di Roberto Cruciani
FERMO – Mancano pochi giorni all’esordio ufficiale in Coppa Italia per la Fermana. L’appuntamento è per domenica alle 17,30 al “Bruno Recchioni” contro il Montegranaro. Una gara particolare e speciale, un derby con le storie calcistiche (entrambe gialloblù) che si sono intrecciate nel corso degli anni in passato, anche “unendosi” e che ora raccontano di ex canarini sul fronte Montegranaro come il ds Luca Cremona ma anche Gianluca Urbinati e lo stesso tecnico Eddy Mengo, oltre a molti altri ancora.
Ma di certo sarà una gara speciale per Sergio Filipponi, annunciato lo scorso luglio come direttore sportivo della Fermana e dunque da poco più di un mese al lavoro H24 per strutturare una rosa adeguata alla categoria. Ma il ritardo non spaventa affatto uno come Filipponi, bomber di razza in campo e direttore sportivo vincente come ha dimostrato ad esempio a Campobasso alcuni anni fa. Ma lo stesso direttore non nasconde che le problematiche, lavorando in un lasso di tempo così ridotto, non siano state poche.
«Sapevo benissimo, quando ho accettato di venire a Fermo, che saremmo stati in ritardo rispetto ad altre società ma non significa non avere entusiasmo e voglia di pensare positivo. Dobbiamo forse faticare il doppio per rimetterci in carreggiata ma siamo bene cosa c’è da fare. L’Eccellenza Marche non è un campionato che conosco direttamente, l’ho detto sempre ma di una cosa sono certo. Fermo è una piazza di calcio, quando un direttore e un allenatore viene a Fermo, si rende conto dove stai. Si respira storia e la sensazione di stare in un club che non ha nulla di dilettantistico e che in Eccellenza sia comunque un obiettivo per tutti, battere la Fermana. Noi lavoriamo in silenzio ed umiltà consapevoli che siamo in ritardo ma abbiamo una società alle spalle che mi ha dato supporto in tutto finora, un allenatore che non centra nulla con la categoria, uno staff che collabora con lui molto importante e alle spalle un gruppo, dal magazziniere allo staff medico, che ha sempre fatto la Lega Pro e dunque di alto livello».
Tanti giocatori arrivati perché all’inizio la Fermana era un foglio bianco, sui scrivere e disegnare la nuova stagione. «Giocare a Fermo non è come giocare da altre parti perché per giocare qui occorre avere gli attributi e sostenere il peso della storia e del blasone. Siamo consapevoli di essere la Fermana: non abbiamo paura di nessuno ma c’è massimo rispetto verso tutti. Chiaro che in rosa abbiamo gente di talento e che ha fatto categorie importanti, serve un po’ di tempo per far conoscere il gruppo, supportandosi l’uno con l’altro. Se troviamo l’amalgama e soprattutto la determinazione che è fondamentale in queste categorie, abbiamo poi in rosa giocatori che hanno il guizzo e la capacità di risolvere le gare. Va lavorato sulla condizione e sulla tenuta ma per quello c’è bisogno anche di pazienza e sarebbe bello che l’ambiente ci sostenga e aiuti la squadra. In certi momenti anche per una giocata sbagliata, che può capitare, servirebbe una pacca sulla spalla perché faciliterebbe e renderebbe più veloce il processo di crescita. Quello che ho visto domenica scorsa è un bel segnale in termini di partecipazione, sta a noi con lavoro e risultati far crescere ulteriormente l’ambiente».
Mister Gentilini ha scelto per il 4-2-3-1 in base al quale sono stati dunque identificiti i profili ideali. «Siamo partiti da li con l’alternativa, quale variante, anche del 3-4-2-1 con giocatori che potessero essere funzionali a quell’idea di gioco. Per avere un quadro con doppi ruoli mancano alcuni elementi ma già abbiamo giocatori importanti e di carattere, quello è determinante per una piazza come Fermo. Ci manca un attaccante centrale che faccia coppia con Solmonte e un esterno offensivo che vada a completare il quadro con Petronelli e Guti oltre agli altri, anche giovani in rosa. La gara con l’Afc Fermo ci ha fatto capire dove dobbiamo completarci, soprattutto capendo i giovani e gli esperti che sono in ritardo. Note positive sui ragazzi e che hanno mostrato quella personalità che in una piazza come Fermo, per me la più importante dell’Eccellenza serve».
Da valutare bene anche il quadro under in generale con un 2006 e un 2007: servono numericamente in abbondanza visto che non ci sarà una Juniores alle spalle cui attingere in caso di necessità. «Ne abbiamo già diversi in rosa e ottimo livello per entrambe le annate: stiamo tesserando un 2007 al momento e arriverà anche un portiere 2006. Saranno otto dunque gli elementi under a disposizione, considerando che ne giocano solo due obbligatori direi che al momento siamo ben coperti».
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