di Paola Eleuteri
Girano e rigirano i pensieri nella mente mentre percorro la strada che da Montefortino scende giù verso la frazione di Bussonico, direzione “Fattoria La Rocca”. Niente in confronto alle curve che di sicuro non agevolano le gite fuori porta in questa zona. Ma c’è tanto che spinge il turista a venire sulle nostre colline e sui nostri monti. Rifletto sui nuovi lussi, silenzio, tempo, spazio e mi convinco della necessità, del bisogno e del diritto di concederli a noi stessi ogni giorno di più. Sono appena le 9,00 di una bellissima giornata di sole, un cielo limpido, un’aria mattutina frizzante, l’ombra degli alberi sulla strada, i dolci rumori della natura in risveglio, un panorama rilassante, la pace. Sono in ritardo per un laboratorio di “ecoprinting”; non mi piace usare termini inglesi, mi suona più musicale “stampa vegetale” nella mia lingua italiana, ma mi adatto.
Sono l’ultima ad arrivare, mi scuso ma telefonate e messaggi whatsapp hanno intralciato i miei piani. Ed è in quel momento che scopro, piacevolmente, che alla Rocca la connessione internet è assente e il telefono non prende. Che fortuna! L’unica connessione qui è con la natura, per una cura del sé, per godere un’esperienza profonda, intima e significativa.
C’è chi pensa che vivere tra queste colline e queste montagne sia monotono e penalizzante, una vita di rinunce e sacrifici, di mancanze, di privazioni, senza slanci e soddisfazioni. Niente più sbagliato! In realtà un vero privilegio, la giusta terapia per fisico e mente in perfetto equilibrio.
Si preannuncia una giornata lenta, la testa libera, il gusto delle cose semplici.
Ho portato con me un vecchio vestito di lino per farlo tornare a nuova vita grazie alla stampa vegetale (ecoprinting…): e così siamo pronti per un’esperienza botanica. Partiamo in gruppo alla ricerca del materiale giusto per dare colore. Passi lenti, scelta delle foglie più belle per una resa estetica migliore, pace visiva ed emotiva. È il potere evocativo della natura: mi tornano alla mente i ricordi, sono rilassata e felice, la voce è gentile, soave, bassa, mi sento creativa. Penso a come voglio decorare il mio abito e raccolgo accuratamente foglie tintorie di diverse dimensioni: di corbezzolo, noce, castagno, quercia, fico, rami di acacia, di melograno, di iperico. Anche qualche fiore giallo e fuxia. Passeggiare in aperta campagna e nel bosco fa riflettere, lontano dai rumori e dal caos, è rigenerante. Il contatto con la natura ti fa riscoprire il valore di quelle cose semplici di cui hai realmente bisogno e che ti fanno sognare.
Con le materie prime da me scelte, seguo le istruzioni per ottenere il miglior risultato: immergo il mio vestito nell’acqua con il mordente, lo stendo sul tavolo e comincio la disposizione delle foglie, dei fiori e del velo di cipolla. Riempio tutti gli spazi in maniera creativa, mi lascio trasportare dalle emozioni, dalle forme, dalle gradazioni dei colori.
Respiro felice e ringrazio per questo tempo di qualità che sto dedicando a me stessa e per la relazione con le persone che ho accanto. Alcuni di loro sono venuti dalla Puglia per un’esperienza immersiva nel bosco e nella natura. Turisti assolutamente soddisfatti di ciò che hanno assaporato, grati per ciò che questo territorio è stato in grado di offrire loro. Il nostro lusso di vivere nella bellezza, nell’armonia e nella pace dei Monti Sibillini.
Arrotolo stretto il mio abito e lo stringo forte con lo spago, il risultato del lavoro si vedrà dopo un’ora di bollitura in un grande pentolone.
Godo di questo pizzico di magia! Anche il mio vecchio abito di lino avrà una seconda possibilità! In realtà qui alla “Fattoria la Rocca” tutto ha una seconda possibilità.
A partire dai titolari, Alessandro e Giulia, che hanno scelto di lasciare la città per venire a stabilirsi sui monti, proprio qualche tempo prima del terremoto del 2016. Vivono in una roulotte e incrementano la famiglia con due splendidi figli, Matteo e Anna. Provano a filare la lana di cane, per la gioia di quei padroni che vogliono avere un ricordo materiale dei loro amici a quattro zampe passati al di là del ponte. Cani e gatti rivivono in meravigliose creazioni fatte ai ferri, guanti, cappelli, scaldacollo, maglioni e sciarpe. Tra mille difficoltà, Alessandro e Giulia costruiscono una stalla e iniziano ad allevare alcune pecore Sopravissane, una razza autoctona in estinzione. Il numero di esemplari cresce sempre più, si comincia a produrre anche una pregiata lana che Giulia colora in tante varianti con erbe tintorie e fiori che madre natura offre. Anche gli scarti della lana hanno un secondo utilizzo come pacciamatura per proteggere il suolo intorno alle piante. È in progetto di riciclare la lanolina, largamente usata in cosmetica, che nel lavaggio della lana finisce nei reflui. I macchinari si modernizzano e i vecchi attrezzi, perfettamente funzionanti, trovano collocazione nel “Piccolo museo della lana”, un vero laboratorio interattivo per capire come funziona tutta la filiera. Perfettamente integrati nell’ambiente e realizzati nel loro sogno di vita, Alessandro e Giulia organizzano corsi di filatura, feltro, tessitura a telaio, cesteria, saponi creativi e stampa vegetale. Lavoratori instancabili, creativi nell’animo. I due giovani oggi vivono, però, un momento di difficoltà e hanno bisogno addirittura di una terza possibilità perché le pecore, loro sostentamento di vita, sono state decimate da una malattia virale, la blue tongue.
Sarà difficile ripartire da capo ma voglio dare loro tutto il mio sostegno. Un sogno che non può essere infranto!
Il mio vestito è pronto, con gli occhi pieni di incanto lo libero dai lacci e dalle foglie e lo adagio sul tavolo per ammirarlo. Quando sarà asciutto e i colori si saranno fissati sarà ancora più bello. E mi parlerà sempre di questa bellissima mattinata spensierata sui Sibillini. Grazie Alessandro e Giulia!
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