Un fiume in piena Fabrizio Cesetti, consigliere uscente e prossimo candidato alle elezioni regionali per il partito Democratico, quando si parla di sanità ed investimenti.
«Sul fatto che la sanità fermana sia molto peggiorata negli ultimi cinque ci sono pochi dubbi. Lo sanno bene i cittadini che si rivolgono al Cup per prenotare una visita e sbattono sui lunghissimi tempi delle liste di attesa, lo sanno quanti sono costretti a pagare fior di quattrini per ricevere prestazioni nelle strutture private, e lo sanno coloro che, non potendo accedere a queste ultime, rinunciano letteralmente curarsi. Ma questa situazione è nota anche negli ambienti del centrodestra, dove in effetti non si fa certo a gara nel rivendicare risultati che chiaramente non ci sono. Per questo trovo stucchevoli alcune recenti uscite del sindaco di Fermo, oggi candidato con le seconde linee della destra, secondo il quale la giunta regionale avrebbe fatto molto di più della precedente guidata dal centrosinistra. E allora, mi sono andato a riprendere il filmato di una seduta aperta del consiglio comunale di Fermo, svoltasi il 10 aprile del 2024, durante la quale venne approvato all’unanimità un ordine del giorno intitolato “Sanità Pubblica e politiche sanitarie del territorio Fermano”. Un documento fatto bene, molto articolato, che andava a mio avviso nella giusta direzione, in quanto focalizzava e formalizzava impegni precisi per dare soluzione a tutte le grandi criticità della sanità fermana, sia nella fascia costiera che nelle aree interne. Solo per citarne alcuni: i nuovi ospedali di Fermo e Amandola, la riforma dei pronto soccorso, la continuità assistenziale, la pediatria di libera scelta, i problemi riguardanti le liste di attesa e i posti letto, e persino la realizzazione di una Cittadella sanitaria al vecchio “Murri”. Ero talmente convinto della bontà di quel documento, che intervenendo nella stessa seduta (l’intervento è visibile sulla mia pagina Facebook), mi presi l’impegno di assumerlo integralmente e di riproporlo in consiglio regionale. Cosa che feci, depositando appena una settimana dopo, il 18 aprile, la mozione n. 459. Cosa è accaduto da allora? Nulla! La discussione sulla mia mozione è stata reiteratamente rinviata dalla maggioranza di centrodestra per mesi, così da giungere a fine legislatura senza dare la possibilità al consiglio regionale di esprimersi».
«Questi sono fatti – continua Cesetti – che sono accertabili da tutti i cittadini e che pertanto nessuno può smentire. Fatti che il sindaco di Fermo, che era ovviamente presente a quella seduta aperta del consiglio comunale, conosce benissimo. Così come sa benissimo i nomi di chi era presente quel 10 aprile in sala consiliare. E qualora se li fosse dimenticati, glieli ricordo io: c’erano il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il vicepresidente e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, l’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli, il sottosegretario alla giunta regionale Aldo Salvi, e c’erano naturalmente i consiglieri regionali del centrodestra fermano. Nessuna di queste figure si è spesa per far sì che l’Assemblea legislativa delle Marche si esprimesse sui contenuti approvati all’unanimità dal consiglio comunale di Fermo».
«Il dovere di dire la verità – conclude Cesetti – vale per tutti, ma vale soprattutto per il sindaco di Fermo, specialmente se decide di candidarsi al consiglio regionale. E dunque non si può mistificare il fatto che tutte le opere realizzate o in corso di realizzazione nel Fermano, sia che riguardino l’edilizia sanitaria sia che attengano alla relativa viabilità, sono state programmate e finanziate nel periodo 2015-2020 dalla giunta Ceriscioli di cui io ero assessore al Bilancio. Doverosamente, e ci mancherebbe altro, è stato portato avanti l’immenso lavoro da noi svolto e Calcinaro, da abile surfista della politica, pubblicamente lo disconosce ma poi ci si fa i selfie per la campagna elettorale».
«Il problema però – conclude Cesetti – è che niente altro è stato fatto, se non peggiorare le cose a causa della pessima riorganizzazione del sistema sanitario regionale voluta in questi anni dal centrodestra. Non perché fosse astrattamente sbagliata l’idea di dotare le Ast territoriali di personalità giuridica, ma perché non si è conferita loro la necessaria autonomia economica e finanziaria. Da un lato è mancato il riequilibrio di risorse e strumentazioni, che avrebbe dovuto essere realizzato prima della riforma non essendoci più l’Asur a fare da camera di compensazione, dall’altro si sono decentrate le responsabilità e accentrati i poteri. Il risultato è stata la paralisi, che ora può essere superata solo con uno sforzo straordinario, cioè lo stanziamento di almeno 50 milioni di euro che mi sono impegnato a prevedere nel primo bilancio della prossima legislatura, per far sì che dopo il completamento di tutte le strutture sanitarie dislocate nel Fermano, queste siano rese immediatamente operative con il personale e le dotazioni strumentali necessarie».
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