di Roberto Cruciani
Il presidente uscente della Regione, Francesco Acquaroli si conferma alla guida delle Marche. Dunque sfumato il sogno di Matteo Ricci, suo diretto competitor alla guida dell’Alleanza del Cambiamento, di dare la spallata al centrodestra. E’ un Acquaroli, quello che celebra la riconferma alla carica di governatore che, come è ormai nel suo stile, non si scompone. Ma i toni sono e restano comunque decisi. Contornato dai vertici dei partiti di centrodestra della sua coalizione, (al suo fianco Arianna Meloni, sorella della premier Giorgia e capo della segreteria politica di FdI, e Galeazzo Bignami, capogruppo FdI alla Camera) il rieletto presidente ammette che confermarsi alla guida dei marchigiani «è una grande emozione. Il mio grazie va alla coalizione. E’ stata una campagna elettorale intensa ma anche bella per diversi tratti e mi fa piacere che alla coalizione si sia unita la società civile con liste civiche, a significare un’aggregazione che va oltre al limite della politica. Grazie al Governo che ha dato in questi anni il giusto ascolto alla nostra regione ed è sempre al fianco dei nostri territorio. Vogliamo continuare il lavoro, le infrastrutture, il rilancio economico, le riforme avviate e che vogliamo completare per il bene della regione. Grazie ai sindaci e agli amministratori locali che sono stati preziosissimi in questi anni complicati e che hanno saputo giocare una partita importante con senso di appartenenza al territorio. Lavoreremo per i giovani, per far sì che trovino le risposte alle loro esigenze, per le aree interne, quelle colpite dal sisma, dall’alluvione. Un grazie ai miei cari, permettermi, e soprattutto ai tanti marchigiani che ci sono stati al fianco in questi mesi anche solo con una pacca sulla spalla»
Quella di Acquaroli molti la interpretano come una vittoria anche della Meloni, una conferma al consenso per la premier, (che è stata tra i primi a complimentarsi con il presidente, ndr): «Ho sempre ribadito che sono orgoglioso dell’amicizia della presidente Meloni. Lavoro importante con il Governo ma – rimarca Acquaroli – ce n’è anche uno importante sul territorio con la coalizione. Il lavoro di squadra funziona sempre e sono state date risposte al territorio che prima dai governi centrali non arrivavano».
Vittoria incassata, ora come da routine scatta il toto-giunta e i primi atti della legislatura Acquaroli-bis: «Il primo sarà iniziare subito la riforma dell’emergenza-urgenza, la faremo come prima cosa insieme ad un bando per i giovani, per riportarli nelle Marche per maggiore congruità offerta-richiesta di lavoro, unendo le esigenze tra imprese e giovani, per fare in modo di alzare le competenze del nostro tessuto produttivo. I tempi saranno quelli tecnici, lavorando già da domani».
Si ipotizza la nomina, in giunta, di un tecnico per la delega alla Sanità: «Io credo nell’ipotesi di chi ha conoscenza del territorio, la politica deve attingere nella politica i propri responsabili. Anche nella sanità il politico può essere trait d’union e può costruire un sistema migliore. Coprirsi dietro i tecnici spesso è sbagliato» rimarca il governatore. Che parla anche di un allargamento a 8 della squadra di giunta: «La giunta è a 6 assessori, per gli 8 serve che ci sia modifica statuto: spero che arrivi presto per governare meglio. Diamoci qualche ora per fare punto della situazione. Sarebbe importante che passiamo ad otto assessori. Abbiamo giocato di squadra e serve capire bene come affrontare questi prossimi cinque anni avendo ben chiaro come sarà il consiglio regionale».
Ma una dedica? «A chi ha creduto in me, alla presidente Meloni. Girando, in campagna elettorale, ho percepito tanto entusiasmo ed è in linea con quanto visto e raccolto». Ma c’è anche il grosso neo dell’affluenza ai minimi storici (50%): «Questo fatto deve far riflettere, noi dobbiamo dare continuità intorno alle visioni che abbiamo. Aspettiamo i numeri finali ma questi ci dicono che una sostanziale tenuta c’è stata. Vediamo i risultati numerici e non solo percentuali» conclude Acquaroli.
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