“Rispetto: generare relazioni autentiche” Veglia di preghiera a Porto San Giorgio

FEDE - Dopo l’esperienza vissuta lo scorso anno, si rinnova l’invito ad una veglia di preghiera diocesana guidato dall’Arcivescovo di Fermo, S.E. Mons. Rocco Pennacchio, che si terrà lunedì 24 novembre, alle ore 21.15, presso la Parrocchia di Gesù Redentore di Porto San Giorgio.

Martedì 18 novembre 2025 ricorre la quinta Giornata Nazionale di Preghiera per le Vittime e i Sopravvissuti agli Abusi, una giornata promossa dalla Chiesa Italiana per ricordare le vittime e i sopravvissuti agli abusi e per promuovere una cultura di rispetto e tutela dei minori.

Dopo l’esperienza vissuta lo scorso anno, si rinnova l’invito ad una veglia di preghiera diocesana guidato dall’Arcivescovo di Fermo, S.E. Mons. Rocco Pennacchio, che si terrà lunedì 24 novembre, alle ore 21.15, presso la Parrocchia di Gesù Redentore di Porto San Giorgio.

«I temi della giornata – commenta Francesco De Angelis, Responsabile dell’Ufficio per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili della diocesi di Fermo – sono il rispetto e la costruzione di relazioni autentiche, che si ispirano alle parole di Gesù: «Lasciate che i piccoli vengano a me» (Mc 10,14). La Veglia – continua De Angelis – vuole essere un momento in cui riunirsi per guardare con verità e dolore la ferita degli abusi e per continuare con speranza e conversione la lotta contro ogni violenza verso i piccoli, i fragili e gli indifesi. Siamo chiamati a riconoscere la dignità di ogni persona e a costruire un amore protettivo attraverso l’esempio di Gesù che ci chiede di rispettare, accogliere e benedire le persone vulnerabili e i bambini».

«La preghiera sarà l’occasione per chiedere al Signore che – rimarcano dall’Arcidiocesi – le ferite di coloro che hanno subito abusi siano risanate dal balsamo della Sua e della nostra compassione, e che i loro cuori siano ricolmi di speranza. Tutta la comunità diocesana è invitata a partecipare per sostenere la costruzione di relazioni autentiche, ancorate al rispetto dell’altro, che è la garanzia di quel limite oltre il quale non si può mai andare. Il gesto di Gesù di abbracciare e benedire i bambini è più di una carezza; è l’invito a custodire l’incontro e a diventare protezione della fragilità».


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