Violenza di genere, Marziali: «Dati allarmanti nel Fermano, bene le istituzioni ma serve una rete operativa di protezione immediata»

DONNE - «Bene le misure di protezione e prevenzione attivate ma, evidentemente, c’è da fare di più, come una rete operativa di protezione immediata per le donne» sottolinea Meri Marziali, sindaca di Monterubbiano

La sindaca Meri Marziali

«La Regione Marche ha approvato nella giunta del 3 novembre scorso il “Rapporto sulla Violenza di Genere nella Regione Marche – Anno 2024”, un’analisi approfondita che, pur evidenziando una importante e significativa mobilitazione crescente nella rete regionale su un tema così sensibile, rileva una preoccupante crescita dei fenomeni di violenza nel territorio della Provincia di Fermo. E, nello specifico, il dato più allarmante emerge dalle rilevazioni fornite dalle Procure, dove il distretto di Fermo ha registrato l’incremento più significativo a livello regionale. I procedimenti penali sopraggiunti presso la Procura di Fermo nel 2024 sono stati infatti bel 276, un numero nettamente superiore rispetto ai 68 registrati nel 2023 e agli 87 del 2022 nello stesso territorio. Questo si traduce in un incremento del +305,8% rispetto all’anno precedente, con un dato che risulta più che quadruplicato». E’ quanto sottolinea la sindaca di Monterubbiano, Meri Marziali nella sua disamina dei dati.

La tipologia di reato che traina questa crescita esponenziale è quella relativa ai “Maltrattamenti contro familiari e conviventi” (art. 572 c.p.), che passano da 52 procedimenti nel 2023 a ben 164 nel 2024. In forte aumento anche gli “Atti persecutori” (stalking), con 82 procedimenti sopraggiunti nel 2024 rispetto ai 4 del 2023.

«Per fortuna, di pari passo, sul fronte delle misure di protezione e prevenzione, la provincia di Fermo mostra un’alta attività da parte delle istituzioni e dei servizi territoriali. La Questura di Fermo è infatti quella che ha emesso nel 2024 il numero più alto di atti di ammonimento per “atti di violenza domestica” (48) in tutta la Regione Marche. E il Centro Antiviolenza (Cav) del territorio, “Percorsi Donna” (Ats n. 19 Capofila di Area Vasta di Fermo), ha promosso un intenso programma di sensibilizzazione e formazione con eventi pubblici rivolti alla cittadinanza e incontri di sensibilizzazione in diverse scuole della provincia. Ed è stata anche garantita una formazione per docenti e una formazione congiunta con la Rete Territoriale Antiviolenza. C’è però bisogno di fare di più. Comprendere la violenza di genere come un fenomeno strutturale richiede l’attivazione di strumenti sia di prevenzione culturale a lungo termine, sia di una rete operativa di protezione immediata per le donne. Certamente la prevenzione deve essere considerata uno strumento essenziale per affrontare le radici della violenza, che risiedono negli stereotipi di genere e nelle dinamiche di potere. Ma l’obiettivo deve essere quello di promuovere un cambiamento culturale a livello profondo. In tal senso sono fondamentali gli interventi nelle scuole. L’Educazione all’Affettività e al Consenso devono essere promossi strutturalmente per  destrutturare gli stereotipi di genere e a stimolare la riflessione sulle differenze, suscitando un sentire comune basato sul rispetto, l’autonomia e il consenso. E, oltre alla formazione e sensibilizzazione è importante il ruolo della Rete Territoriale Antiviolenza: Protezione e Autonomia. La Rete Regionale Antiviolenza delle Marche, istituita dalla L.R. n. 32/2008 e formalizzata attraverso protocolli d’Intesa Inter-istituzionali presente anche nella Provincia di Fermo che è stata sottoscritta nel 2017 (come la DGR n. 1311/2017), rappresenta lo strumento operativo per la protezione e l’accompagnamento delle donne vittime di violenza. L’obiettivo è garantire un sistema integrato di interventi per prevenire la vittimizzazione secondaria (i danni causati dal sistema stesso alla vittima) e guidare la donna verso l’autonomia. Questo sistema integrato mira a garantire che, dal momento della richiesta di aiuto, la donna vittima sia accolta e protetta in ogni fase, dal rifugio temporaneo al raggiungimento della piena autonomia individuale e sociale. L’incremento esponenziale dei casi denunciati a Fermo evidenzia l’emergere di una quota sommersa del fenomeno e, allo stesso tempo, l’urgenza di potenziare le politiche di prevenzione e intervento. I dati del 2024 rafforzano la necessità di un impegno congiunto e strategico da parte di tutte le istituzioni della Rete Antiviolenza (Forze dell’Ordine, Istituzioni Sanitarie, Centri Antiviolenza e Servizi Sociali)».


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