
di Sandro Renzi
«Il nuovo lungomare? Così è brutto». Non hanno mezzo termini gli esponenti del Pd, gruppo consigliare e rappresentanti del direttivo riuniti in conferenza stampa, nel liquidare il progetto di riqualificazione del primo tratto di lungomare a sud della città. Lavori di fatto quasi completati, che non rispecchiano, tuttavia, l’idea a cui avevano lavorato i dem. E se il giudizio estetico su ciò che è stato fatto è principalmente soggettivo, può piacere o no, restano sul campo le valutazioni di carattere squisitamente tecnico che lasciano i dem a dir poco perplessi. Ad aprire le danze il capogruppo in consiglio, Nicola Loira. «Non abbiamo scelto a caso la location per questa conferenza stampa, siamo sul tratto di lungomare nuovo che ha mossi i suoi primi passi durante la mia Amministrazione – ha ricordato l’ex sindaco ripercorrendo lo stato dell’arte del lungomare dagli anni ’70 ad oggi- ed ora ci troviamo di fronte ad un lungomare che deve tornare a caratterizzare la città, come in passato, e rispondere alle esigenze della mobilità dolce». Fu la sua Amministrazione a dotarsi del progetto di fattibilità tecnico economica con la speranza di intercettare fondi europei. Come noto, sono stati 4 i milioni di euro assegnati a Porto San Giorgio per questa finalità.
«Abbiamo dato indicazioni precise su come doveva essere il nuovo lungomare, consapevoli che stava passando un treno che non sarebbe più ripassato, ma allo stesso tempo lasciando spazio di manovra all’Amministrazione che sarebbe subentrata dopo di noi. Quello che abbiamo oggi è sotto agli occhi di tutti». L’elenco delle cose che per il Pd non vanno è lungo. Il partito lo disconosce in toto. «I lavori non sono finiti, è vero, ma per mettere mano alle criticità bisogna rompere e riparare, a partire dalle mattonelle divelte» chiarisce Loira. Gli fa eco Catia Ciabattoni. «Avevamo chiesto di essere coinvolti come opposizione, ma non è successo. Avevamo proposto di partire dal centro e si è partiti da sud, avevamo dato suggerimenti, nulla è stato preso in considerazione. Legittima la scelta dell’Amministrazione, sia chiaro, ma chi amministra è chiamato a tutelare tutte le esigenze. L’abbattimento delle tamerici ancora grida vendetta. Che fine ha fatto il marciapiede lato ovest?».
Sulla stessa linea la consigliera Elisabetta Baldassarri. «Si potevano trovare mediazioni con la Regione rispetto ad alcuni interventi che avrebbero migliorato il progetto, ma non è stato fatto. Vogliamo parlare poi dell’assenza di riferimenti per i percorsi tattili? Della mancanza di scivoli per i pedoni? E dire che abbiamo firmato la convenzione Onu su questa aspetto». Parla di occasione storica persa anche Chiristian De Luna. «Non c’è verde, non c’è nulla di tecnologico come richiede il Pnrr. Non è un’opera coerente con i suoi principi. I lavori non si possono seguire in maniere frettolosa. Il sindaco non può avere anche la delega ai lavori pubblici. I ritardi sono dunque anche una sua responsabilità».
Dare spazio alle bici, connettere il lungomare al resto della città ma anche rendere più “movimentato” il lungomare attraverso slarghi piuttosto che cambi di colore, linee ondulate e così via. «La variante è arrivata nel 2025 e va a togliere alcuni dettagli estetici senza elaborati grafici e tecnici. L’illuminazione a terra non c’è, le panchine smart con attacco per ricariche non ci sono, assenti i percorsi tattili, non ci sono i passaggi né il marciapiede che avrebbe dovuto costeggiare il filare di piante, manca la pavimentazione davanti piazza XXV Aprile. E’ legittima questa situazione? La domanda sorge allora spontanea. Come faranno gli uffici a liquidare le spese senza appoggi documentali, senza tavole che ne descrivono le caratteristiche, il punto intervento, le dimensioni?. Il computo contiene cifre enormi in diminuzione ed in aumento, come vengono verificate senza un controllo degli elaborati?» così Giacomo Clementi che ha analizzato nel dettaglio il progetto mettendone in mostra tutte le criticità. «Betonelle disallineate e verde abbandonato. Chiusini stuccati senza continuità con la pavimentazione. E’ mancato totalmente il controllo». Presente in conferenza stampa anche Roberta Bonanno.
«Questo progetto è altra cosa rispetto a quello che avevamo pensato. Nessuno getta la croce sui progettisti sia inteso, ci riferiamo piuttosto alla messa a terra del progetto stesso che non appare coerente con le idee proposte» rimarca la Ciabattoni. «Carenze enormi rispetto a quello che l’Amministrazione ha approvato e occasione persa per la città» così chiosa Loira che preannuncia interrogazioni al sindaco. E se le risposte dovessero risultare sibilline, il Pd si prepara anche ad attivare tutti gli enti di controllo in attesa dell’ultimo passaggio procedurale, ovvero il collaudo dell’opera.


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