MOLINI, GIROLA E CHILIVANESU VOTO: IL 10 E LODE.
Il Palio perfetto per gli uomini della Conceria prende forma già la sera del 12 agosto, quando la sorte assegna loro il sauro Chilivanesu. Da quel momento la squadra guidata da Matteo Canullo non sbaglia una mossa: cura il cavallo, fà le prove necessarie e soprattutto sceglie il fantino giusto e va fino a Marrubiu (Oristano) per ingaggiare Sandro Gessa. Le scelte pagano tutte sul campo di gara, Chilivanesu si impone con autorità nella prima batteria e nella finale fa ancora meglio, staccando nettamente gli avversari dal curvone in poi e consegnando il drappo a Molini-Girola. Applausi meritati per la squadra, ma grande parte del merito va anche a Sandro Gessa. Il fantino, al debutto nella Ferragosto Fermana, ha corso con lucidità e sangue freddo, risultando decisivo in entrambe le batterie.
NON PIÙ IL “GESSINO”, COME VIENE CHIAMATO NELL’AMBIENTE, MA DA OGGI IL “FERMANO”.
L’OCCHIALE BIANCO DI SANTINO VOTO 10
Per vincere il Palio non ci sono metodi sicuri. Non ci sono amuleti…o forse sì. Perché, come in ogni regola, c’è sempre un’eccezione: l’occhiale bianco di Santino, che torna e rivince il Palio.
Santino è un signore trebano che, per passione, si occupa di cavalli. Stravagante, ma sempre presente. La prima volta che lo abbiamo visto a Fermo per la Tratta era il 2009, quando, con un occhiale bianco nuovo di zecca, entrò in piazza con Teocritico. Poi, per 16 lunghi anni, quell’occhiale è rimasto chiuso in un cassetto fino al 12 agosto di quest’anno, quando è stato rispolverato per portare in piazza Chilivanesu.
Risultato? Due presenze, due vittorie.
PIÙ CHE UN CASO, UN VERO AMULETO DA PALIO.
SAN BARTOLOMEO – BONMARCHÈ VOTO: 9+
Dopo 21 anni di astinenza per i supporter di “Samba”, quest’anno sembrava davvero quello giusto. La sorte infatti ha assegnato loro il favorito del Palio, il siciliano Bonmarchè. Batteria perfetta, con Andrea Fele autore di una partenza da manuale: corsa di testa e vittoria agevole, che proiettava San Bartolomeo in finale carico di speranze. Nell’atto conclusivo però la partenza non è delle migliori, qualche metro perso in avvio, poi una rimonta generosa e precisa in curva. Non basta: al palo passa per primo un altro cavallo e i rossoneri devono accontentarsi del secondo posto.
MA AL PALIO, SI SA, IL SECONDO NON CONTA: È SOLO IL PRIMO DEI BATTUTI…
PILA – DEBARDU VOTO: 8
Un voto che va tutto alla gestione dei biancocelesti. Pescato in sorte Debardu, cavallo di prima fascia (secondo nell’edizione 2024), hanno scelto un fantino di livello assoluto: Gavino Sanna. La contrada, per passione e partecipazione, meriterebbe anche 11: oltre 600 persone alla cena, presenze massicce alla Tratta, bandiere, cori e tanto cuore. Ma spesso non basta.
Gavino è praticamente perfetto: in batteria arriva secondo spendendo poco controllando per tutto il percorso, in finale parte alla perfezione e prende la testa. Dopo 100 metri però viene superato e da quel momento non dà mai la sensazione di poter vincere.
AVANTI COSÌ RAGAZZI: PIÙ DI COSÌ NON SI POTEVA FARE.
CAPODARCO – DIAMANTE PREZIOSO VOTO: 8
Un bell’otto perché le belle storie vanno premiate. Ritorna a Fermo Diamante Prezioso, l’eroe del 2023, accolto con tutti gli onori. La sorte lo assegna a Capodarco, che lo affida ad Alessandro Fiori, fantino che lo conosce bene: scelta giusta. Ma gli anni passano, e una batteria tosta complica il cammino. Diamante corre bene ma chiude terzo, fuori dai posti utili. La fortuna però sorride: al ripescaggio i biancorossi si guadagnano la finale. Nell’atto conclusivo ci provano con coraggio, ma senza mai dare l’impressione di poter vincere. PALIO POSITIVO, MA INEVITABILMENTE IL TEMPO PASSA PER TUTTI…
FIORENZA – ENALOTTO SUPER VOTO: 6
Palio dalle due facce per i biancoviola, e il voto è la media tra il 9 meritato in batteria e il 3 della finale. Ma andiamo con ordine. In batteria prestazione maiuscola del fantino debuttante “Il Saladino” (Ivan El Rherras): sempre in rincorsa, non si arrende mai e con un gran finale conquista un insperato secondo posto grazie a un “curvone” affrontato in maniera perfetta.
In finale però arriva il crollo: partenza sbagliata, cavallo subito ultimo e mai un metro recuperato. A peggiorare la giornata, pure una caduta fortunatamente senza conseguenze.
SARÀ PER LA PROSSIMA VOLTA: RESTA COMUNQUE LA BELLA SORPRESA DEL GIOVANE SALADINO.
SAN MARTINO VOTO: 6
Un voto di cuore per la “nonna del Palio”. Dopo una giornata storta, non concedere almeno la sufficienza sarebbe stata un’ulteriore beffa. Alla tratta San Martino, ultimo a pescare, si ritrova con il giovane Faraone Baio. La scelta della monta cade sulle mani esperte di Marco Monteriso, al debutto a Fermo. E per un attimo sembra un sogno: partenza perfetta, cavallo in testa, ritmo deciso e l’illusione di una fuga solitaria verso il traguardo. Ma al “curvone” succede l’imprevisto: traiettoria larga, cavallo che perde azione e il vantaggio svanisce in un attimo. Da primo a terzo in cinquanta metri. Ripescaggio negato dalla sorte, e così la corsa al palio finisce lì.
DALLE STELLE… ALLA STALLA, TUTTO IN UNA CURVA.
FARAONE BAIO VOTO: 8
Per una volta diamo il voto al singolo cavallo, perché quello che è successo oggi a Faraone Baio è da raccontare. In partenza il giovane era sempre pronto, andando in testa ad ogni mossa, ma nella concitazione rimediava un calcio da un avversario che di fatto ne annullava le chance.
Pur non in perfetta forma dopo l’accaduto, Faraone buttava il cuore oltre l’ostacolo e prendeva una partenza perfetta. Ma il “curvone” è stato fatale: girare a secco quando hai dolore è praticamente impossibile.
Nonostante tutto, chiude terzo a contatto. Il voto è tutto per la tenacia.
CI RIVEDIAMO NEL 2026
CASTELLO – BONVOYAGE VOTO: 6
Un voto insolito per chi non raggiunge la finale, ma i ragazzi di Castello non meritano l’insufficienza. La contrada, guidata da Giorgio Prugnoletti, affronta il Palio con stile: sorrisi, sfilate sobrie, tanto entusiasmo e speranza. La sorte affida loro il “bianco” Bonvoyage e, senza cadere nel “tritacarne” delle spese folli, si punta su una monta esperta e concreta: Alessio Giannetti.
Il motto del buon Giorgio è impeccabile: si lavora tutto l’anno e per la corsa del Palio si deve spendere, ma il giusto. È una festa. La batteria parte in salita, con un avvio poco brillante, ma Castello spera fino all’ultimo. Nel finale arriva un colpo di reni, ma non basta: quarto posto, niente ripescaggio.
NON FORTUNATI, MA CON LO SPIRITO AUTENTICO DEI FERMÀ
CAMPOLEGE – ERCOLI VOTO: 4
Campolege resta una realtà vivace e originale, ma questa volta la sostanza è mancata. Attorno a Ercoli non sono mancate bandiere, scaramanzie e affetto, con Girolamo in sella (al secolo Alessio Migheli). Ma l’entusiasmo da solo non basta. Partenza regolare, poi la verità della pista: il cavallo non aveva il passo dei primi. Il fantino ci ha provato, ma quando parti ultimo e chiudi ultimo, le speranze restano zero.
COME RECITA UN VECCHIO DETTO: “NON SI FRIGGE IL PESCE CON L’ACQUA”.
CAMPIGLIONE – PREMIERE DA CLODIA
Quando arrivi indietro in batteria non puoi parlare di Palio positivo. Che Premiere Da Clodia non fosse una favorita lo si sapeva, e lo sapevano anche a Campiglione che l’hanno avuta in sorte. Qualche battibecco per la scelta della monta, ma dopo le prime ruggini proprietà e contrada hanno trovato la giusta quadratura.
In corsa la giovane età e, al momento, i limiti tecnici hanno fatto la differenza, visto che non è mai entrata nel vivo della contesa. Va però detto che è capitata in una batteria davvero tosta.
COME DIREBBE IL PROFESSOR: SACCHI… 3.
TORRE DI PALME – DORI FORTUNA NC
Dare “2” ai ragazzi di Torre di Palme non ha senso, per cui si va con un non classificato. Si sa, i gialloverdi sono uomini da Palio e, pescando un non favorito (Dori Fortuna), fanno tutto in “pompa magna”, chiamando a montare il vincitore 2024 S.R. Saiu.
La batteria però è tutto quello che non ti aspetti: Dori Fortuna molto riottosa nei canapi, inizia a scalciare e viene messa in seconda linea. Tre partenze richiamate e ancora qualche speranza, che però si infrange alla partenza valida, quando in quattro vanno via e Dori Fortuna non vuole sapere di partire, e così per Torre il Palio praticamente non comincia, rimasti al palo.
IL CAVALLO SBAGLIATO, NEL POSTO SBAGLIATO
I FERMANI E IL PALIO VOTO: 110 E LODE CON BACIO ACCADEMICO
È una magia che si ripete puntualmente ogni 15 Agosto, dal 1982. Per i fermani Ferragosto non è mare: è Palio.
Un grazie va a tutti i figuranti che hanno sfilato con fierezza, regalando emozioni autentiche. Un grazie ai tantissimi che quest’anno hanno invaso Fermo, gremita come non mai, come non si vedeva da anni: entusiasmo, voglia di divertirsi, ma sempre con misura e rispetto. Da applausi.
E infine un grazie a chi, invece di stare in vacanza, lavora dietro le quinte: chi allestisce il percorso, chi tira il canapo, chi rende possibile ogni dettaglio. Perché tutto, davvero tutto, fa Palio.
Federico Raccichini
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati