Maxi operazione ambientale: 14mila metri quadrati di rifiuti, 830 tonnellate sequestrate

MONTALTO - Un'area vastissima con rottami metallici, autoveicoli abbandonati e pneumatici fuori uso. Scattata la denuncia per il titolare. La Guardia di Finanza ha posto sotto sequestro anche quattro strutture abusive con oltre a 830 tonnellate di materiali tra batterie al litio, bombole di gas, lampade al neon e altri componenti ad alto rischio di inquinamento

 

Una maxi operazione a tutela dell’ambiente e del territorio marchigiano. La Guardia di Finanza ha messo a segno un nuovo colpo contro l’illegalità ambientale, sequestrando un’area di ben 14.000 metri quadrati nel territorio di Montalto delle Marche, trasformata in un deposito a cielo aperto di rifiuti pericolosi e non, rottami metallici, autoveicoli abbandonati e pneumatici fuori uso.

Il deposito a cielo aperto

 

Il blitz, condotto dai militari del Reparto Operativo Aeronavale di Ancona insieme ai colleghi del di Ascoli, si è svolto con il supporto tecnico dell’Arpam, nell’ambito di un protocollo d’intesa siglato tra l’Agenzia regionale e la Guardia di Finanza.

 

Al termine delle indagini, le Fiamme Gialle hanno posto sotto sequestro anche quattro strutture abusive – due completamente prive di autorizzazioni e due realizzate in difformità edilizia – oltre a 830 tonnellate di materiali tra batterie al litio, bombole di gas, lampade al neon e altri componenti ad alto rischio di inquinamento.

 

Il titolare della ditta individuale, operante nel settore del recupero di rottami metallici, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Ascoli per una lunga serie di reati: gestione illecita di rifiuti, abusi edilizi, invasione di terreni e distruzione o deturpamento di bellezze naturali.

 

L’area interessata, estesa anche per circa 2.000 metri quadrati su suolo demaniale fluviale, è stata sottoposta a sequestro preventivo d’urgenza, poi convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari.

L’operazione si inserisce in una più ampia campagna di contrasto ai crimini ambientali nelle Marche, a distanza di appena un mese dal precedente sequestro eseguito proprio nel territorio piceno.

 

«Un impegno costante – sottolineano dal Comando Regionale – per proteggere il patrimonio naturale e paesaggistico della regione e prevenire ogni forma di degrado e contaminazione. Come previsto dalla legge, il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari e le accuse dovranno essere verificate nelle sedi opportune, nel rispetto della presunzione di innocenza».


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