«A Porto San Giorgio cresce l’emergenza abitativa tra affitti brevi e suolo che scompare» L’allarme di Minnetti

PORTO SAN GIORGIO - Le proposte dell'ex consigliera comunale: «Una città davvero viva non è solo quella che si riempie d’estate, ma quella che resta abitata, vissuta e curata durante tutto l’anno. Per Porto San Giorgio, come per molte località della costa marchigiana, la sfida è chiara: garantire che il mare resti una risorsa, non un confine tra chi può permettersi di vivere qui e chi deve solo passarci»

Daniela Minnetti

«Porto San Giorgio, la casa è un lusso: cresce l’emergenza abitativa tra affitti brevi e suolo che scompare. Mentre i dati Ispra collocano la città tra le prime per consumo di suolo nelle Marche, Confabitare stima un fabbisogno di oltre mille alloggi. Il nuovo piano regolatore può diventare l’occasione per invertire la rotta». E’ l’allarme lanciato dall’ex consigliera comunale, candidata alle recenti regionali con la lista in appoggio a Matteo Ricci, Daniela Minnetti.

«Una città che cresce, ma senza spazio per chi vuole viverci. Porto San Giorgio continua a espandersi, ma non sempre nel modo giusto.
Secondo i dati Ispra, insieme a San Benedetto del Tronto, la città è tra le prime nelle Marche per consumo di suolo: un primato che pone interrogativi sulla sostenibilità del modello urbanistico e sulla capacità di garantire un futuro equilibrato tra sviluppo e tutela ambientale. Ma a preoccupare oggi non è solo la cementificazione. A pesare è soprattutto la crisi del diritto all’abitare, aggravata da un mercato immobiliare sempre più dominato dagli affitti brevi turistici, che sottraggono case ai residenti e fanno lievitare i prezzi. Case che ci sono, ma non per chi vuole restare tutto l’anno. Il boom del turismo e delle piattaforme online – rimarca Minnetti – ha cambiato le regole del gioco: molti proprietari preferiscono affittare per pochi giorni a prezzi più alti, piuttosto che stipulare contratti a lungo termine. Il risultato è che, soprattutto a Porto San Giorgio, è sempre più difficile trovare abitazioni per periodi medio-lunghi, anche per famiglie, lavoratori stagionali o giovani coppie. Secondo Confabitare, nella sola provincia di Fermo mancano tra i 1000 e i 1200 alloggi per chi vuole acquistare. Un dato che fotografa una realtà ormai strutturale: la casa, anche in provincia, è tornata a essere un bene scarso. Gli strumenti in mano ai Comuni? Una legge nazionale regola già gli affitti brevi, ma i Comuni possono intervenire con una serie di misure locali. Tra le più efficaci: la mappatura degli immobili destinati ad affitti turistici; controlli sulle piattaforme per verificare la regolarità delle inserzioni; limiti al numero di giorni di locazione breve in alcune aree; Imu più alta per le seconde case a uso turistico e agevolazioni fiscali per chi affitta a canone concordato. A Bologna, ad esempio, è stata introdotta una categoria catastale specifica per gli affitti brevi, con la conseguente necessità di variare la destinazione d’uso dell’immobile: una misura che garantisce maggiore trasparenza e un’imposizione più equa. Il nuovo piano regolatore: occasione per cambiare rotta. A Porto San Giorgio è in corso l’affidamento dello studio per il nuovo piano regolatore. Un passaggio che potrebbe rappresentare un punto di svolta.
Bloccare il consumo di nuovo suolo, puntare sulla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e introdurre standard di sostenibilità abitativa sono le chiavi per costruire una città più accessibile. L’introduzione di una categoria catastale per gli affitti brevi, sul modello bolognese, potrebbe inoltre aiutare a riequilibrare il mercato e tutelare il diritto all’abitare. Una città viva tutto l’anno: il diritto all’abitare non può essere sacrificato sull’altare del turismo. Una città davvero viva non è solo quella che si riempie d’estate, ma quella che resta abitata, vissuta e curata durante tutto l’anno. Per Porto San Giorgio, come per molte località della costa marchigiana, la sfida è chiara: garantire che il mare resti una risorsa, non un confine tra chi può permettersi di vivere qui e chi deve solo passarci».


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