Monsignor Rocco Pennacchio, arcivescovo metropolita di Fermo, e don Umberto Eleonori, parroco della parrocchia di Sant’Anatolia di Petritoli sono lieti di invitare la comunità a festeggiare domenica 7 dicembre alle ore 17 la conclusione dei lavori di restauro e risanamento conservativo della chiesa di San Prospero, da tempo chiusa al culto e non fruibile.
STORIA (estratto dalla relazione a cura del Prof. Pierluigi Vitellozzi, divulgato dall’arcidiocesi di Fermo)
Ad oggi non è stata ancora effettuata un’approfondita ricerca storica sulla Chiesa di San Prospero di Petritoli ma le notizie più antiche al momento individuate nei documenti attestano la sua esistenza nel Basso Medioevo: tra il 1290 e il 1299 vi prestò servizio il cappellano Girardino, che in quegli anni provvide a pagare le decime alla Santa Sede; in un inventario del 1450 la chiesa figura tra le cappelle dipendenti dalla pieve di Santa Maria Mater Domini (odierna San Marco di Ponzano); inoltre in una lapide ancora oggi visibile nell’edificio sacro è presente un’epigrafe medievale in caratteri gotici il cui stato conservativo pone non pochi problemi di decifrazione, ma nella quale è chiaramente leggibile la data “MCCCCXXIIII”.
Gran parte del paramento murario esterno in laterizio, con alcuni inserti di pietre, è infatti un esempio di architettura romanico-gotica: il portale di ingresso principale sulla facciata è costituito da un arco a tutto sesto decorato con rosette sormontato da un arco ogivale, al di sopra del quale sono visibili i resti di alcuni bacini ceramici dipinti disposti a forma di tre croci, datati dagli esperti tra il XIV e l’inizio del XV secolo. Lungo la facciata laterale prospiciente via Mongibove, caratterizzata da una serie di lesene, si può inoltre ammirare un altro arco a tutto sesto medioevale decorato con rosette e altri motivi geometrici, che sovrasta una piccola porta di ingresso aperta nel 1930.
In età moderna nella chiesa di San Prospero fu stabilita la sede dell’omonima parrocchia, accorpata a fine Novecento insieme alle altre del paese alla locale Pieve di Santa Anatolia.
Nel tempo l’interno dell’edificio sacro ha subito numerose modifiche strutturali e decorative, in particolare quelle effettuate tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, che gli hanno conferito l’attuale aspetto (nel restauro appena concluso è stato però necessario eliminare il soffitto incannucciato ottocentesco al fine di poter eseguire i lavori di riparazione del tetto).
Gli altari e le immagini sacre ancora oggi visibili sono stati commissionati lungo i secoli dai parroci e dai devoti, in particolare dalle locali famiglie possidenti Corradi, Vitali, Brancadoro, Palmaroli, Scarsini e Olivieri, alcune delle quali ancora ad inizio Novecento godevano del giuspatronato sulla chiesa.
LAVORI
«I lavori – si legge nel comunicato stampa dell’arcidiocesi di Fermo – di restauro e risanamento conservativo sono iniziati il 23 marzo del 2024 e si sono conclusi in questo mese di novembre. L’importo dell’intero intervento è di 436.300 euro. Il progetto è stato redatto dall’architetto Dania Cataldi che ha poi svolto l’incarico di Direttore dei lavori e dall’ingegner Emanuele Sardi. I lavori sono stati eseguiti dall’impresa Ies F.lli Mammarella di Vacri (Chieti). I lavori sono stati possibili grazie al contributo pari a 305.410 euro dall’8×1000 della Chiesa Cattolica. La firma in favore dell’8×1000 è un semplice gesto, che non costa nulla, ma che permette di sostenere concretamente numerosi progetti ed interventi, tra i quali anche il restauro di un patrimonio condiviso di arte e fede che nei secoli conserva la Storia e la Tradizione di un luogo e di un territorio. Il Comune di Petritoli ha compartecipato alla spesa con un contributo di importo complessivo pari a 110.000 euro (100.000 euro derivanti da un contributo della Regione Marche e 10.000 euro dal bilancio comunale). Si coglie l’occasione per ringraziare il Sindaco Luca Pezzani, il Senatore Guido Castelli al tempo del finanziamento, Assessore al Bilancio della Regione Marche e il Consigliere Regionale della Regione Marche Andrea Putzu per l’impegno che, per quanto di competenza, hanno speso per sostenere questo intervento. L’intervento è stato inoltre possibile anche grazie al contributo economico della Parrocchia di Sant’Anatolia che si è fatta carico dei lavori di finitura indispensabili a rendere accogliente la chiesa. Si ringraziano quanti hanno concretamente collaborato e generosamente si sono spesi per recuperare al meglio la chiesa di San Prospero».
«Il progetto – la nota a cura dell’architetto Dania Cataldi, progettista e direttore dei lavori – è stato condotto con un approccio multidisciplinare, rispettoso della storia dell’edificio e delle sue caratteristiche architettoniche. Tecnici, restauratori e specialisti hanno lavorato in sinergia per garantire un risultato che coniugasse sicurezza strutturale e tutela del patrimonio. I lavori, progettati secondo i criteri del rispetto dell’esistente, dell’utilizzo di materiali tradizionali e della reversibilità degli interventi, hanno interessato numerosi aspetti dell’edificio».
Di seguito le principali opere realizzate:
«Grazie a questo articolato intervento, la chiesa è tornata pienamente fruibile e valorizzata, con un livello di sicurezza adeguato e una rinnovata bellezza che restituisce dignità a uno dei simboli storici del territorio» concludono dall’arcidiocesi.
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