Giuseppe Fedeli
di Giuseppe Fedeli *
Close to the edge
Ci aspetta settembre, con la sua tavolozza variopinta, ma non solo: con lo strascico di una gestione probabilmente non troppo oculata della cosa pubblica (oceanici debiti ereditati a parte). Non sono un politologo, mi astengo dal fare commenti, se l’argomento va oltre la mia conoscenza. Ma avete visto a Ferragosto? I prezzi lievitano a libito del commercianti, in un gioco sfrenato al rialzo. A Ferragosto non valgono i principi della concorrenza al ribasso per accattivarsi il consumatore, letteralmente depredato. Purtroppo, l’uomo comune, perso nella ebbrezza dell’obbligo della vacanza, nemmeno capisce di essere stato derubato. Ma è possibile che il gregge sia così stupido, da dover ossequiare il trend delle vacanze forzate? Costi quel che costi? È vero che si è registrato un calo di presenze, specie nelle località balneari. Ma quando si tratta ” de magna’ “, nessuno si accorge di niente. Isteria o allucinazione collettiva? Dante li chiamava “pecori matte” i gregari. Al laccio dell’influencer di turno, delegano il cervello ad altri. E questo avrà un ricasco palpabile sull’economia, a danno soprattutto del ceto medio (strati di povertà a parte, che nessuno tiene più nella minima considerazione: secondo il diktat della cultura dello scarto, peccato originale di una società che conosce gli estremi da una parte della opulenza, dall’altra della “porca” miseria). Poveracci.
Se non guardi in faccia i tuoi fantasmi, questi, prima o poi, ti divoreranno. Gli “strapinati”, invece, a ciò disavvezzi, differendo a data da destinarsi l’autoanalisi, dopo l’ubriacatura festaiola non troveranno di certo l’eden oltre la soglia. E, in una sorta di contrappasso, saranno costretti a perpetuare il vorticoso giro di valzer.
* giudice
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