Regionali, sulle infrastrutture il monito di Loira (Pd): «Basta proclami, senza confronto e progetti niente sviluppo»

VOTO - Lo sviluppo economico di un territorio e quindi della Regione non può prescindere da una rete infrastrutturale sempre più moderna e capillare. Ne è convinto Nicola Loira, candidato al Consiglio regionale per il Pd nella circoscrizione fermana.

Nicola Loira

Lo sviluppo economico di un territorio e quindi della Regione non può prescindere da una rete infrastrutturale sempre più moderna e capillare. Ne è convinto Nicola Loira, candidato al Consiglio regionale per il Pd nella circoscrizione fermana.

Di cosa c’è bisogno Loira per affrontare il “nodo infrastrutture” nelle Marche?

Quello delle infrastrutture è un tema ineludibile. Se si vuole una regione moderna, attrattiva, competitiva, che ha a cuore ogni angolo del suo territorio, non si può fare finta di niente e mettere la testa sotto la sabbia.  Cosa che invece è stata fatta in questi cinque anni. Per occuparsi della questione infrastrutture con responsabilità, senza cadere nella demagogia e nella retorica, occorre avere una concezione della politica che oggi appare rivoluzionaria, sicuramente a destra ma talvolta anche nel centro sinistra. Non è più possibile pensare al consenso immediato del giorno dopo ma è necessario avere la capacità ed il coraggio di guardare oltre, al futuro, con scelte ponderate e lungimiranti.

In questi anni si è dunque perso tempo?

Di fronte ad un contesto infrastrutturale vecchio e inadeguato alle sfide del presente e del futuro non possiamo permetterci l’immobilismo di questi anni che sta comportando un progressivo scivolamento della Regione verso il sud del Paese e a farne le spese sono la qualità della vita dei cittadini, l’impoverimento e lo spopolamento dei territori e la competitività delle imprese. Non possiamo più perdere tempo, la Regione deve favorire un ampio dibattito, culturale e progettuale, su tutto il territorio, che coinvolga amministratori, comunità, associazioni rappresentative di interesse allo sviluppo e alla tutela dei territori.

Su quali obiettivi occorre allora muoversi per un rilancio della rete infrastrutturale?

Penso alla realizzazione di una linea ferroviaria veloce evidentemente arretrata rispetto all’attuale rilevato che attraversa il cuore delle nostre città di Porto San Giorgio e non solo. Penso all’ammodernamento del tratto sud dell’autostrada fuggendo dalla tentazione di un intervento irrilevante e limitato fino a Pedaso, lasciando fuori il tratto realmente problematico e pericoloso che arriva fino al confine con l’Abruzzo. La sfida è troppo importante per accontentarsi della prima soluzione a buon mercato e non valutare tutte le possibilità, mettendo sul tavolo e studiando con libertà e responsabilità i pro e i contro di ognuna di esse per poi assumersi l’onere, non più rinviabile, delle decisioni.

C’è da colmare anche un’atavica “distanza” tra la costa e l’entroterra.

Necessari infatti la realizzazione e lo sviluppo di un sistema stradale di effettivo e sicuro collegamento tra la costa e l’entroterra in modo da contrastare, con l’ausilio di altre misure e di altri investimenti, l’emigrazione della popolazione dalle zone interne. Ho sempre guardato con grande interesse, e sostenuto durante gli ultimi anni del mio mandato di sindaco, al progetto della Metrotranvia, da realizzarsi all’incirca sul vecchio tracciato ferroviario che univa Porto San Giorgio ad Amandola. Si tratta di una progettualità strategica dal punto di vista sociale e turistico, oltre che del tutto rispettosa del contesto ambientale. Il progetto di prefattibilità tecnico economica, che dimostra la perfetta integrazione dell’iniziativa con le strategie europee sui trasporti, è colpevolmente messo da parte. Vorrei occuparmene perché possa trovare lo sviluppo che merita verso un’auspicabile realizzazione.

Tra le infrastrutture rientra pure il porto di Porto San Giorgio, attraversato negli ultimi anni da tante vicissitudini.

Il porto di Porto San Giorgio non può essere considerato come qualcosa che interessi la città costiera ma un’opportunità per l’intero territorio da inserire nelle politiche di sviluppo della provincia e della regione. Oggi, seppur con imperdonabile ritardo, è il momento in cui la Regione promuova un confronto serrato, uscendo dallo steccato delle tifoserie, con l’obiettivo di rendere le Marche una Regione più moderna, più sicura e più giusta.

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