“Gli alberi non scappano” La letteratura mette radici a Petritoli: il libro di Luca Capponi protagonista alla Bottega Vitali

PETRITOLI - Ampia partecipazione di pubblico alla Bottega Vitali per la presentazione del nuovo libro di Luca Capponi, direttore di Cronache Fermane e Cronache Picene.

Da sin. il sindaco di Petritoli, Luca Pezzani, Antonietta Vitali, Silvia Ilari e Luca Capponi

È stato Luca Capponi con il suo Gli alberi non scappano ad aprire i battenti del filone di eventi letterari che la Bottega Vitali di Petritoli proporrà ai propri clienti. La giornata di ieri, partecipata, ha dato un segnale importante: anche nei centri più piccoli c’è fame di storie, se le storie parlano alle persone. 

A portare i primi saluti è stata Antonietta Vitali, padrona di casa attenta e appassionata, che ha riportato in vita un luogo che è sempre stato un contenitore di convivialità. 

Lo scrittore e giornalista Luca Capponi insieme alla giornalista Silvia Ilari che ha moderato l’incontro di presentazione del libro “Gli alberi non scappano”

Da luogo d’incontro per degustare prelibatezze gastronomiche a bottega, con un’attenta selezione dei prodotti effettuata da Vitali in prima persona: dopo aver presentato il suo locale, la proprietaria ha passato la parola a Luca Pezzani, sindaco di Petritoli che ha portato i saluti istituzionali, ipotizzando, tra il serio e il faceto, di scrivere un libro sulla sua esperienza da amministratore. 

A quel punto, è stata la volta di Capponi, protagonista della serata: giornalista e scrittore ascolano, direttore di Cronache Picene e Cronache Fermane, ha cinque volumi editi alle spalle. A moderare la presentazione del libro, con curiosità e spessore culturale, la giornalista Silvia Ilari.

Subito si è rotto il ghiaccio con la domanda più ovvia, ma forse più importante: «Perché l’esigenza di scrivere questo quinto libro?»

Capponi ha subito spiegato che il testo nasce dall’esigenza di rallentare e ascoltare: «Viviamo in un tempo che ci chiede di correre. Ho scelto questo titolo perché un giorno ho visto delle catene intorno a un albero, come se dovessero trattenerlo. Ma gli alberi sono una delle poche cose che non scappano. Non c’è bisogno di incatenarli. Da lì lo spunto per il volume, in cui emerge la voce di chi decide di restare, dando importanza alle radici».

 

Tre le sezioni del libro, ripercorse dall’autore: I gatti vanno via, Gli uomini cadono sempre e, appunto, Gli alberi non scappano

Mentre nella prima parte lo scrittore parla del pregiudizio attraverso la metafora del gatto, a volte erroneamente tacciato di essere un animale scostante o egoista, nella seconda dà spazio alla «nostalgia, della fragilità umana esposta alle regole dell’apparenza».

La terza parte, invece, vuole sottolineare «il ruolo di primo piano della speranza, ben presente nell’ultimo brano “Titoli di coda”» in cui, parlando in prima persona, lo scrittore narra il mondo che osserva camminando in una giornata assolata. 

Scrittore o un protagonista immaginario? Su questo Capponi lascia libertà al lettore, spiegando che non sempre i suoi scritti sono autobiografici, ma spesso nascono dall’osservazione dei luoghi e delle persone che incontra. Attraverso alcune letture come il brano “Ladro di mare”, si è parlato anche del potere terapeutico della scrittura. 

La sala ha ascoltato in silenzio: quello è sempre il momento in cui il libro passa dal tavolo all’aria e si capisce se funziona. Poi le domande: il pubblico ha colto soprattutto un aspetto: non c’è una trama, non c’è un protagonista “con nome e cognome” come già detto, ma c’è un filo che tiene insieme immagini, ricordi, sensazioni. È un susseguirsi di percezioni che diventano esse stesse storia e vita, fino a far venire il dubbio che quel protagonista senza volto possa essere chiunque di noi. 


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