
Gli sarebbe piaciuto essere salutato così, con una folla di tutte le età e di ogni provenienza, con la sosta finale davanti alla sua barberia che ha rialzato la serranda un’ultima volta e gli amici di sempre ad applaudirlo dalla terrazza. Erano in tantissimi, stamattina a Sant’Elpidio a Mare, per l’ultimo saluto a Bruno Cozzi, mancato giovedì pomeriggio a 70 anni. Parrucchiere, dirigente sportivo, padre, marito, amico di tutta una comunità che non è voluta mancare, per ringraziarlo della generosità e della simpatia con cui ha lasciato un segno.
Traboccava la Collegiata di amici e conoscenti, sindaci e amministratori presenti e passati, sportivi che hanno condiviso decenni di passione per la boxe, a partire dall’ex campione del mondo Patrizio Sumbu Kalambay, che con Cozzi era legato da un’amicizia quarantennale. In prima fila la moglie Laura, i tre figli Lara, Juri e Jula. don Enzo Nicolini, nel corso dell’omelia, ricorda «l’uomo che ha saputo unire e non giudicava mai, Bruno era di tutti e con tutti, l’amico di un’intera comunità».
Al termine della messa, commosso e commovente il ricordo dell’amico di una vita, l’ex sindaco Renzo Offidani: «Mi hai incaricato tu di fare la tua commemorazione, non avrei mai voluto che succedesse, ma lo faccio con grande onore, carissimo amico fraterno. Prima di tutto voglio ricordare l’amore enorme per la tua famiglia, per loro sei stato sempre presente e loro hanno ricambiato quell’amore, hai formato una famiglia meravigliosa e per i tuoi figli sarai sempre un grande esempio. Bruno era anche un grande lavoratore, un artigiano di qualità, un maestro che amava profondamente il suo lavoro. È stato un grande dirigente sportivo, dal nulla ha dato vita ad una società di sportiva che ha consentito a tanti giovani di frequentare la palestra e non stare per strada, alcuni sono diventati dei campioni».
C’è poi la dimensione umana e sociale di Cozzi, che lo hanno reso un protagonista della città. «L’arma di Bruno era l’ironia, un’ironia dolce, che ti indica il problema ma non ferisce, fatta da un uomo buono, gentile – ha continuato Offidani – Ci ha regalato quelle straordinarie iniziative popolari che organizzava insieme a Liberto Massimiliani, ha portato allegria a tutta la nostra comunità. La sua barberia era un luogo incantato, era più di un negozio, era un centro di aggregazione sociale, dove tutti si potevano esprimere e si discuteva di tutto. Io ti sono grato per tutto e anche per l’aiuto nella mia attività politica. Oggi Brunello, amico mio, sono venuti tutti, la città ti è riconoscente, a te non è servita nessuna carica per diventare un punto di riferimento e una personalità. Siamo a qui a riconoscertelo tutti».
Dopo un lungo applauso e l’uscita dalla chiesa, l’ultimo fuoriprogramma. Il feretro ha percorso corso Baccio a ritroso, seguito da un serpentone di gente, per fare tappa in viale Marconi, davanti a quella barberia che si fa fatica ad immaginare chiusa. La serranda si è alzata un’ultima volta: davanti, tutto il gruppo di amici affacciati dalla terrazza ai piedi del “grattacielo” per salutare il grande Cozzi.
P. Pier.
Addio a Bruno Cozzi, forbici e guantoni le passioni di una vita
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