Villa Vitali, un patrimonio ritrovato: ecco il libro che racconta il parco e la sua anima

FERMO - Il nuovo volume presentato ieri a Fermo. Raccoglie studi, ricerche e la storia di un recupero che ha restituito ai cittadini uno dei luoghi simbolo del capoluogo

di Silvia Ilari

Un pomeriggio dedicato alla riscoperta di uno dei luoghi più amati dai fermani: ieri, dalle 16.30 nella Sala Rollina del Teatro dell’Aquila, è stato presentato il volume Il Parco Pubblico di Villa Vitali a Fermo: storia, archeologia e collezionismo. Realizzato nell’ambito del progetto PNRR “Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: Parco e giardino storico di Villa Vitali”, è edito da Andrea Livi Editore.

Alla presenza dell’assessora alla Cultura Micol Lanzidei il pubblico ha potuto ascoltare, tra gli altri, gli interventi del curatore E di diversi autori, che hanno raccontato il meticoloso lavoro di ricerca dietro al libro. 

L’iniziativa ha offerto anche l’occasione per ripercorrere le tappe del progetto di recupero e rigenerazione del parco, tornato nella piena disponibilità pubblica lo scorso 3 maggio, al termine dei lavori realizzati con fondi Pnrr grazie alla partecipazione del Comune di Fermo a bandi del Ministero della Cultura.

L’assessore Micol Lanzidei

Il volume rappresenta la sintesi di un ampio percorso di studio e collaborazione tra istituzioni, enti di ricerca e scuole del territorio. Il Settore Cultura del Comune di Fermo, con il supporto tecnico del settore Lavori Pubblici, ha promosso una rete di convenzioni con l’Università Politecnica delle Marche, l’Università di Macerata e l’Itt “Montani”. Con quest’ultimo è stato organizzato un corso di “giardiniere d’arte” nel 2024, diretto da Gaetano Sirocchi. Obiettivo del progetto: approfondire la storia, l’archeologia e la botanica dell’area del parco, con uno sguardo alle collezioni artistiche legate a Villa Vitali. 

Un lavoro collettivo sinergico, dunque, che ha visto la possibilità di attivare delle borse di ricerca di cui hanno usufruito la dottoressa Francesca Massetani per UnivPM per la parte botanica diretta dal prof. Davide Neri, Elia Bevilacqua per l’archeologia diretto dalla professoressa Emanuela Stortoni di UniMC e Fabiola Cogliandro per lo studio delle collezioni, diretta dalla dottoressa Patrizia Dragoni dell’Università degli Studi di Macerata. 

Per portare i saluti dell’amministrazione e non solo, è intervenuta, si diceva, l’assessora alla Cultura Micol Lanzidei: «Sono davvero onorata di presentare questo volume. Si tratta di un progetto che non è solo un intervento di recupero del verde urbano, ma un vero e proprio viaggio dentro la storia, la bellezza, un viaggio l’identità profonda di questo spazio e della nostra città. Villa Vitali, lo sappiamo tutti, non è un semplice giardino pubblico, un polmone verde, è soprattutto un bene culturale complesso, stratificato. Al suo interno si intrecciano storie di collezionismo, tracce archeologiche, memoria pubblica e paesaggi. In qualche modo, riqualificarlo ha significato riportarlo in vita e restituirlo alla comunità con uno sguardo attento al passato, ma, allo stesso tempo, orientato verso il futuro. E questo volume ne è un po’ la testimonianza, un risultato di un lavoro corale e prezioso».

Massimo Satta

Assente (giustificato dal momento che è stato chiamato ad Ancona per la nomina ad assessore regionale) il sindaco Paolo Calcinaro che del libro ha scritto la prefazione. A tirare le fila del gruppo di lavoro, è stata la mano attenta di uno studioso di lunga data della storia della famiglia Vitali: il professore ravennate Massimo Satta. Curatore del volume, ha affermato: «Realizzare un libro come questo, che cerca di rimettere insieme vari pezzi della Storia, è stato un lavoro difficile. Le informazioni sulla famiglia non mancano, ma sono tante e dispersive. La struttura del volume, dopo l’introduzione del sindaco, vede il contributo della professoressa Stortoni che ne ha spiegato la metodologia di ricerca e ha curato la parte che parla dell’antichità. Successivamente, sono stati catalogati dal dottor Bevilacqua i reperti  e poi è stata raccontata dalla dottoressa Cogliandro la parte storica dal Medioevo, la professoressa ha fatto un grande lavoro di studio attraverso archivi e biblioteche. Poi, spazio alla bibliografia, dal 1846 a oggi. In seguito, la professoressa Dragoni ha trattato le collezioni Vitali, per poi lasciare spazio alla parte botanica curata da Neri e Massetani e altri due collaboratori».

La riapertura degli spazi esterni ha necessitato anche di un lavoro di riqualificazione architettonico, mostrato dall’architetto Paolo Santarelli, attraverso foto del prima e dopo e una descrizione effettuata con minuziose descrizioni, come quella inerente alla voliera ricostruita secondo i dettami ottocenteschi. 

Paolo Santarelli

«Finora i giardini erano stati considerati sempre dei beni culturali di serie B rispetto ai grandi monumenti — ha detto l’architetto Santarelli — Questo bando, invece, ha messo in luce una nuova connessione tra cultura, Storia e natura. Era necessario un progetto da cui emergesse un nuovo senso d’identità e di appartenenza, restituendo il giardino alla cittadinanza». 

In chiusura di sono susseguiti gli interventi dell’editore Andrea Livi e di docenti e ricercatori quali: 

  • Davide Neri e Francesca Massetani del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali – Università Politecnica delle Marche – HORT Soc. Coop, con “Il Giardino di Villa Vitali” sulla parte botanica; 
  • Emanuela Stortoni ed Elia Bevilacqua su Dipartimento di Scienze della Formazione, Beni Culturali e Turismo dell’Università degli Studi di Macerata su “L’area della Villa e del Parco in antico”; 
  • Fabiola Cogliandro del Dipartimento di Scienze della Formazione, Beni Culturali e Turismo dell’Università degli Studi di Macerata su “La collezione Vitali. Dalla Villa Vitali alla Casa Museo Ivan Bruschi di Arezzo”. 

Davide Neri

Francesca Massetani

 


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