Nicola Loira
Ad una manciata di giorni dall’apertura delle urne per il rinnovo del Consiglio regionale e l’elezione del governatore delle Marche, il candidato del Pd per la circoscrizione di Fermo, Nicola Loira, traccia la strada sui cui intende concretizzare il suo impegno politico.
Anzitutto, come giudica la campagna elettorale che sta per chiudersi?
Per quanto mi riguarda è stata una bella campagna elettorale: ho incontrato tante persone, ho ascoltato storie, esperienze. Abbiamo parlato di bisogni e di aspettative. Ho parlato a tutti della mia idea di politica, quella che ha guidato sempre la mia esperienza nelle istituzioni. Una politica diversa da quella che ha caratterizzato questi anni e non ha permesso che le questioni fondamentali per i nostri territori fossero affrontate. Ho visto politici pensare solo a se stessi, preoccupati del loro futuro in un’eterna campagna elettorale. Non curanti dei bisogni e dei problemi della comunità.
Non a caso il suo slogan potrebbe riassumersi tutto in una parola: oppure
Oppure è il mio slogan perché voglio essere un’alternativa a tutto questo, voglio continuare ad intendere il mio impegno esclusivamente come assunzione di responsabilità, facendomi carico delle questioni irrisolte e che gravano pesantemente sul presente e sul futuro delle Marche.
A partire dalla sanità, di cui si è tanto discusso in questi mesi.
Esatto, una sanità intesa come diritto universalistico alla salute. Se le istituzioni pubbliche non riescono, o non vogliono, garantire a tutti indistintamente le prestazioni sanitarie, a prescindere dalle capacità economiche di ognuno, si finisce per snaturare e tradire la nostra democrazia costituzionale. In una regione che invecchia e dove la vita si allunga, diventano prioritarie risposte adeguate alle lungodegenze, alla non autosufficienza. L’integrazione delle persone con disabilità e il sostegno a loro e alle loro famiglie misura il grado di civiltà di una Regione. Vorrei che le Marche ne facessero un obiettivo prioritario, come ho fatto a Porto San Giorgio quando sono stato sindaco.
E non solo..
Altra questione per cui mi batterò, completamente dimenticata in questi anni, la lotta alle dipendenze di ogni natura, dalla droga ai social. Oltre all’impegno sulla salute mentale, dei giovani in particolare. La Regione Marche ha il triste primato di essere ultima in questo campo. Inizierò dal primo momento perché la spesa sanitaria sul territorio sia gestita in modo più equo e corretto, fuori da logiche elettoralistiche. Ospedali in rete e mai più una competizione al ribasso tra gli stessi con la conseguenza di una spesa di 160 milioni all’anno per curare i marchigiani fuori regione. Servizi collocati in modo equo nei territori, basta accettare supinamente che la provincia di Fermo sia carente di servizi e specializzazioni rispetto agli altri territori.
C’è poi una “questione giovani” che le sta particolarmente a cuore.
È sconcertante che 2.452 giovani marchigiani nel 2024 abbiano trasferito all’estero la residenza. A loro si aggiungano quelli che si sono spostati in altre regioni italiane. Quale futuro per le Marche se la nostra terra non torna ad essere competitiva e attrattiva? Nel momento in cui le nostre università si accreditano tra le migliori del Paese, occorre un patto tra imprese e atenei di cui la Regione sia promotrice e garante e su cui si investano risorse pubbliche ad iniziare da quelle sperperate o peggio distribuite tra gli amici, con le società regionali come la Svem o l’Atim. Lo scopo sarebbe quello di sostenere l’innovazione dei processi produttivi e di distribuzione delle imprese garantendo prima e dignitosa occupazione ai nostri ragazzi. Scandalosa è la vicenda dell’Its, la scuola di formazione professionale: distrarre risorse per scopi non conformi alle finalità della scuola, significa tradire le istanze e le necessità dei giovani e del loro diritto di prepararsi al mondo del lavoro.
Altro tema di dibattito il futuro delle infrastrutture.
Come ho già avuto modo di dire, il nodo infrastrutture richiederà in primis responsabilità e coraggio. Basta perdere tempo, se vogliamo garantire sviluppo alla nostra Regione, la vera sfida è riuscire a confrontarsi sui progetti sedendosi allo stesso tavolo con tutti gli attori. Valutare pro e contro e poi assumersi l’onere delle decisioni.
Per tornare, in chiusura, al suo slogan, “oppure” sembra quasi voler dare la stura ad un’alternativa interna allo stesso Pd?
Sì, oppure esprime anche un’alternativa all’interno della lista del partito democratico. Mi hanno chiesto in tanti sul territorio di rappresentare il cambiamento all’interno del Consiglio regionale. Ed ho accolto questo invito mettendomi comunque a disposizione del partito.
(spazio elettorale a pagamento)
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