di Nunzia Eleuteri
Il 28 e 29 settembre scorsi hanno votato 662.845 marchigiani per il rinnovo del consiglio regionale, pari ad appena il 50,01% del corpo elettorale, rispetto al 59,74% del 2020. Un dato che dovrebbe far riflettere, e non poco. Il malessere tra gli aventi diritto al voto è palese. Urge sempre più una riforma elettorale ma, a mio avviso, vanno soprattutto regolamentati meglio i partiti affinché finisca il sistema dei privilegi e torni la partecipazione democratica.
Ma parliamo dei risultati delle recenti elezioni regionali. In ordine di affluenza è prima la circoscrizione di Pesaro e Urbino con il 52,38%, seconda è quella di Fermo con il 51,22%, poi Ancona che ha fatto registrare un’affluenza del 50,41%, quarta posizione per Ascoli Piceno dove la percentuale è stata del 48,97% ed ultima, dato molto deludente per la provincia di casa del Presidente Acquaroli, Macerata con il 47,02%. Non hanno brillato le affluenze nemmeno nelle città capoluogo, dato preoccupante per chi si appresta ad eleggere i prossimi primi cittadini: in prima posizione troviamo Fermo con il 56,30% (i prossimi candidati sindaco avranno parecchi voti da conquistare tra i disertori delle urne), seguita da Pesaro con il 54,07%, terza posizione per Ascoli Piceno con il 52,19% seguita da Ancona con il 51,16%. Fanalino di coda, anche in questa occasione è Macerata con appena il 50,91%.
Il grande successo, indubbiamente, è di Fratelli d’Italia che con il 27,41% si attesta primo partito delle Marche e conquista 10 seggi in consiglio, seguono Forza Italia (e Base Popolare) con l’8,60% e 3 seggi conquistati come la Lega con il 7,37%, un seggio a “I Marchigiani per Acquaroli” con il 4,25%, esperimento civico attribuito al senatore di FdI, Guido Castelli, a supporto del centro destra e davvero ben riuscito, un seggio va anche alla lista “I Civici Marche per Acquaroli Presidente” con il 2,59% ed uno alle “Liste Civiche Libertas Unione Di Centro” con appena l’1,91%. Resta in ultima posizione, senza seggi, la lista di “Noi Moderati” che dovrà far tesoro di questo risultato per fare il punto della situazione sulle scelte regionali fatte ma anche valutare la convenienza di restare soli piuttosto che confluire in altri partiti.
Fermiamoci a questi dati sulla maggioranza e facciamo alcune riflessioni.
Parte la corsa al toto-giunta che, si sa, è un vero e proprio puzzle con pezzi ad incastro che dipendono da preferenze, seggi, quote rosa, rappresentanza dei territori e…promesse fatte. Insomma, non un gioco da ragazzi ma da veri strateghi. Come andrà? Lo vedremo nei prossimi giorni ma proviamo a fare alcune considerazioni fermane.
Anche se tutti lo danno già come assessore, dall’alto delle sue 9311 preferenze, Paolo Calcinaro sarebbe un perfetto Presidente del Consiglio visto che è stato il candidato più votato delle Marche. Chi potrebbe meglio di lui rappresentare l’intero consiglio regionale? Una scelta che lascerebbe così spazio anche alla nomina di un assessore nel Fermano visto che nel 2020 questa provincia è rimasta a bocca asciutta. Potrebbe essere il confermatissimo Andrea Putzu con le sue 6.005 preferenze (un miglioramento di circa 2000 voti rispetto al 2020). In tal caso, siederebbe in consiglio regionale Elisabetta Ceroni, sindaco di Rapagnano, che con 2.784 preferenze risulta essere, di gran lunga, la donna più votata della provincia. E se ci fosse bisogno di una quota rosa, potrebbe essere scelta addirittura come assessore. Indiscutibilmente, un’ottima prestazione la sua.
Altra figura femminile, che potrebbe ambire ad un assessorato nel rispetto delle quote rosa, è Jessica Marcozzi, eletta al suo terzo mandato con 1.818 preferenze (anche per lei un miglioramento, pur se piccolo, rispetto al 2020). Non è da sottovalutare che su Forza Italia incombe anche il credito di Base Popolare i cui voti del suo candidato Lorenzo Morresi sono risultati determinanti per far scattare il seggio nel Fermano. La nomina della Marcozzi come assessore potrebbe così soddisfare anche il gruppo di Gian Mario Spacca che vedrebbe, quindi, sedere in consiglio regionale il dermatologo Lorenzo Morresi, forte di ben 1.495 voti. Va sottolineato, infatti, che se nella lista di Forza Italia del Fermano non ci fosse stato un candidato così votato come Morresi, sarebbe scattato il seggio a Stefano Aguzzi nel Pesarese. Sono state appena 300 preferenze a fare la differenza. Un dejà vu, per certi versi, in Forza Italia perché anche 5 anni fa, Jessica Marcozzi fu eletta anche grazie ad un candidato esterno al partito. Fu, infatti, l’indipendente Giovanni Lanciotti con i suoi 1100 voti, ad alzare la percentuale che fece scattare il seggio nel Fermano. Il partito di Tajani, a quanto sembra, non riesce a decollare nelle Marche visto che deve sempre contare su qualche stampella di appoggio.
Per il Fermano, comunque, questa volta ci sono delle belle possibilità e si può sperare di riscuotere il credito del 2020. Non dimentichiamo, comunque, che non finisce qui perché siamo già proiettati alla campagna elettorale per le politiche in programma tra un anno e mezzo. E, si sa, in quel caso un rimpastino di giunta in Regione non ce lo toglierà nessuno…
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