Attraverso una lunga lettera, Ugo Ciarrocchi, candidato alle prossime elezioni regionali nelle fila di Noi Moderati, spiega la scelta di scendere in campo e riflette sulla politica attuale e il grande astensionismo che da anni caratterizza le varie tornate elettorali.
«Viviamo un tempo difficile per la democrazia. Le istituzioni sembrano a tratti indebolite, la partecipazione popolare si assottiglia, il dibattito politico è spesso ridotto a slogan vuoti, mentre i cittadini (veri protagonisti della vita democratica) si allontanano con crescente disillusione dalle urne. Da avvocato, ex consigliere comunale di Fermo, cittadino delle Marche e con tante reminiscenze liceali di cultura e filosofia classica, sento oggi il dovere morale, prima ancora che politico, di tornare in campo, candidandomi alle elezioni regionali nella lista Noi Moderati per Acquaroli Presidente – dichiara Ciarrocchi – il mio impegno parte da un’idea forte e semplice: la politica è, o dovrebbe tornare ad essere, un servizio. Un servizio al bene comune, non un mezzo di potere personale. Per dirla con parole antiche, la politica deve ritrovare quella dimensione etica e comunitaria che fu l’anima della democrazia ateniese, il cuore del pensiero di Platone, la preoccupazione costante di Tocqueville».
«Platone, nella Repubblica, ammoniva che l’eccesso di libertà conduce paradossalmente alla schiavitù, sia dell’individuo che della polis. Quando ogni cittadino pensa solo a sé, quando la libertà diventa licenza e non responsabilità, allora la democrazia degenera. E questa degenerazione non è soltanto teorica: si manifesta oggi nell’indifferenza civica, nell’astensionismo dilagante, nell’incapacità delle classi dirigenti di rappresentare davvero i bisogni dei territori. Tocqueville, visitando l’America democratica, intuì con lucidità che il pericolo della democrazia non è l’anarchia, bensì una forma più subdola: la tirannide della maggioranza, quando un’élite autoreferenziale, sebbene eletta, agisce come se avesse carta bianca, dimenticando la pluralità reale della società. Da giurista, vedo ogni giorno quanto sia importante la separazione dei poteri, il rispetto delle autonomie locali, la cura delle istituzioni intermedie, dalla scuola ai sindacati, dalle associazioni culturali alle parrocchie».
«Noi Moderati crediamo che la moralità della politica non consista in sterili prediche, né in una finta superiorità etica, ma nel radicamento nelle virtù civiche: sobrietà, prudenza, senso del dovere, amore per il bene comune. Siamo moderati non perché rinunciamo alla battaglia, ma perché crediamo che il confronto debba fondarsi sulla verità, sulla responsabilità, sul rispetto dell’avversario – aggiunge Ciarrocchi – la cultura classica ci insegna che la democrazia è uno “stile di vita”, come ci ricordano i Discorsi di Pericle narrati da Tucidide: non una forma di governo astratta, ma un modo di essere, una forma di relazione tra cittadini. La grandezza della democrazia ateniese non risiedeva solo nelle leggi, ma nei costumi condivisi, nell’educazione civica, nel rispetto degli agraphoi nomoi, quelle leggi non scritte che regolano il senso di appartenenza a una comunità, il rispetto dei morti, la memoria del passato e l’onore verso il futuro».
«Il fenomeno dell’astensionismo è oggi uno dei segnali più allarmanti della crisi democratica. Quando quasi il 60% dei cittadini decide di non votare alle elezioni regionali, non è soltanto disaffezione: è sfiducia, è stanchezza, è dolore. Come candidati, prima ancora che come politici, dobbiamo chiederci il perché. Le cause sono molteplici: disuguaglianze crescenti, distanza fra rappresentanti e rappresentati, linguaggi incomprensibili o ipocriti, disillusione verso un sistema percepito come autoreferenziale. Ma vi è anche un altro aspetto, più sottile: la perdita del senso di appartenenza, del dovere civico, della partecipazione come bene comune. È qui che serve uno scatto morale, non un colpo di teatro. Crediamo in una democrazia dei valori, non solo delle procedure. Le regole sono fondamentali, ma insufficienti. Senza fiducia, senza partecipazione, senza l’educazione alla cittadinanza, la democrazia resta una scatola vuota – conclude Ciarrocchi – le Marche sono una terra ricca di storia, cultura, laboriosità. È tempo di riportare nella nostra Regione un umanesimo politico che tenga insieme competenza e idealità, identità e apertura, libertà e responsabilità. Mi candido con “Noi Moderati” non per ambizione personale, ma per spirito di servizio. Porto con me la mia esperienza da amministratore, il mio amore per la filosofia e per il diritto, il mio legame con questa terra, e la certezza che la vera politica è quella che costruisce legami duraturi tra gli uomini, non rendite personali. Platone affidava il governo ai filosofi non per aristocratico snobismo, ma perché credeva che solo chi ama il Bene fosse degno di guidare. Ebbene, non siamo filosofi-re, ma possiamo e dobbiamo riportare nella politica il senso della misura, il coraggio della verità, la forza della gentilezza, l’impegno per il bene comune. In questo spirito, chiedo fiducia ai cittadini delle Marche. Non come “uomo solo al comando”, ma come voce di una comunità che vuole ritrovare se stessa».
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