La marineria “saluta” P.S.Giorgio. Mercato ittico ad un bivio: chiusura o riconversione

PORTO SAN GIORGIO - Il mercato ittico rischia di chiudere i battenti. Della storica marineria sangiorgese non rimane ormai più nulla. Le imbarcazioni rimaste si contano sulle dita di una mano ed hanno espressamente scelto, per motivi logistico-tecnici e non solo, di andare altrove a fare l'asta.

di Sandro Renzi

Il mercato ittico rischia di chiudere i battenti. Della storica marineria sangiorgese non rimane ormai più nulla. Le imbarcazioni rimaste si contano sulle dita di una mano ed hanno espressamente scelto, per motivi logistico-tecnici e non solo, di andare altrove a fare l’asta. Lo hanno ribadito anche all’assessore Senzacqua lasciandolo col cerino in mano sul futuro del mercato sangiorgese che peraltro richiede pure importanti interventi strutturali. Quello che sta avvenendo a Porto San Giorgio è, se vogliamo, anche un implicito passaggio di consegne tra la marineria e il più corposo comparto delle vongolare a cui resta adesso l’onere di tenere alto il vessillo della marineria di Porto San Giorgio insieme agli operatori della piccola pesca.

Insomma è come se, paragonando il tutto ad un altro settore traino dell’economia rivierasca, ovvero il commercio, si spegnessero per sempre dall’oggi al domani due o tre insegne di negozi. La pesca non è attrattiva per i giovani. Lavoro faticoso ed impegnativo, che richiede sacrificio. Salvo rarissimi casi, il cambio generazionale non c’è stato ed anno dopo anno le richieste di rottamazione o vendita delle imbarcazioni sono cresciute in numero. Il settore si è avviato, suo malgrado, verso un graduale ed ineluttabile declino. Mentre reggono, tra mille difficoltà, il colpo le vongolare. Il mercato ittico è a un bivio dopo anni di sofferenze. Chiudere o riconvertirsi, ed è quest’ultima la strada che sta cercando di seguire l’assessore Senzacqua, promotore poco più di un mese fa di un marchio, con tanto di logo, per certificare il pescato sangiorgese. Chissà se il progetto andrà avanti e se a questo punto potrà restare in piedi solo per le vongole o magari per il prodotto che arriva dal Cogepa? Si tratta, in sostanza, di una certificazione abbinata al pescato delle imbarcazioni locali da esporre nei ristoranti piuttosto che nelle pescherie cittadine per identificare la “provenienza sangiorgese” del pesce. Tutto questo accade peraltro dopo la firma per lo stanziamento di risorse, avvenuto ad Ancona, da destinare al restyling del mercato e dei box adiacenti il molo sud. Insomma, una gatta da pelare non da poco per l’Amministrazione Vesprini che dovrà subito mettere mano ad una progettualità per la struttura ittica.

 


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