Salario minimo, ‘La Città che Vogliamo’: «Amministrazione e maggioranza dicono ‘no’, questa è la realtà»

FERMO - L'affondo dei consiglieri di opposizione: «Si può lavorare per meno di 9 euro l’ora? E io come amministrazione posso mettere in campo tutte le possibilità per far sì che negli appalti le imprese che lavorino per me osservino questa regola? Si o no? L’Amministrazione comunale ha detto 'no'. Questa è stata la realtà di ieri sera. Un atteggiamento che ha evidenziato la mancanza di volontà di affrontare un tema che riguarda da vicino molti lavoratori del nostro territorio»

Da dx. Nicola Pascucci, Francesco Trasatti, Manolo Bagalini e Savino Febi

«Ieri in Consiglio Comunale il gruppo Pd ha presentato una mozione per introdurre il salario minimo, proponendo di fissare una soglia minima di 9 euro lordi all’ora per i lavoratori impiegati negli appalti pubblici, come già accade in numerosi Comuni italiani (Napoli, Genova, Reggio Emilia, etc.). La richiesta includeva anche l’impegno di Sindaco e Giunta a sostenere questa misura a livello nazionale. La mozione è stata respinta con l’avvallo anche del gruppo misto FdI/FI/Lega, ma l’unica nota positiva è l’astensione di tre consiglieri di maggioranza che almeno hanno voluto dare un segno su questo tema così sentito». E’ quanto rimarcano i consiglieri del gruppo di opposizione “La Città che Vogliamo”.

«Noi, per quanto ci riguarda, continueremo a portare avanti – rimarcano i consiglieri Nicola Pascucci, Francesco Trasatti, Savino Febi e Manolo Bagalini – le istanze dei cittadini con serietà e trasparenza, convinti che il salario minimo sia una misura necessaria, anche se non sufficiente, per tutelare i lavoratori più deboli. E con il contributo dei cittadini e delle forze politiche della nostra area, continueremo a lavorare insieme per costruire la città che vogliamo».

«La discussione – la critica del gruppo di minoranza – è stata rapidamente deviata su questioni meramente formali, e ne è scaturita l’ennesima ‘lezioncina’ alla minoranza su come si presentano le mozioni, con ragionamenti da veri e propri ‘azzecca-garbugli’! Dapprima l’assessora Cerretani ha dichiarato che la proposta non sarebbe applicabile da un ente pubblico, senza tuttavia spiegare perché invece altri Comuni siano riusciti ad introdurla. Se fosse un problema di mera applicazione tecnica, magari la proposta sarebbe stata emendabile (apriti cielo!) senza doverla bocciarla in toto. Il silenzio della maggioranza è stato interrotto solo dal solito intervento show del consigliere Bargoni, tra codici applicativi, contratti collettivi, minimi tabellari e diversità sindacali, un basso tentativo di rendere difficile una scelta politica che, per altre amministrazioni, è stata invece piuttosto semplice. Si può lavorare per meno di 9 euro l’ora? E io come amministrazione posso mettere in campo tutte le possibilità per far sì che negli appalti le imprese che lavorino per me osservino questa regola? Si o no? L’Amministrazione comunale ha detto ‘no’. Questa è stata la realtà di ieri sera. Un atteggiamento che ha evidenziato la mancanza di volontà di affrontare un tema che riguarda da vicino molti lavoratori del nostro territorio. Noi abbiamo anche ricordato come nel quinquennio precedente si fosse lavorato in Consiglio Comunale per trovare spesso soluzioni condivise con le minoranze, quando venivano presentate proposte di mozioni o ordini del giorno e come oggi, invece, prevalga la chiusura. Tutto ciò a dispetto di un civismo sempre comodamente sbandierato. Se fosse davvero libero, lucido e indipendente, allora dovrebbe aprirsi con disponibilità».

 


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