Bomprezzi rinvia la resa dei conti sul caso Mastrovincenzo: «Convocherò la direzione» Ricci: «Rimediare subito all’errore»

PD - La segretaria regionale dem prova a placare la tempesta scatenatasi dopo la scelta della commissione di garanzia di espellere dal partito l'ex presidente del consiglio, dietro cui molti hanno visto la mano della stessa: «Auspico che questa vicenda si chiuda e si risolva per il meglio, nella sede deputata»

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Chantal Bomprezzi, segretaria regionale del Pd

Cinque righe stringate per liquidare la questione Mastrovincenzo e rimandare la resa dei conti alla direzione regionale. La segretaria regionale Chantal Bomprezzi ha atteso che si placassero un minimo le acque interne al Pd prima di prendere posizione sulla scelta della commissione regionale di garanzia del partito di cacciare l’ex presidente del consiglio regionale, reo di aver corso alle regionali con la lista civica di Matteo Ricci nonostante avesse avuto il via libera dall’assemblea regionale dem.

Una scelta “tecnica”, sottolinea la segretaria regionale, ma nella quale gran parte degli esponenti di spicco del partito vedono proprio la lunga mano di Bomprezzi. «La commissione di garanzia svolge un ruolo tecnico e ne va rispettato il lavoro – sottolinea Bomprezzi – ora tocca alla politica. Pertanto, come già annunciato, convocherò la direzione regionale affinché, come auspico, questa vicenda si chiuda e si risolva per il meglio, nella sede deputata. Il Pd è una comunità inclusiva e aperta, in cui bisogna lavorare per unire e non per dividere, senza escludere nessuno, a partire dal consigliere Antonio Mastrovincenzo».

Tentativo di gettare acqua sul fuoco in un momento in cui le fiamme divampano. Mastrovincenzo, come Manuela Bora e Fabrizio Cesetti (poi “salvato” da una deroga, erano stati esclusi dalle liste dem per le regionali per la regola interna che vieta di correre per un terzo mandato. Per non dissipare il tesoretto di voti del falconarese, Matteo Ricci lo aveva accolto nella lista del presidente, con il benestare dell’assemblea regionale del Pd, e al suo interno era stato capace di drenare oltre 2mila voti, risultando largamente primo e staccando così il pass per tornare a Palazzo Leopardi, peraltro entrando a far parte del gruppo consigliare Pd. Tutto lineare fino alla doccia gelata di qualche giorno fa, con la commissione regionale di garanzia che, sollecitata sulla questione da un ricorso di alcuni iscritti, si è pronunciata espellendo Mastrovincenzo dal partito per averne violato le regole. Nonostante fosse stato il partito stesso a dargli il benestare per farlo. Gran parte dei big regionali del partito si sono schierati dalla parte di Mastrovincenzo, da Cesetti a Morani, da Sciapichetti a Carancini passando per Venerucci.

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Antonio Mastrovincenzo

«Mi sono candidato nella lista Matteo Ricci Presidente sulla base di una delibera votata, contestualmente alle liste Pd, dall’assemblea regionale, massimo organismo del partito nelle Marche – ha rimarcato Mastrovincenzo – la stessa assemblea aveva inoltre deliberato la mia permanenza, senza alcuna interruzione, nel partito e il mio immediato ingresso nel gruppo del Pd in caso di elezione. Se non ci fossero state queste condizioni non mi sarei mai candidato in un’altra lista la decisione del comitato dei garanti viola inoltre palesemente l’articolo 47, comma 3, dello statuto nazionale Pd, secondo cui avrei dovuto essere informato del procedimento avviato e poi essere ascoltato nel merito e avrebbero dovuto essermi notificati anche i termini e le modalità per un eventuale ricorso. Nulla di tutto questo è avvenuto. A questo punto potrei comunque tentare di presentare ricorso e al contempo richiedere di aderire da non iscritto al gruppo consiliare Pd. Ritengo però che la scelta più seria e coerente, da parte mia, sia attendere che l’atto illegittimo e ingiusto con cui sono stato sospeso venga messo in discussione con una presa di posizione chiara e inequivocabile degli organi del partito, a livello provinciale e regionale. In mancanza di questi atti formali, con rammarico, dovrò e saprò trarne le conseguenze».

E lo stesso candidato governatore dell’Alleanza del Cambiamento, Matteo Ricci, questa mattina ha espresso il suo pensiero sull’affaire Mastrovincenzo: «Indietro non si torna. Il Pd Marche rimedi subito all’errore surreale fatto su Mastrovincenzo. C’è bisogno di un Pd aperto e competitivo sempre».

Da dx Matteo Ricci e Antonio Mastrovincenzo

«Le polemiche interne al Pd Marche, riemerse incredibilmente in questi giorni, dimostrano, purtroppo, che non basta trovare l’unità solo per una campagna elettorale. Serve un lavoro profondo e costante per rappresentare un’opposizione seria, alternativa e credibile. Per questo, non possiamo che ripartire dal patrimonio di quest’ultima campagna elettorale: un risultato non sufficiente per vincere ma una base di partenza importante sulla quale costruire le sfide future – ha aggiunto Matteo Ricci, nella sua nota – L’unità del Pd Marche, e dell’Alleanza del Cambiamento, intorno alla mia candidatura, ci ha resi competitivi, portandoci ad una campagna elettorale partecipata e entusiasmante che ci ha anche illuso sul risultato finale – dichiara Ricci – Non si può tornare indietro ad un Pd Marche che, per anni, è stato autodistruttivo e di conseguenza irrilevante. Anche per questo il partito regionale deve riparare subito al grave errore fatto su Mastrovincenzo – aggiunge – Un errore fatto sia dal punto di vista procedurale, perché Antonio è stato nella lista del Presidente su mia richiesta, dopo l’accordo e la votazione in assemblea regionale Pd, e sia dal punto di vista politico perché noi nelle prossime settimane dovremo aprirci a energie nuove, non espellere in maniera surreale quelle che abbiamo. – prosegue – Nei prossimi giorni incontrerò i candidati delle varie liste civiche che mi hanno appoggiato e che, insieme, hanno raggiunto l’11% alle ultime regionali, per chiedere loro di continuare ad impegnarsi politicamente e magari entrare in uno dei partiti della coalizione – conclude – L’importante è non disperdere nessuna energia sprigionata. Dobbiamo guardare alle prossime elezioni amministrative e poi politiche, così come dobbiamo sostenere il lavoro dell’opposizione in consiglio regionale. Il mio impegno continuerà in questa direzione, e credo che questo sia ciò che il nostro elettorato (287 mila persone) ci chiede di fare, con serietà e buon senso. Questa settimana sarò alle assemblee provinciali Pd di Ascoli e di Macerata, oltre che ad Ancona con le liste civiche. Occorre ripartire davvero e seriamente. Non si può tornare indietro a un Pd Marche che, per anni, è stato autodistruttivo. Buon lavoro a tutti».


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