di redazione CF
«Chiediamo agli enti presenti alla Conferenza dei Servizi, di acquisire delle specifiche osservazioni proprio alla Conferenza dei servizi che si terrà domani e che avrà ad oggetto anche l’ampliamento della discarica che insiste nei comuni di Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a mare. Premettiamo che siamo consapevoli del fatto che ogni cittadino crea rifiuti e che la discarica per un paese diventa una necessità. Com’è logico pensare però, tale scelta comporta delle grandi responsabilità, al fine di non generare gravi rischi per la salute pubblica». E’ quanto puntualizzano dal circolo Legambiente ‘Antonietta Belletti’ di Porto Sant’Elpidio. Legambiente era presente venerdì sera all’assemblea pubblica in cui gli amministratori dei due Comuni hanno incontrato i cittadini.
E oggi la sigla ambientalista rimarca i punti cardine: «Abbiamo appreso che l’impianto acquisirà percolato che proviene da fuori Porto Sant’Elpidio, che in passato si è richiesta e accordata una deroga che consenta il superamento dei limiti per Cloruri e Ammoniaca e che oggi si chiede la deroga per il superamento dei limiti per l’alluminio ed il ferro. Chiediamo che in base al principio di chi inquina paga, ogni paese dovrebbe occuparsi dei propri rifiuti, nell’ottica anche di cercare un’autonomia che potremmo definire ecologica per i due paesi coinvolti e in considerazione del principio di precauzione, che ci induce ad evitare possibili situazioni di pericolo per la salute pubblica, che l’impianto non vada ad intercettare rifiuti che provengano da fuori Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare. Chiediamo che non venga accettata la deroga al superamento dei limiti per il ferro e l’alluminio al fine di tutelare la salute pubblica. Questo perché un impianto di nuova generazione, così come quello che si è chiesto di adottare, non dovrebbe aver bisogno di utilizzare metodi superati, ma essere all’avanguardia circa le modalità di depurazione. Infine chiediamo che venga tolta la deroga già accordata al superamento dei limiti per cloruri e ammoniaca, questo sempre perché un impianto nuovo si deve dotare di tecnologie avanzate. (…) Ricordiamo che lo Statuto della Regione Marche all’art.4 comma 2 recita: “La Regione riconosce il ruolo dell’impresa per lo sviluppo della comunità marchigiana e nel sostenere la libertà di iniziativa economica, purché non sia in contrasto con l’utilità sociale e non rechi danno alla sicurezza, all’ambiente, …” E all’art.5 comma 3 bis sancisce che la Regione “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”».
Legambiente chiede anche «che al fine di tutelare la salute pubblica di cui il sindaco è tutore e l’Ast referente, così come emerso durante l’assemblea pubblica de l 3 ottobre scorso e confermato, con nostro sollievo, da tutti gli amministratori politici presenti, di effettuare delle analisi continuative con periodicità variabile da enti accreditati, ma che cambiano in continuazione (…). Tali analisi dovrebbero essere effettuate tutto intorno all’area in cui sono presenti la discarica, i depuratori (includendo anche quello presente in via della pace) e gli impianti di trattamento dei rifiuti. Dovrebbero riguardare analisi delle acque (tramite pozzetti) e dell’aria (tramite nasi). Concordiamo con la richiesta palesata anche durante l’assemblea pubblica dal sindaco, di creare una vasca che dia la possibilità di accogliere i rifiuti della Fim solo quando essi siano pronti per essere portati in discarica e non prima. Tale intervento è necessario al fine di evitare quanto accaduto in passato, e cioè che la richiesta di ampliamento, si trasformi poi in domanda di ricevere rifiuti che non hanno a che vedere con la Fim».
«(…) E’ necessario avviare una vera e propria indagine epidemiologica. Chiediamo pertanto alla Ast – aggiungono da Legambiente – di attivare questa procedura e al sindaco che si faccia portavoce di questa istanza. Concludendo, i principi che attualmente vigono in materia di rifiuti e la scarsità di materia prima che caratterizza il nostro vivere in un pianeta finito, la costituzione, lo statuto regionale, nonché le normative europee, ci spingono verso un cambiamento dei consumi che vada nella direzione dei rifiuti zero e dell’economia circolare. Invitiamo pertanto tutti gli enti in indirizzo, per quanto di loro competenza, ad adoperarsi in tal senso».
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