Turismo, il rilancio parte dai numeri. A P.S.Giorgio sono 1325 i posti letto negli hotel

PORTO SAN GIORGIO - Per i dati ufficiali sulle presenze turistiche c'è da aspettare. A diramarli ci penserà l'Osservatorio istituito ad hoc dalla regione Marche che li raccoglie su tutto il territorio. Per pianificare una strategia comune, invece, non c'è neanche un minuto da attendere. E se è vero che parte del lavoro di promozione spetta proprio all'ente Regione, altrettanto vero è che i singoli comprensori possono e devono fare molto in tale senso per il 2026.

di Sandro Renzi

Per i dati ufficiali sulle presenze turistiche c’è da aspettare. A diramarli ci penserà l’Osservatorio istituito ad hoc dalla regione Marche che li raccoglie su tutto il territorio. Per pianificare una strategia comune, invece, non c’è neanche un minuto da attendere. E se è vero che parte del lavoro di promozione spetta proprio all’ente Regione, altrettanto vero è che i singoli comprensori possono e devono fare molto in tale senso per il 2026. Le prime risposte dovrebbe fornirle Costa dei borghi – Riviera fermana, brand ma anche progetto al quale hanno aderito sei Comuni: Fermo, Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio, Campofilone, Pedaso e Altidona. Un lungo “parto” quello per dare vita a questa realtà con l’obiettivo di creare una proposta turistica che vada oltre la stagione balneare, per far vivere i rispettivi territori e di conseguenze le strutture ricettive anche nei periodi solitamente semivuoti, quelli che vanno dall’autunno a primavera. Strutture che, in diversi casi, negli ultimi anni, anche a Porto San Giorgio, hanno scelto di restare chiuse da ottobre fino ad aprile per non gravare sui bilanci aziendali.

A Porto San Giorgio la ricettività può contare su 1325 posti letto in 589 camere nelle 17 strutture alberghiere censite (dati Regione Marche). Perlopiù alberghi a 3 stelle (867 posti letto) a cui si aggiungono tre strutture a 4 stelle per un totale di 350 posti. Non ci sono invece alberghi di categoria superiore. Sono 590 invece i posti letto garantiti da un campeggio e da un campeggio ed in villaggio turistico. Si contano anche 19 posti letto nell’unico agriturismo presente in città, altri 59 in strutture che la Regione inserisce nella categoria “alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale”, ed ancora, 119 posti letto nei B&B e ben 365 nei 78 alloggi privati registrati. Numero, quest’ultimo, ampiamente sotto stimato poiché sfuggono alle statistiche quelle decine e decine di appartamenti e seconde case affittate per tre mesi solo nel periodo estivo senza controlli. Chiudono l’elenco 26 posti letto cha appartengono alla categoria delle “case per ferie” Questa è, almeno sulla carta, la fotografia del sistema ricettivo a Porto San Giorgio disegnato dagli uffici regionali. In totale, dunque, 2503 posti letto ai quali, il condizionale è d’obbligo, andrebbe aggiunto un numero non precisato di posti offerti dalle seconde case di cui sopra, che sfuggono alle verifiche ed alle statistiche.

Chi sta soffrendo di più negli ultimi anni è il comparto alberghiero che stenta a consolidare la posizione, cioè ad avere presenze turistiche, quando si parla di destagionalizzazione e quindi si esce dai canonici mesi estivi. Al punto che qualche operatore, ormai da anni, ha optato per chiudere la propria struttura con l’arrivo dell’autunno ed evitare di gravare i bilanci con spese non redditizie. Poi si riapre a primavera inoltrata. Il Comune di Porto San Giorgio ha puntato da un paio di anni a questa parte sugli eventi sportivi per supportare gli hotel a ridosso dell’estate, ad esempio, o in altri mesi lontani dalla stagione balneare. A qualcosa è servito riuscendo a portare in città atleti ed atlete di varie discipline o addirittura organizzando tornei ad hoc che sono serviti per occupare le stanze altrimenti destinate a restare vuote. Quella del “turismo sportivo” è però solo una delle strade da perseguire per garantire la sopravvivenza degli hotel rimasti alle prese con costi e spese (personale, utenze, imposte etc.) che ne limitano le capacità di investimento. Mai come in questo caso la promozione deve essere fatta a 4 mani, pubblico e privato, perché poi a goderne, indirettamente, i risultati sarà pure il tessuto commerciale della città.

 


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