Si conclude con successo Teatri Senza Frontiere

TEATRO - Per la seconda volta il progetto si è concluso in Ucraina, dove sono stati realizzati complessivamente 14 spettacoli teatrali: in scuole, centri di accoglienza profughi, orfanotrofi e laddove il partner del progetto, la Chiesa Greco Cattolica di Lviv, ha programmato e ritenuto opportuno di andare

Si concluderà domani, domenica 28 settembre, la sedicesima edizione di Teatri Senza Frontiere il progetto internazionale che da sempre caratterizza “Marameo”, il festival interregionale ed internazionale del teatro per ragazzi che nell’edizione 2025 ha messo insieme sei Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lazio, Marche, Puglia) e che con i suoi cento eventi tra spettacoli, incontri, animazioni, letture, rappresenta la più grande festa del teatro per le nuove generazioni oggi in Italia.

Per la seconda volta il progetto si è concluso in Ucraina, dove sono stati realizzati complessivamente 14 spettacoli teatrali: in scuole, centri di accoglienza profughi, orfanotrofi e laddove il partner del progetto, la Chiesa Greco Cattolica di Lviv, ha programmato e ritenuto opportuno di andare.

E’ stato un lungo cammino che ha visto Ruggero Ratti e Marco Renzi, stringere centinaia di mani, per dire loro che c’è vicinanza, che non sono soli e che la prepotenza di chi si crede padrone del mondo non dovrà mai prevalere. Sorrisi, abbracci e strette di mano sono stati il filo conduttore di un’esperienza che ancora una volta ha riempito le valige dei partecipanti di quel materiale emotivo che si chiama solidarietà e appartenenza al genere umano, ridando agli stessi molto e molto di più di ciò che hanno portato.

Dice Marco Renzi: «C’è un’onda di affetto e di partecipazione che ha attraversato ogni incontro di questo cammino, una forza che una volta sentita non si dimentica più e che anzi dobbiamo proteggere e custodire perché in essa risiede un grande valore e insegnamento che ci lascia riscoprire le vere motivazioni di un mestiere, quello del teatro, che spesso invece, tra bandi e rendiconti, ce le fa dimenticare. Teatri Senza Frontiere lascia in terra ucraina un pezzo di cuore, come ha sempre fatto in ogni parte di questo mondo storto dove si è recato, forse un giorno tornerà, magari a guerra finita, per far salire ancora sul tappeto delle storie e dei racconti, quanta più gente possibile, per volare insieme e sentirci liberi, finalmente degni di abitare questo splendido pianeta dove, è sempre bene ricordarlo, siamo ospiti e di passaggio».

«C’è un’immagine che porto con me –  aggiunge Ruggero Ratti – Quella del cimitero di Leopoli: nella parte nuova, costruita apposta per ospitare i caduti di questa guerra maledetta, passeggiando tra i viali, tra il profumo del mare dei fiori, ci sono volti di donne che con i loro figli si perdono tra le immagini dei giovani mariti che non ci sono più, è allora che torna forte tutto il dolore della guerra, quella che a volte nella vita della città sembra perdersi».

Un ringraziamento va al Seminario dello Spirito Santo di Leopoli e al suo rettore, Padre Ihor Boyko, senza di loro tutto questo sarebbe stato impensabile, grazie ai Padri che ci hanno accompagnato in ogni luogo, che hanno fatto la traduzione in diretta delle parti parlate dello spettacolo, che ci hanno offerto da mangiare e da dormire. Grazie ad Alessandro Miola e Daniele Lorenzetti per gli splendidi servizi andati in onda su Rai News 24, a tutti coloro che hanno condiviso e dato spazio alle nostre cronache quotidiane, dimostrandoci affetto e sostegno.

Teatri Senza Frontiere è già al lavoro per poter andare in Palestina nel 2026, sono anni che i contati sono stati avviati ma la situazione ancora non lo permette, se tutto andrà bene porteremo anche in quella terra il nostro messaggio di pace e di fratellanza, che purtroppo, è sempre bene ricordarlo, è ancora di là da venire.


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