I carabinieri di Fermo celebrano la “Virgo Fidelis”. Troiani: «Faro di speranza in un mondo sempre più complesso»

FERMO - La santa messa è stata celebrata da monsignor Rocco Pennacchio, arcivescovo metropolita di Fermo. iI comandante provinciale dei Carabinieri di Fermo, colonnello Gino Domenico Troiani: «II richiamo alla fedeltà e allo spirito di servizio è un impegno concreto, una promessa che i Carabinieri rinnovano alla comunità per contribuire a rassicurare il tessuto sociale e dare forza alla speranza in un futuro migliore»

Questa mattina alle ore 10, nella cattedrale di Fermo, si è tenuta la celebrazione eucaristica in onore della patrona dell’Arma dei Carabinieri, “Maria Virgo Fidelis”, e dell’84esimo anniversario della Battaglia di Culqualber, così come la celebrazione della “Giornata dell’Orfano”.

La santa messa è stata celebrata da monsignor Rocco Pennacchio, arcivescovo metropolita di Fermo «che nella sua omelia ha commentato il Vangelo di oggi di Matteo (12,46-50), dove Gesù introduce un nuovo modo di relazionarsi, trasformando le relazioni terrene – riportano dall’Arma – in legami spirituali dove fratelli e sorelle diventano tali per lo spirito, non più per i legami di sangue. Il criterio di questa nuova famiglia è la volontà del Padre ed il Vescovo ha sottolineato come la missione dell’Arma sia proprio aderente a questo insegnamento di Cristo dove i fratelli e le sorelle sono coloro che compiono la parola di Dio. L’alto prelato ha inoltre evidenziato l’unicità del Cristianesimo -unica religione dove Dio si è fatto carne (citando il Vangelo di Giovanni) e incarnandosi uomo si è fatto partecipe delle vicende umane nella Storia del mondo, ergendosi a modello cui ispirare la propria vita».

Al termine della celebrazione ha preso poi parola il comandante provinciale dei Carabinieri di Fermo, colonnello Gino Domenico Troiani, che nel suo discorso ha evidenziato il fondamento spirituale della Virgo Fidelis per i membri dell’Arma, che trovano nella sua figura il conforto e la forza per affrontare le sfide quotidiane del servizio, spesso svolto in condizioni difficili e con grande rischio personale.  Troiani ha sottolineato come «in un mondo sempre più complesso, la Virgo Fidelis  continua a rappresentare un faro di speranza e di ispirazione, ricordando che la vera forza risiede nella fedeltà e nel servizio verso gli altri. II richiamo alla fedeltà e allo spirito di servizio è un impegno concreto, una promessa che i Carabinieri rinnovano alla comunità per contribuire a rassicurare il tessuto sociale e dare forza alla speranza in un futuro migliore».

Come di consueto erano presenti le massime cariche civili, in primis il prefetto di Fermo, Edoardo D’Alascio, il presidente della Provincia Michele Ortenzi e tutti i rappresentanti delle diverse forze armate e di Polizia, i soci dell’associazione nazionale Carabinieri delle altre associazioni d’arma ed una rappresentanza della Croce Rossa italiana. Presenti anche i famigliari dei carabinieri caduti tra i quali Mario e Maria Tegazi, con Pia Cipriani (fratello, sorella e cognata del carabiniere Graziano Tegazi deceduto nel 1969), Elisabetta Vespini e Nicola Seri (vedova e figlio del maresciallo Federico Seri deceduto nel 2003) e Laura Ricci (vedova del maresciallo Egisto Mazzolini deceduto nel 2013). La cerimonia è stata accompagnata dal canto del soprano Stefania Donzelli della Fondazione Rete Lirica delle Marche, insieme all’organista Lorenzo Roscioni.

Nell’Arma il culto alla Virgo Fidelis iniziò subito dopo l’ultimo conflitto mondiale per iniziativa di monsignor Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, ordinario militare d’Italia, e di padre Apolloni S.J., cappellano militare capo. Lo stesso Comandante Generale prese a cuore l’iniziativa e bandì un concorso artistico per un’opera che raffigurasse la Vergine, patrona dei Carabinieri. Lo scultore architetto Giuliano Leonardi rappresentò la Vergine in atteggiamento raccolto mentre, alla luce di una lampada, legge in un libro le parole profetiche dell’Apocalisse: sii fedele sino alla morte. La scelta della Madonna Virgo Fidelis come celeste patrona dell’Arma è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la patria, è caratteristica dell’Arma dei Carabinieri che ha per motto: nei secoli fedele. L’8 dicembre 1949, sua santità Pio XII accogliendo l’istanza di monsignor Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria Virgo Fidelis patrona dei Carabinieri, fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber, combattuta in Abissinia (l’attuale Etiopia) dal 6 agosto al 21 novembre 1941 fra italiani e britannici: i Carabinieri non abbandonarono le loro posizioni fino a quando furono sopraffatti. Si immolarono quasi tutti. Fu una delle ultime cruenti battaglie nell’Africa Orientale Italiana. Un episodio che non pochi hanno accostato all’impresa delle Termopili. Il grande sacrificio di sangue valse la Medaglia d’oro al Valor Militare alla Bandiera dell’Arma dei Carabinieri per il 1° Gruppo Carabinieri in Africa Orientale con la seguente motivazione: “Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa l’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore le violente aggressività di preponderanti agguerrite forze che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per ultima volta in terra di Africa, la vittoria delle nostre armi. Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa impari lotta a corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri fusi in un solo eroico blocco, simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita, perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma”.


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