giochi per bambini sui giardini pubblici per far dimenticare ai sangiorgesi lo stallo totale in cui si trova la sua amministrazione dove sicurezza, viabilità e commercio sono solo alcune delle problematiche da lei trattate solo dopo casi di emergenza e non anticipando la problematica come dovrebbe fare un buon sindaco».

 


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