Alla 27esima Conferenza Generale Icom – Consiglio Internazionale dei Musei di Dubai, l’installazione digitale made in Marche “Prima della via Flaminia. In viaggio con i guerrieri” ha vinto la categoria “Exhibition Installation” ed è stata insignita del Premio internazionale per “Inclusività e Sostenibilità” museale al F@imp 2025 – Festival delle Produzioni Audiovisive e Multimediali Museali Innovative di Avicom (Comitato Internazionale Icom per l’Audiovisivo, le Nuove Tecnologie e i Social Media).
Di tutto ciò ha parlato Andrea Agostini, presidente della Fondazione Marche Cultura – Marche Film Commission nel corso della puntata odierna di Happy Together in onda su Radio Fm1. Insieme ad Agostini, ospite anche Daisy De Nardis, coordinatrice dei musei e luoghi della cultura della fondazione.
«La Fondazione Marche Cultura non è solo cinema, ma soprattutto cultura. Tra le manifestazioni più importanti a cui abbiamo partecipato c’è proprio questa di Dubai, dove – rimarca il presidente Andrea Agostini – abbiamo ottenuto un risultato importante, che devo a tutta la struttura e a Daisy De Nardis. Siamo stati capofila di un progetto internazionale, con altre quattro nazioni. Essere noi capofila con tanti partner anche delle Marche ed ottenere un riconoscimento per un’installazione creata rendendo fruibile al mondo un piccolo museo dell’entroterra come quello di Cagli, attraverso il digitale, è stata una grande soddisfazione. Le protagoniste principali di questo progetto sono delle statuette di guerrieri che materialmente si trovano ad Ancona ma sono originarie di Cagli. Queste statuette sono state digitalizzate e dunque chiunque va a Cagli può toccarle, oltre a conoscerne la storia e fare attività».
Come è stato possibile tutto questo lo spiega la dott.ssa De Nardis: «Questa installazione fa parte del progetto europeo Next Museum, incentrato sulla valorizzazione del curatore digitale nei piccoli e medi musei, come la maggior parte di quelli marchigiani. Innanzitutto abbiamo creato un team di professionisti qualificati, costituito da un gruppo di persone dell’università Politecnica delle Marche, il direttore del museo archeologico di Cagli e quello delle Marche, oltre al direttore del museo Omero e dell’Icom. Tutte queste figure ci hanno aiutato nel percorso di creazione che ha portato a cinque giorni di formazione gratuiti per i curatori digitali marchigiani, parlando di marketing, social, valorizzazione digitale ed altro. Abbiamo creato un convegno sull’accessibilità ai musei marchigiani, abbiamo inventato un format di promozione sul territorio, andando in una ventina di musei marchigiani per osservare cosa era stato creato di digitale proprio nei musei. Si è creata una community di oltre 200 stakeholder. Come attività ultima è stato creato il progetto digitale all’interno del museo della via Flaminia. Proprio da quei luoghi provengono quelle dodici statuette di cui parlava il presidente, che ora si trovano ad Ancona, ma che possono essere viste e toccate anche a Cagli grazie a questo progetto attraverso il quale sono state create altre attività collaterali, come un tour interattivo della via Flaminia. Un’installazione accessibile a tutti, soprattutto ai bambini: tante le scolaresche che sono andate a visitarla».
Un progetto che di fatto potrebbe rivoluzionare la fruizione delle opere d’arte. «La nostra regione è piccola, ma anche da una piccola realtà possono venire belle idee, soprattutto se poi è possibile replicarle in larga scala. Il progetto ha avuto un lungo iter (due anni), nel quale è stata fatta molta formazione ai vari professionisti e numerosi studi. Il tutto è sfociato poi in questa digitalizzazione delle statuette di Cagli e nelle altre attività collaterali – afferma Agostini – tutto ciò è replicabile a scala mondiale, tanto che durante la manifestazione a Dubai, abbiamo ricevuto molti complimenti e domande da parte delle delegazioni di tutto il mondo, da quelle cinesi a quelle statunitensi. Questo mi fa capire la grandezza di ciò che abbiamo realizzato ed è la più grande soddisfazione che portiamo a casa da questa esperienza».
Tanto il lavoro dietro a questo progetto, come ricorda Daisy De Nardis: «Da questi reperti importanti abbiamo iniziato a pensare a cosa ci fosse di rilevante intorno a loro, come veicolarlo e con quali strumenti. Da queste domande siamo arrivati a pescare il gioco dell’oca dal quale abbiamo sviluppato il tutto. Siamo stati anche presi come spunto per altri progetti, trasferendo il nostro know out, e anche come caso studio da altri enti. Abbiamo fatto presentazioni e vinto altri premi come quello dell’Accessibilità 3.0 dell’Università di Macerata».
Un premio che rappresenta anche la ciliegina sulla torta nel mandato, che si sta per concludere, di Andrea Agostini alla guida della Fondazione Marche Cultura.
«Abbiamo trascorso tre anni importanti, nel quale ho cercato di far conoscere ancora di più una Fondazione che non lo era moltissimo. Ci siamo riusciti grazie al lavoro di tutto il mio team, appassionato di quello che fa, e collaborando con tutti, senza nessun tipo di distinzione – confessa il presidente – chi dovesse ereditare la Fondazione si troverebbe in mano una piccola Ferrari, se vogliamo usare paragoni automobilistici. Ovviamente se dovessi essere riconfermato dal Cda alla presidenza della Fondazione, ho già diverse idee da provare a concretizzare nel 2026».
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