Cosa significa abitare oggi i territori dell’entroterra, in un tempo in cui i paesi si svuotano, i servizi si assottigliano e i legami comunitari si indeboliscono? Quale spazio rimane – o può essere creato – per chi sceglie di restare, non per mancanza di alternative, ma come atto intenzionale, consapevole, generativo? Da queste domande nasce: Il diritto di restare, il progetto che da oltre un anno attraversa l’entroterra marchigiano e che si prepara ora a vivere il suo momento conclusivo: due giornate pubbliche, il 25 e 26 ottobre 2025 a Santa Vittoria in Matenano, per condividere un percorso e aprire nuovi immaginari sul futuro delle aree interne.
Avviato nel settembre 2024 promosso e gestito dalla Piccola Scuola Rurale in collaborazione con NuovaRicerca.AgenziaRes, con il sostegno di ActionAid Italia e della Fondazione Realizza il Cambiamento, il progetto si inserisce nel programma europeo The CARE – Civil Actors for Rights and Empowerment, cofinanziato dall’Unione Europea. È stato un anno di lavoro intenso, fatto di corsi di formazione, incontri, momenti di ascolto e riflessioni a più voci su cosa significhi abitare territori considerati marginali, e su come renderli luoghi in cui poter scegliere di vivere con dignità, radicamento e possibilità.
La due giorni si aprirà sabato 25 ottobre, dalle 9.00 alle 13.00, con un incontro pubblico nella Sala Consiliare di Palazzo Monti, dal titolo: Restare è un diritto, abitare è una scelta. Un momento di restituzione collettiva e confronto, pensato per accogliere cittadine e cittadini, amministratori, attivisti, operatori locali, giovani e studiosi, chiamati a riflettere su come ridare significato e futuro all’abitare nei territori dell’Appennino. Ad aprire la mattinata saranno Carlotta Sinatra, Coordinatrice del progetto e Marco Antolini Presidente della Piccola Scuola Rurale, che offriranno uno sguardo sul percorso compiuto e sulle domande emerse lungo il cammino. Subito dopo, Marco Moroni, storico economico, guiderà un inquadramento storico e culturale dello spopolamento nei Sibillini, offrendo una prospettiva utile per comprendere il presente dentro un movimento di lunga durata.
La seconda parte della mattina sarà dedicata al racconto di esperienze concrete: Sabrina Ciancone, Sindaca di Fontecchio, porterà la voce di un comune che ha fatto della rigenerazione e dell’accoglienza un elemento centrale della sua rinascita; Raffaele Spadano, Antropologo e co-fondatore del collettivo Montagne in Movimento, offrirà uno sguardo critico e militante sulle pratiche di restanza e ritorno nei territori montani. Dopo una breve pausa, si riprenderà con l’intervento di Stefano Ranieri di NuovaRicerca.AgenziaRes, che ragionerà sul ruolo dei servizi come infrastrutture di cittadinanza. A concludere, la voce delle nuove generazioni: sarà infatti presentato il Manifesto nato dalla Summer School “Intraprendere nell’entroterra”, costruito da giovani partecipanti come traccia per nuove visioni e nuove pratiche di futuro.
Il convegno si propone come spazio aperto, dove ascolto e visione si intrecciano per costruire collettivamente una nuova grammatica dell’abitare. Perché restare, oggi, può essere un atto radicale: personale, politico, collettivo. Un gesto di cura verso i luoghi, le persone, le storie e le possibilità che ancora abitano questi territori.
La seconda giornata, domenica 26 ottobre, si sposterà sul piano del racconto e dell’immaginazione, grazie alla proiezione del documentario Vado verso dove vengo, in programma alle ore 18.00 presso il Teatro del Leone. Il film, con la partecipazione di Vito Teti, Franco Arminio e Filippo Tantillo, propone uno sguardo profondo e poetico sul fenomeno dello spopolamento e delle migrazioni nei piccoli paesi lucani. Attraverso le voci di chi è partito, di chi è tornato e di chi è rimasto, il documentario costruisce un racconto corale, fatto di memorie, scelte, legami e possibilità. È anche un laboratorio di narrazione partecipata, in cui il confine tra centro e margine viene interrogato e attraversato, e in cui l’identità dei luoghi si ricompone a partire da relazioni nuove, più aperte, più consapevoli.
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