«Raffaele è stato un grande, sia come uomo che come collega e lavoratore, un amico vero». Parole spezzate dal nodo in gola, dal dolore, quelle del maresciallo capo della Cosmopol, Salvatore Frassino, nel dare l’ultimo saluto al collega 40enne Raffaele Cacace, vinto da un male incurabile.
«Io e tutta la squadra di vigilanza Cosmopol, operante all’ospedale di Fermo, gli siamo stati vicini fino all’ultimo. E lui a noi. Ha lottato, lavorato, si è impegnato fino all’ultimo. Era arrivato a far parte della nostra famiglia tre anni e mezzo fa, chiedendomi se da Napoli se poteva venire a Fermo per motivi di famiglia. Poi il male, incurabile. Abbiamo fatto di tutto. lui ha avuto la forza di lavorare fino all’ultimo. Mentre si curava, continuava a lavorare. Una roccia, non ha mai mollato – racconta Frassino – Un leone, un grande uomo, un collega impagabile. Noi non lo dimenticheremo mai».
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