Calzaturiero: ancora giù l’export (-9,1%) Cassa integrazione a +26,9%

ECONOMIA - L'analisi condotta dal Centro studi di Confindustria accessori moda per Assocalzaturifici sul primo semestre 2025 mostra dati preoccupanti. Tra i nuovi mercati, spicca la crescita della Polonia (+42,4%)

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Un calzaturificio

Industria calzaturiera, ancora complessa la situazione per le Marche secondo l’analisi condotta dal Centro studi di Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici. Focalizzando l’attenzione a livello regionale, nei primi sei mesi del 2025 nelle Marche l’export di calzature e parti risulta in flessione del -9,1% in valore sull’analogo periodo 2024.

Le prime cinque destinazioni dell’export marchigiano, che coprono il 46,2% del totale, sono risultate: Francia (-10,7%), Germania (+2%), Usa (-19,8%), Cina (-21%) e Belgio (-9,3%). Continua irrisolta, stante la prosecuzione del conflitto, la questione dei paesi dell’ex blocco sovietico: la Russia, settima, segna un -21,6%, mentre l’Ucraina, trentunesima, un -8,5%.

Bene la Polonia, ottava destinazione regionale, che presenta un balzo pari al +42,4%. Indicazioni non positive anche per demografia delle imprese e occupazione. Nel primo trimestre 2025 – cui si fermano al momento i dati regionali disponibili, per l’entrata in vigore ad aprile della nuova classificazione Ateco – il numero di imprese attive nelle Marche (calzaturifici e produttori di parti) ha registrato, secondo Infocamere-Movimprese, un calo di 52 aziende (tra industria e artigianato), pari al -2,3% su dicembre 2024, accompagnato da un saldo negativo di 187 addetti. Per quanto riguarda le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate da Inps per le imprese marchigiane della filiera pelle nel primo semestre 2025 si registra un aumento del +26,9% rispetto all’analogo periodo del 2024: sono state autorizzate oltre 3,1 milioni di ore, un numero superiore del +162,4% anche rispetto alla situazione pre-Covid dei primi 6 mesi 2019.

L’analisi in campo nazionale, nel cumulato gennaio-giugno, registra un calo sia del fatturato (-5,6% tra gli associati partecipanti alla rilevazione trimestrale) sia della produzione industriale (-9,5% l’indice Istat, con una riduzione tendenziale del -7,5% nel periodo aprile-giugno dopo il -11,4% del primo trimestre). L’export, che storicamente traina l’industria calzaturiera italiana, dal momento che l’85% delle calzature prodotte nel Belpaese è destinato ai mercati esteri, resta positivo nelle paia (+3,7%) pur calando in valore (-1,7%), frenato dalle performance nel Far East e nell’area Csi. Tengono i mercati comunitari (+1,4% in valore), mentre prosegue il trend decisamente favorevole di Emirati Arabi (+25,3%) e Turchia (+15,5%).


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