Roberto Campione
di Maikol Di Stefano
Una chiesa gremita ed una folla in attesa sul sagrato per l’ultimo saluto a Roberto Campione, il 20enne elpidiense, stroncato venerdì scorso da un malore, mentre era in casa con la sua famiglia, pochi minuti dopo essersi svegliato.
Una morte inaccettabile, che ha gettato nello sconforto più assoluto l’intera comunità cittadina. Le esequie, stamane, nella chiesa Sacro Cuore nel quartiere Faleriense. Un ultimo saluto che ha dovuto attendere anche il via libera dell’autorità giudiziaria, dopo che lunedì sul corpo di Roberto era stato effettuato l’esame autoptico che ha portato alla conferma delle cause del decesso.
«Abbiamo letto un vangelo che racconta di Gesù che incontra un funerale, si avvicina, tocca la bara e chi la stava portando si ferma. Pensiamo che la morte sia un viaggio senza ritorno, umanamente è così, ma nella fede è un’altra la realtà. Gesù ha il potere di toccare la bara e di ridare vita. Cristo non è astratto, ma è ciascuno di noi quando vuole trasmettere vita come abbiamo fatto in questi giorni stando vicino alla famiglia, pregando e stando insieme – le parole del parroco don Tarcisio, durante l’omelia – Abbiamo trasmesso vita attraverso il segno dei fiori, dicendo che la vita è bella, piena di colori e degna di essere vissuta. Certo c’è anche la morte, quella purtroppo possiamo anche sceglierla, quando non vediamo e non abbiamo più speranza. Quando crediamo che nessuno ci possa più amare e allora cadiamo nell’ansia e nella disperazione. Il vangelo poi dice che Gesù chiama il ragazzo, gli dice “alzati” e lui si mette a sedere e comincia a parlare. Io ho immaginato cosa oggi avreste voluto dire a Roberto voi oggi, semplicemente di cominciare a parlare. Sbattete sul muro quel dannato telefonino e parlatevi, guardatevi negli occhi, iniziate a piangere o sorridere. Il mondo è più bello di quello schermo del telefonino».
Lacrime e commozione, miste a rabbia e dolore, un mix di emozioni che ha accompagnato tutto l’ultimo saluto a Roberto. Dall’arrivo del feretro fino alla partenza per l’ultimo viaggio. Tantissimi i giovani, con la scritta “Ciao Roby”, sulle magliette. La stessa t-shirt adagiata sul feretro, durante tutta la celebrazione. Presenti anche gli ex compagni di classe. Il giovane aveva infatti frequentato l’indirizzo alberghiero al Carlo Urbani, lasciando poi il mondo scolastico al quarto anno di scuola ed entrando in quello del lavoro. In quella stessa sezione, insieme a lui, c’era anche Franco Mazelli, tragicamente scomparso nel luglio del 2023 cadendo dal tetto di una fabbrica.
Tra i banchi della chiesa anche qualche ex insegnante del ragazzo. «Si potrebbero dire frasi ad effetto, ma io per chiudere dico: Roberto che il Signore abbia misericordia di te, pregheremo per te, tu prega per noi. Dai la forza di rialzarsi e di vivere alla tua famiglia e a tutti questi giovani. – conclude don Tarcisio – Aiutali a non sprecare il loro tempo, vero che la vita ne è una sola, come è vero che vent’anni si hanno una volta sola. Quella fiaccolata che avete fatto sabato, quel momento di preghiera, ragazzi, dimostra che in voi c’è davvero tanto bene. Fate del bene, non perdetevi». E lo sguardo si alza verso il cielo seguendo i palloncini bianchi lasciati librare nell’aria al momento dell’uscita dalla chiesa della bara in una città straziata doppiamente dal dolore. In queste ultime ore, infatti, si è diffusa la notizia della morte anche di Marina Talyzina.
Fiaccolata a Porto Sant’Elpidio per l’addio al giovane Roberto Campione (Le Foto)
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