Cesetti e Piermartiri al vetriolo contro la destra ma non mancano critiche “in casa”. Il consigliere in sede Pd ogni sabato

Il consigliere regionale sarà disponibile nella sede di partito ogni sabato dalle 9 alle 12: «Lavorare per i cittadini è mio dovere». Nel PD fermano si pensa già alle amminstrative: «Il civismo a Fermo è passato a destra». Stoccate da Cesetti e Piermartini anche alle aree DEM di Servigliano, Sant'Elpidio a Mare e Porto San'Elpidio. 

Fabrizio Cesetti (a sin.) e Luca Piermartiri

Il consigliere regionale del Pd Fabrizio Cesetti sarà disponibile nella sede del Pd di Fermo, ogni sabato dalle 9 alle 12: «Lavorare per i cittadini è mio dovere». Nel Pd fermano si pensa già alle amministrative: «Il civismo a Fermo è passato a destra». Stoccate da Cesetti e Piermartini anche alle aree Dem di Servigliano, Sant’Elpidio a Mare e Porto Sant’Elpidio. 

 

Ripartire dal territorio. È questo l’imperativo del Pd fermano, che prova a tracciare le prime linee di un nuovo corso, dopo la débâcle della coalizione di centrosinistra alle scorse regionali. 

«Noi abbiamo detto a suo tempo a Calcinaro di convocare la conferenza dei sindaci, per chiedere determinate risposte in Regione, in merito alle criticità della provincia, dal Murri alle aree interne» ha esordito Luca Piermartiri, segretario provinciale del Pd, durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina nella sede fermana del partito, in Piazzale Azzolino 18. 

«Ora che (Calcinaro, ndr) è assessore e che la destra ha scelto di delegare lui alla Sanità – incalza il segretario – avrà modo di constatare che ciò che dicevamo era esatto. Auspichiamo che questa volta le criticità vengano affrontate in maniera corretta, come non è stato durante il primo mandato di Acquaroli. Alla luce di questi fatti, insieme al consigliere regionale Fabrizio Cesetti abbiamo pensato di dare spazio al suo impegno per il Fermano, che c’è già stato negli anni, attraverso la sua presenza settimanale in sede». 

Luca Piermartiri

«Sarò qui tutti i sabati dalle 9 alle 12. Quando non sarò presente per impegni sopraggiunti, ci saranno altri, da Francesco Giacinti al segretario Piermartiri, Luca Marzoni, Dorotea Vitali, Gian Piero Minnucci. Proprio di quest’ultimo è l’idea di una presenza fissa in federazione, è stato lui a dirmi: “Fabrizio, c’è bisogno di tornare attivamente sul territorio“. Perché? Perché serve una presenza più marcata e organizzata. Stamattina un cittadino di Fermo mi ha scritto di aver trovato posto per una Tac urgente solo il 2 novembre del 2026. Interverrò per denunciare questo fatto.  Come lui, tanti altri hanno questo problema. Per fare un esempio, se lui non avesse avuto il mio numero, sarebbe potuto venire qui il sabato a parlare con me. È questo il senso: essere a disposizione dei cittadini. Come è mio dovere fare. Poi gli altri giorni sarò in Regione. La mia sarà come sempre un’opposizione ferma, intransigente ma leale e costruttiva, per creare le condizioni per tornare al governo delle Marche, ma anche delle varie realtà territoriali che andranno al voto». 

 

«A Fermo il civismo è finito»

Capitolo Fermo con il focus sul civismo. Ma non solo. Diversi infatti saranno i Comuni del Fermano prossimi alle elezioni amministrative.

«La riconquista della Regione, passa dalle amministrative. Da Santa Vittoria in Matenano, a Montottone, poi l’anno dopo sarà la volta di Monte San Pietrangeli, Porto San Giorgio. Fermo stessa nel 2026. Dobbiamo partire dal capoluogo, dove è necessario mettere in campo un progetto politico e programmatico – rimarca il consigliere – per vincere in città. Sappiamo che sarà difficilissimo, ma non impossibile. A Fermo il civismo è finito. Si è accasato nel centrodestra. Ha messo su famiglia, diciamo. Adesso si gode la luna di miele del matrimonio, poi verranno le spine della convivenza. Noi adesso lasciamo godere la luna di miele, poi ovviamente daremo una mano per le spine» ha affermato Cesetti senza giri di parole. 

 

Fabrizio Cesetti

Inevitabile la domanda su una sua candidatura a sindaco di Fermo: «Se avessimo vinto alle regionali, come abbiamo sempre dichiarato, un assessore sarebbe stato Francesco Giacinti. A quel punto la mia candidatura a sindaco ci poteva stare, il Fermano “era coperto”. Non è stato così, sono stato votato per fare l’opposizione in Regione. Resterò là e mi impegnerò, loro (gli altri tesserati ndr) mi daranno una mano, ma questo non significa che non penserò a dare una mano a Fermo se il partito me lo chiederà». In maniera informale, girano i nomi di Susy Cola, forte del risultato alla scorsa tornata elettorale, e Francesco Trasatti. Piermartiri, dice però che non ne hanno ancora discusso, né su questi nomi né su altri e Cesetti ha espresso il suo parere favorevole a «eventuali primarie». 

Il “caso Servigliano”

Per i dem esiste anche un caso Servigliano. Entrambi concordano sulla non utilità dell’entrare in liste dove il candidato fa parte della destra. Spesso questo è il caso, nei Comuni,  che si verifica con le liste civiche. 

«Non è possibile questa commistione tra destra e sinistra – ha affermato Cesetti – O che non presentiamo le liste. Dobbiamo presentare alleanze chiare. Se perdiamo eleggiamo tre, quattro consiglieri comunali e si riparte. Se ci mischiamo con la destra, che ci stiamo a fare? Faccio l’esempio di Servigliano da questo lato. Rotoni è un bravo sindaco, anche un amico, però è di destra, cammina con la destra. Non è possibile che persone nostre stiano in maggioranza con lui». 

 

«Se la segreteria provinciale dice: “Facciamo una lista di centrosinistra a Servigliano” perché continuate a sostenere un sindaco che non appartiene al nostro schieramento?»  ha affermato Piermartiri togliendosi dei sassolini dalla scarpa. «Devo continuare parlando di Sant’Elpidio a Mare e Porto Sant’Elpidio? L’elettorato di centrosinistra resta spaesato. E se deluso, non vota» ha chiosato. 

E sul Partito democratico fermano: «Sicuramente qualcosa ho cambiato, altre cose non sono riuscito, mi prendo le mie responsabilità, ma poi le stesse vanno distribuite in maniera corretta no?». 

 

Regionali: l’analisi della sconfitta

Tornando al voto di settembre, quello delle Regionali per intenderci, abbiamo interrogato i presenti su cosa abbia portato il centrosinistra a perdere la battaglia. Per Piermartiri, negli anni, il centrosinistra nazionale si è allontanato dalle battaglie tradizionali, entrando in «maggioranze strane».  Cesetti, invece, ha fatto presente come spostare le elezioni sul piano nazionale e internazionale sia stato un errore. 

«È giusto parlare di Gaza, ma questo ha portato in secondo piano altre questioni come quelle  riguardanti la sanità. La Corte dei Conti parla di liste di attesa più lunghe, è aumentata la mobilità passiva rispetto al 2020. Stamattina ero a Sant’Elpidio a Mare, dove da un anno e mezzo devono partire i lavori. E poi ancora la sicurezza, le infrastrutture…Concentrarsi su Atim e Svem non ha pagato. Sulla prima avevo posto la questione del gennaio 2024, su Svem avevo già fatto fare un’interrogazione a Manuela Bora, sapendo di essere già candidato. Serviva una conferenza stampa? Abbiamo parlato troppo degli altri e poco di noi. Si è creato uno scontro tra tifoserie politiche che, di fatto, ha rinsaldato e motivato il popolo del centrodestra». 

La chiosa di Cesetti è per Matteo Ricci: «L’avviso di garanzia ha azzoppato la sua candidatura, nonostante fosse partito come il candidato più forte e capace di unire il centrosinistra. Diversi sindaci, penso all’Ascolano, che erano indecisi, si sono poi candidati col centrodestra, mentre chi si voleva candidare con noi si è tirato indietro. Vari fatti, ripeto, hanno avvelenato la campagna elettorale e tutto il resto è passato in secondo piano». 

Silvia Ilari

 


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