Nel giorno dedicato all’eliminazione della violenza sulle donne, si rinnova anche il coraggio di Fabiana. Da Porto San Giorgio al Sudan per restituire vita, dignità e diritti: la missione di Fabiana Cinti continua. Un ritorno che sa di impegno, di crescita e di quell’umanità che solo certe terre sanno lasciare addosso.
Fabiana Cinti, ostetrica sangiorgese già protagonista di una precedente missione in Sudan, dove aveva lavorato all’interno dell’ospedale locale, affrontando carenze strutturali, emergenze quotidiane e un contesto sanitario fragile ma ricco di dignità, è tornata in quella stessa realtà con un obiettivo ancora più ambizioso.
«Ero pronta a ripartire», aveva scritto al termine della sua precedente esperienza. E così è stato. Dopo mesi di preparativi, documenti e progettazione, Fabiana è di nuovo in Sudan. Questa volta non solo per affiancare il personale del reparto maternità, ma per avviare un vero programma di formazione professionale: lezioni teoriche, simulazioni pratiche, retraining on the job e, soprattutto, un profondo scambio di conoscenze tra operatori sanitari.
Dalla missione alla cooperazione internazionale. Il progetto di cui Fabiana fa parte, insieme ai colleghi Marco, Andrea e Katia, non è più solo una missione sanitaria. È un percorso di cooperazione autentica, dove la formazione e lo scambio di competenze costruiscono ponti tra culture e sistemi sanitari diversi.
L’obiettivo è portare in quei reparti ciò che per noi è quotidianità: protocolli chiari, aggiornamento continuo, sicurezza per madri e neonati.
Un cambiamento che non vuole sostituirsi al sistema sanitario locale, ma camminare insieme ad esso.
«Non siamo solo donatori e beneficiari, ma protagonisti allo stesso livello – racconta Fabiana – Ogni passo è reciproco: noi insegniamo, ma allo stesso tempo impariamo». La missione si ispira ai principi dell’Agenda 2030, in particolare agli obiettivi dedicati alla salute, alla formazione e all’uguaglianza, elementi fondamentali per ridurre le disuguaglianze e promuovere un futuro sostenibile.
Ogni intervento, ogni lezione e ogni cura offerta contribuiscono a migliorare la vita delle donne, dei neonati e delle comunità locali. Cinque settimane intense
Tra reparti affollati, risorse limitate e ritmi serrati, Fabiana e i suoi colleghi hanno vissuto cinque settimane di lavoro intenso e continuo. Ogni giorno, tra assistenza e formazione, hanno costruito piccoli grandi passi verso un miglioramento concreto dell’assistenza materno-infantile.
«Le donne che assistiamo non sono solo pazienti: sono madri, sorelle, leader delle loro comunità – spiega Fabiana – Potenziare la loro salute significa dare forza al futuro del Paese». Il Sudan, con la sua complessità e il suo calore, sta diventando per Fabiana un luogo familiare:
«Ogni missione lascia qualcosa e porta via qualcosa. Si insegna, ma si impara altrettanto». Un rientro che non è una fine. Ora Fabiana è tornata in Italia, ma il suo legame con il Sudan è più forte che mai. «Ogni volta che partirò – afferma – porterò con me la determinazione di costruire, passo dopo passo, un futuro migliore. Insieme ai colleghi che condividono questo stesso sogno». Una storia che nasce a Porto San Giorgio e arriva fino al cuore dell’Africa. Un esempio, nella Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne, di quanto lontano possa arrivare il coraggio di una sola di esse.
Cristiano Ninonà
Da Porto San Giorgio al Sudan: la missione di Fabiana Cinti, ostetrica tra dedizione e coraggio
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