di Sandro Renzi
Non è oro tutto quel che luccica. E fare il sindaco, oggi, non è propriamente una passeggiata. Ne sanno qualcosa quei primi cittadini finiti, loro malgrado, nel dossier che il Viminale stila ogni anno elencando il numero degli amministratori locali vittime di atti intimidatori. Nel 2024, ultimo report disponibile, l’Osservatorio, coadiuvato da un Organismo tecnico di supporto, ha potuto registrare nella regione Marche ben 14 episodi che hanno coinvolto anche consiglieri e assessori. Uno in più rispetto al 2023, ma nulla a che vedere con i 22 casi denunciati nel 2014.
Quello che preoccupa è però l’andamento crescente degli atti intimidatori nell’ultimo quinquennio. Che su base nazionale si traduce addirittura in un +13,9% nel 2024, pari a 630 episodi, contro i 553 dell’anno precedente. Lecce, Cosenza e Torino le province con più denunce. Il 24% degli atti intimidatori è riconducibile a matrice privata, il 12% a tensioni di natura politica e l’11,1% a tensioni di natura sociale. Il modus operandi più frequente nel 2024 è rappresentato dalla pubblicazione di contenuti ingiuriosi o minacciosi sui social network o sul web che, con 156 episodi totali, fa registrare un aumento
del 19,1% rispetto ai 131 casi registrati nel 2023. Nel mirino finisce la piattaforma Facebook che «si conferma lo strumento maggiormente utilizzato,
evidenziando un aumento del 18,8% rispetto all’anno precedente (82 segnalazioni nel 2024 a fronte delle 69 del 2023)» si legge nel report. Da qualche anno il monitoraggio riguarda pure gli amministratori regionali. Nel 2024 si sono registrati 15 atti di intimidazione a loro rivolti rivolti e la matrice era riconducibile a tensioni socio-politiche nel 66,7% dei casi, mentre le scritte sui muri hanno
rappresentato il modus operandi più frequente (26,7% dei casi).
Tornando alle Marche, gli episodi presi in esame dal dossier (due dei quali hanno interessato rispettivamente il sindaco di Porto San Giorgio, Valerio Vesprini ed il suo vice, Fabio Senzacqua) hanno riguardato 8 primi cittadini, 3 consiglieri e 3 assessori. Vittime di contenuti ingiuriosi o minacciosi sui social con una incidenza del 24,8% sul totale degli eventi. In qualche caso gli amministratori sono stati anche oggetto di aggressioni verbali o di missive anonime.
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