«I tre anni di Governo Meloni hanno rappresentato una vera svolta per l’Appennino centrale facendo segnare il cambio di passo nella ricostruzione post-sisma, consentendo l’avvio di una nuova stagione di sviluppo dei nostri territori rispetto al passato. Il lavoro svolto in questi anni, sta consentendo di superare l’emergenza attraverso una strategia di rinascita fondata su un modello che unisce sostenibilità, sicurezza, innovazione e identità», a sostenerlo è il senatore Guido Castelli, Commissario Straordinario al sisma 2016.
«Si tratta di quel modello – aggiunge il Commissario Castelli – meglio noto come il Laboratorio Appennino centrale, la cui attuazione è stata resa possibile dalla stretta sinergia istituzionale tra Governo, Regioni e Comuni, che ha consentito di tenere insieme la ricostruzione materiale con la riparazione economica e sociale delle nostre comunità. La costante attenzione del Governo Meloni nei confronti dei nostri territori e l’impegno dei suoi ministri ha contribuito in maniera essenziale a realizzare quelle azioni che ci hanno permesso di accelerare le procedure, semplificare le norme e rendere la ricostruzione più rapida ed efficace. Il Laboratorio Appennino può creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile, basato su innovazione, conoscenza e valorizzazione del ricco patrimonio di storia, arte cultura e natura custodito nei territori del sisma».
La questione delle aree interne si incrociano anche a quelle del cambio di approccio in materia di emergenza climatica: «Il Presidente Meloni – sottolinea il commissario Castelli – ha espresso la volontà di ‘abbandonare l’approccio ideologico del green deal, per cui l’Italia non potrà sostenere la proposta della Commissione europea di revisione della Legge clima europea com’è formulata, serve un cambio di approccio ’. Necessario prendere atto delle diverse realtà e delle diverse soluzioni possibili in tema ambientale, considerando le differenze sostanziali tra Sud e Nord Europa. Il fronte Mediterraneo è quello più esposto agli effetti dei cambiamenti climatici. Una minaccia grave che in Appennino centrale conosciamo bene e sappiamo anche che le soluzioni divergono totalmente dalle indicazioni che vengono da Bruxelles, pensate per il Nord e Centro Europa che spingono per l’abbandono dei territori, lasciando libero spazio alla natura, mentre i nostri sforzi vanno in direzione opposta. La netta posizione italiana sul Green Deal sta ottenendo risultati significativi, come l’accordo sulle semplificazioni per la Pac che permette agli agricoltori che lavorano nei siti Natura 2000 di essere automaticamente considerati conformi alle norme ambientali. Provvedimento che interessa più del 50% di tutto il cratere sisma 2016: semplificazione burocratica e il sostanziale riconoscimento del ruolo di custodi del territorio dei nostri agricoltori. Solo un presidio attivo e produttivo del territorio può garantire la messa in sicurezza dei centri abitati e la salvaguardia del paesaggio dando forma e concretezza a un Green Deal non ideologico, ma pragmatico».
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