Allarme sicurezza, Salvatelli torna alla carica. «Amministrazione silente, ma P.S.Giorgio ha bisogno di un piano»

PORTO SAN GIORGIO - Gli ultimi fatti di cronaca che hanno avuto per teatro, ancora una volta, Porto San Giorgio, spingono l'ex vicesindaco Lauro Salvatelli, che aveva anche la delega alla sicurezza prima della revoca del mandato, a tornare sul tema. Questo mentre tante famiglie sangiorgesi cercano, nelle stesse ore, di riorganizzarsi e tenere alta la guardia per arginare il dilagare di tanta microcriminalità, spesso importata.

Lauro Salvatelli

Gli ultimi fatti di cronaca che hanno avuto per teatro, ancora una volta, Porto San Giorgio, spingono l’ex vicesindaco Lauro Salvatelli, che aveva anche la delega alla sicurezza prima della revoca del mandato, a tornare sul tema. Questo mentre tante famiglie sangiorgesi cercano, nelle stesse ore, di riorganizzarsi e tenere alta la guardia per arginare il dilagare di tanta microcriminalità, spesso importata. «Qualcuno ha forse avvisato il primo cittadino, Valerio Vesprini, che la campagna elettorale è finita tre anni fa ed ora servono interventi concreti e forse meno selfie e visibilità?» così Salvatelli puntando l’indice contro l’Amministrazione sul tema sicurezza. «Torno a ribadire che, ciò che interessa veramente ai sangiorgesi, è poter uscire tranquilli dopo cena, non imbattersi con gruppetti di malviventi o bande di bulli, che infastidiscono i nostri figli. Il sindaco, dal canto suo, parla dopo che questi fatti sono già accaduti senza annunciare un progetto per la sicurezza in forma preventiva».

Per l’ex vicesindaco la città di Porto San Giorgio non è più sicura. «Capisco che tutti sono ora impegnati nella campagna elettorale per le regionali, cercando di ricoprire futuri incarichi, ma in questo momento nessuno dell’Amministrazione pare interessarsi di questo problema e delle conseguenze per i nostri giovani. Non può essere un alibi il fatto che episodi simili siano accaduti anche in altri comuni del Fermano. Sulla sicurezza non ci si può improvvisare e correre dietro alle emergenze. Occorre un piano concreto che la città attende, mentre assistiamo passivamente ad una escalation di episodi tale da giustificare un serio allarmismo».

 


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