Un altro “pilastro” della Porto San Giorgio che fu se n’è andato. Ieri mattina si è spento, infatti, all’età di 87 anni, il sangiorgese Luigino Nasini. Un nome che a Porto San Giorgio da sempre fa rima con ristorazione. Basti dire che ha fondato e guidato per ben 27 anni il ristorante-pizzeria L’Ancora, in via Foscolo, quartiere Borgo Rosselli.
Un’attività di ristorazione che ha fatto la storia della città e che ha gettato le basi dell’accoglienza (in questo caso, a tavola) sangiorgese. Insieme all’adorata moglie, Gabriella Sgrilli ha aperto per la prima volta i battenti de L’Ancora nel lontano 1979 e ha traghettato la sua attività fino al 2006. Una vita dietro al bancone con la moglie Gabriella, da molti ritenuta una maga in cucina. Beh dunque per Luigino la ristorazione una ragione di vita? Sì, potrebbero pensare (legittimamente) i tantissimi clienti passati dai suoi tavoli nel corso di 27 anni. No, chi lo conosceva personalmente. E il motivo è semplice: la sua prima ragione di vita è stata la famiglia, con Gabriella, appunto, e con gli amati figli Sauro e Stefano, a cui ha trasmesso la passione e la professionalità nello stare dietro a un bancone. Poi, nel corso degli anni, la famiglia che si allarga. E arrivano i matrimoni dei figli e gli adorati nipoti.
Un uomo, Luigino, forte, dalla stazza imponente, dal sorriso tirato ma dalla battuta sempre pronta, dall’ironia di chi sa come scherzare con i clienti e come farlo tra amici, un uomo che sapeva dispensare consigli quando il ristoratore era prima di tutto un consigliere di vita, un uomo esempio di professionalità ma senza mai scadere nella presunzione, un uomo rimasto sempre legato alle sue origini e che si è fatto forza a suon di giornate lavorative e dal calore della famiglia. Proprio tra l’affetto dei suoi cari, ieri mattina si è spento nel sonno. E oggi pomeriggio, alle esequie tenutesi alle 15,30 nella chiesa di Santa Maria a Mare, tutti i suoi amici non sono mancati, per tributare l’ultimo saluto a Luigino. E con lui se ne va una parte di storia sangiorgese, ma di quelle che non tramonteranno mai, nemmeno con dopo l’ultimo respiro.
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