Clan sgominato dalla Polizia, restano in carcere i sette arrestati

FERMO - I componenti del gruppo criminale smantellato dalla Squadra Mobile, davanti al giudice si avvalgono della facoltà di non rispondere

di redazione CF

Restano in carcere i sette uomini ritenuti appartenenti a un gruppo criminale accusato di aver sequestrato e torturato un giovane spacciatore tunisino. È quanto deciso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Fermo, davanti al quale gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Il giudice ha disposto per tutti la permanenza in carcere, mentre la difesa ha presentato istanza di riesame. Gli arrestati sono quattro cittadini tunisini, un italiano e un bengalese, di età compresa tra i 18 e i 30 anni.

Secondo le indagini, condotte dalla Squadra Mobile della questura di Fermo, il gruppo avrebbe la propria base operativa a Lido Tre Archi. Il sequestro sarebbe avvenuto la scorsa settimana in un casolare della zona, dove la vittima, anch’essa tunisina, sarebbe stata picchiata e sottoposta a torture. In mano agli investigatori c’è anche un blocchetto di appunti, forse un memorandum sulla rete dello spaccio.

Gli investigatori ritengono che il giovane sia stato prelevato con la forza e costretto a salire a bordo di un’auto. Una volta intercettato il gruppo, a Lido Tre Archi, la polizia ha liberato la vittima e arrestato i presunti responsabili.

Durante l’udienza di convalida, gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Restano in libertà altri tre soggetti, anch’essi tunisini, indagati per concorso nel sequestro e nella tortura ma non raggiunti da misure cautelari.

L’inchiesta, condotta dalla Squadra Mobile di Fermo e coordinata dalla Procura, prosegue per chiarire il ruolo di ciascun indagato e accertare eventuali collegamenti con attività di spaccio di stupefacenti nella zona di Lido Tre Archi.

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