Nella seduta del Consiglio comunale di Fermo, tenutasi ieri, si è discussa la quarta variazione di bilancio di quest’anno. Una variazione che vale oltre 1 milione e 100 mila euro, che si aggiunge a tre precedenti manovre da 390 mila ad aprile, 980 mila euro a maggio, 535 mila euro in luglio. Sommando il tutto, parliamo di circa 3 milioni di euro di correzioni e rettifiche apportate in corso d’anno.
«È un dato che, al di là dei numeri, descrive con chiarezza un fatto politico: questo bilancio – la critica mossa dal capogruppo Pd, Sandro Vallasciani – è stato costruito senza una visione stabile, e viene continuamente rimaneggiato per inseguire le emergenze della gestione. L’articolo 175 del TUEL consente le variazioni, certo. Ma quando siamo alla quarta variazione in dieci mesi, è evidente che il piano finanziario iniziale non regge. La Giunta parla di “aggiustamenti tecnici”, ma qui non siamo di fronte a reiterate ricognizioni contabili. Ancora una volta si utilizza l’avanzo libero — 176 mila euro — per spese correnti, contributi affitti, arredi, piccole manutenzioni. L’avanzo, secondo l’articolo 187 del TUEL, dovrebbe finanziare investimenti o riduzione del debito, non coprire spese una tantum che si ripresenteranno l’anno prossimo. Si tratta di una pratica che tiene in piedi l’equilibrio formale del bilancio, ma non costruisce equilibrio strutturale. Nel frattempo si accende un nuovo mutuo da 400 mila euro per il Parco TAU, pur avendo ancora circa la stessa somma di avanzo libero non utilizzato. È una scelta discutibile: ci indebitiamo per opere che avremmo potuto finanziare con risorse già disponibili. La variazione prevede aumenti significativi per: utenze +183 mila €, cultura +121 mila €,
turismo +69 mila €,ma senza dettagliare nel merito quali attività o progetti richiedano questi fondi. Il fondo di riserva viene incrementato di 124 mila euro. Una scelta che, formalmente prudente, di fatto amplia la discrezionalità della Giunta nel gestire spese future fuori da un vero dibattito politico. Non possiamo accettare che le risorse comunali diventino una “cassa di compensazione” gestita in autonomia, senza confronto. Si utilizzano 100 mila euro di utili di Asite per coprire spese correnti del Comune. È legittimo, ma non strategico: ci si limita a drenare risorse da una società pubblica invece di destinarle alla riduzione dei costi dei servizi per i cittadini. Ci chiediamo: questa è una gestione sostenibile, o semplicemente un modo per fare cassa? In sintesi, questa IV variazione non nasce da un nuovo progetto o investimento per la città,
ma da una serie di aggiustamenti tecnici e finanziari che mostrano la debolezza del quadro previsionale».
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