di Silvia Remoli
In un gremito Teatro dell’Aquila, il colpo d’occhio di ieri sera è stato quello di una spiazzante concentrazione di pubblico femminile: «È così dappertutto, però vi racconterò le storie di 3 uomini sportivi, anche per poter dar sollievo a quei pochi ma buoni maschietti che, il più delle volte, vengono in qualità di galanti accompagnatori», risponde l’attore torinese Luca Argentero.
Platea e palchetti pieni, quindi, anche se lo spettacolo si potrebbe vedere comodamente a casa propria su Prime Video, canale ‘on demand’ di Amazon: «Sono contento che la piattaforma abbia acquistato il mio show perché so che non tutti possono raggiungermi nelle tappe del tour in questi ultimi anni e, sia logisticamente che economicamente, lo streaming resta più fruibile e conciliabile con i propri impegni. Anche se, devo dire che in una location come questa, dal vivo, le emozioni che si provano sono ben diverse che davanti ad uno schermo» precisa.
Ripetendo il titolo dell’opera gli chiedo se è questa la vita che sognava da bambino: «No, assolutamente, questa mia vita è molto, ma molto di più di quella che sognavo da bambino!». E forse questa vita è anche molto di più di quella che sognava da ‘gieffìno’, ma non lo sapremo mai, perché quando gli si parla del format Mediaset di cui fu concorrente nel 2003, taglia secco il discorso. Si cambia quindi volentieri argomento. Anche se, a parere di chi scrive, non ci sarebbe nulla di male a citare l’edizione del Grande Fratello di oltre 20 anni fa, in cui Luca Argentero emerse non solo per l’aspetto fisico ma anche per l’educazione e per l’equilibrio, doti diventate sempre più rare col crescere della mediaticità e dell’eco social del più noto esperimento televisivo. Inoltre, se è vero che partecipare a una trasmissione espone al rischio di farsi definire ‘privilegiato’, ‘raccomandato’, ‘miracolato’, nella realtà Luca Argentero è uno dei pochi che non si è volatilizzato dopo qualche copertina di gossip o ospitata in salotti tv, ma anzi ha combattuto i pregiudizi con i fatti: ha recitato in più di trenta film e con registi quali Ozpetek, Risi, Comencini ed Edoardo Leo (che lo dirige anche in questo tour teatrale).
Tornando allo spettacolo in corso, in cui narra le vicende sportive e personali del ciclista Malabrocca, dell’alpinista Bonatti e dello sciatore Alberto Tomba, Argentero confida che è molto legato a quest’ultimo, con il quale è nata una sincera amicizia: «È voluto venire a vedermi dal vivo, consapevole del fatto che avrei decantato le sue imprese olimpioniche, ma anche scherzato delle sue bravate da verace e buontempone emiliano, ed anzi, si è portato con sé anche sua mamma Maria Grazia, che, nel sentire le mie parole, si è divertita molto. Poi, devo dire che lo sci è uno sport che mi riporta a quando ero bambino e che mi lega alla mia famiglia, visto che mio padre era un istruttore».
Di certo anche la maggioranza del pubblico, per ragioni di contemporaneità, ricorderà meglio ‘Tomba la Bomba’, ma anche gli altri due personaggi hanno catturato l’attenzione dei presenti. Tre storie curiose, a tratti tragiche, a tratti ironiche, tutte legate al concetto di ‘nulla è impossibile’.
Il ciclista Luigi Malabrocca detto Luisin divenne celebre non per le sue vittorie, ma per il suo ostinato e geniale restare in fondo alla classifica. Ai tempi d’oro di Coppi e Bartali, trasformò l’ultima posizione in un vero e proprio personaggio, sfruttando con intelligenza e umorismo il mito della maglia nera.
Alberto Tomba, icona sportiva che ha segnato un’epoca con la sua forza travolgente e il suo carisma fuori dal comune, è stato in grado di trasformare ogni gara in uno spettacolo e di ridefinire il rapporto tra lo sci e il grande pubblico, tanto da far interrompere il Festival di Sanremo per vederlo vincere lo slalom speciale alle Olimpiadi di Calgary nel 1988.
Walter Bonatti scrisse una pagina controversa della storia dell’alpinismo italiano legata alla conquista del K2, incarnando un esempio di coraggio, di sacrificio e di tenacia nella ricerca della verità per tutta una vita.
Oltre all’interpretazione dei tre protagonisti, però, Argentero ha offerto anche qualche assaggio di sé al pubblico, sia coinvolgendolo nel dare la buonanotte, via telefonino, ai suoi due figli (Nina Speranza di 5 anni e Noè Roberto di 2), sia chiedendogli di seguire la sua associazione benefica “1 Caffè Onlus”, che si ispira alla tradizione napoletana del caffè sospeso e ha l’obiettivo di sostenere piccole associazioni no profit italiane che lavorano in diversi settori.
E con questo ultimo messaggio solidale ha salutato (per scappare a Roma dove è oggi ospite di Mara Venier a “Domenica In”) gli oltre 800 presenti, che, molto probabilmente, continueranno a seguirlo al cinema, nel film “Una famiglia sottosopra” con Valentina Lodovini, o nelle varie serie tv in uscita (come “Avvocato Ligas” in cui indosserà la toga di un penalista nel nuovo legal drama di Sky).
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