«Zes ennesimo fallimento della giunta Acquaroli»

POLITICA - I consiglieri provinciali di minoranza Riccardo Strappa e Manolo Bagalini: «E' una scatola vuota e non è stata approvata con decreto legge quindi non vedrà la luce se non tra mesi, se non anni»

Manolo Bagalini e Riccardo Strappa

«Quella che il centrodestra sta sbandierando come una grande vittoria è, nei fatti, l’ennesimo bluff della Giunta Acquaroli. La cosiddetta ZES per le Marche non è altro che la certificazione di un fallimento: il riconoscimento ufficiale che la nostra regione è in difficoltà economica, che sul fronte del lavoro non è stato fatto nulla di concreto in questi anni». A dirlo i consiglieri provinciali di minoranza Riccardo Strappa e Manolo Bagalini.

«Ma c’è di più – proseguono Bagalini e Strappa – come ha denunciato il candidato presidente del centro sinistra Matteo Ricci, questa ZES è una scatola vuota. Non è stata approvata come decreto legge – nonostante il governo Meloni abbia battuto ogni record di decreti – e quindi non vedrà la luce se non tra mesi, se non anni. Non è stato stanziato un solo euro: come si può pensare di offrire sgravi fiscali senza un finanziamento reale? È solo propaganda, un annuncio senza contenuti.
E mentre la destra gioca a fare comunicati, il Fermano paga il prezzo più alto. Nove Comuni – Moresco, Petritoli, Monte Giberto, Monterubbiano, Lapedona, Monte Vidon Combatte, Montottone, Grottazzolina e Ponzano di Fermo – restano esclusi dal perimetro della ZES. Significa che in questa provincia avremo aziende che potranno godere di vantaggi e altre che, a pochi chilometri di distanza, ne resteranno escluse. Una frattura che rischia di penalizzare ulteriormente territori già fragili, creando concorrenza sleale tra comuni confinanti. Acquaroli ora promette incontri, tavoli e futuri impegni. Ma la verità è che quando c’era da agire – nel 2021, quando l’Europa approvò la Carta degli Aiuti 2022-2027 – la Regione è rimasta ferma. Se avessero voluto davvero sostenere lo sviluppo e l’occupazione, avrebbero chiesto allora di includere i nostri territori. Oggi arrivano tardi, con promesse che sanno di “pagherò” e con un provvedimento che rischia di restare lettera morta. Qui emerge un’ altro silenzio assordante: dov’è la voce del presidente della Provincia? Di fronte a un provvedimento che penalizza la nostra comunità, il presidente non alza un dito. Nessuna critica, nessuna presa di posizione netta, solo comunicati di circostanza per difendere la propria parte politica. Ma un buon presidente di provincia non dovrebbe fare il portavoce del suo partito; piuttosto, dovrebbe difendere e tutelare, prima di tutto, il territorio che rappresenta. Questa subalternità politica è inaccettabile. I cittadini del Fermano meritano istituzioni che parlino chiaro, che sappiano dire “no” quando i nostri comuni vengono esclusi, che sappiano rivendicare pari opportunità per tutti. Invece, chi dovrebbe guidare la Provincia preferisce proteggere i suoi compagni di partito, anche quando le scelte li danneggiano. Come opposizione continueremo a denunciare questa situazione: chiediamo che la Regione e la Provincia si muovano subito per predisporre misure compensative e fondi straordinari a sostegno dei comuni esclusi. Perché il territorio viene prima delle bandiere di partito».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti