Le Marche in scena con il film “Tutto l’universo”

CINEMA - Opera prima del marchigiano Matteo Damiani radicata nella regione tra cultura, paesaggi e tradizioni locali. «È l’esordio alla regia di un giovane marchigiano che ha già una lunga esperienza su set di assoluto livello e lo fa con una storia sua che vive nella provincia di Pesaro Urbino. – ha dichiarato Andrea Agostini, presidente di Fondazione Marche Cultura Marche Film Commission  - Una trama quanto mai attuale su chi dedica un’intera vita ad accudire un genitore e poi ad un certo punto si interroga sul futuro in cerca di scoprire la sua vera identità, nascosta negli anni dietro a tante incombenze. Una storia vera, di fragilità, di tradizione e cultura tutta marchigiana»

Riflettori puntati sulle colline di Pesaro–Urbino, set a cielo aperto del nuovo film “Tutto l’universo diretto dal regista Matteo Damiani, scritto a quattro mani dallo stesso Damiani insieme a Lorenzo Bagnatori e prodotto da Movie Factory.

Un piccolo casolare di Vallefoglia con i sapori antichi e le tradizioni locali è tra le location scelte per ambientare la storia intima raccontata dal film, opera prima del regista urbinate Matteo Damiani che annovera un lungo percorso con le più grande società cinematografiche e importanti collaborazioni con grandi registi.

«I personaggi della storia nascono dalla cultura del mio territorio e portano sullo schermo un ritratto realistico di un mondo spesso nascosto. Le attrici, formate da un coach, parlano anche il dialetto della provincia perché le storie sono più forti quando affondano sulle radici locali – ha spiegato Matteo Damiani – Ho scelto di girare nei luoghi in cui sono cresciuto e con una ricerca accurata di location e casting abbiamo costruito una realtà viva e autentica in cui la protagonista affronta un emozionante viaggio per riconquistare il suo futuro. Un lavoro importante sulla mia terra per restituire fedelmente immagini, tradizioni ed atmosfere».

La protagonista del film è l’attrice Anna Bellato (Mia madreSmetto quando voglioLa valle dei sorrisi, Rocco Schiavone): «Interpreto Marta, una donna che vive con la madre e se ne prende cura con un rapporto intenso e a tratti soffocante, l’incontro con Amir segna una possibilità di rinascita. Girare nelle Marche è stata una scoperta, una terra accogliente, con paesaggi incredibilmente diversi che diventano parte viva della storia. Raccontiamo la gente di questa provincia, le tradizioni e le piccole vicende quotidiane che compongono la comunità. Sono veneta e nel film parlo anche il dialetto locale, un lavoro che mi ha permesso di entrare ancora più in profondità nel personaggio e di restituire verità e intimità alla sua voce».

Ad interpretare la parte della madre Antonia è l’attrice partenopea Dora Romano (È stata la mano di DioL’amica geniale, Imma Tataranni, Il Maestro): «Antonia è una donna di altri tempi che vive una realtà contadina ed ha un rapporto complesso con la figlia, direi quasi alla vecchia maniera, con poca affettività e apertura emotiva. Mi è piaciuto molto studiare il dialetto di questa terra, una scoperta affascinante con tante sfumature e musicalità diverse. In questa regione c’è una ricchezza paesaggistica ed artistica impressionante, non ci si stanca mai di guardare quello che c’è dietro la collina».

Majd Mastoura, attore franco-tunisino, vincitore nel 2016 dell’Orso d’argento alla 66esima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, per il miglior attore nel film Nuḥibbuka Hādī diretto da Mohamed Ben Attia, in Tutto l’universo veste i panni di Amir: «Il film racconta l’incontro fra due esistenze segnate dalla solitudineInterpreto la parte di Amir che lavora in una macelleria. È una storia profondamente inserita nella tradizione e nella cultura dei bei paesaggi marchigiani. Sono stato accolto benissimo dalla comunità locale e da sempre innamorato della cucina italiana, ho apprezzato anche ogni momento a tavola».

“Tutto l’universo” ha ottenuto il riconoscimento del Ministero della Cultura ai Selettivi per la scrittura, e ha vinto il bando contributo della Fondazione Marche Cultura Marche Film Commission Regione Marche Pr-Fesr 2021-27

«È l’esordio alla regia di un giovane marchigiano che ha già una lunga esperienza su set di assoluto livello e lo fa con una storia sua che vive nella provincia di Pesaro Urbino. – ha dichiarato Andrea Agostini, Presidente di Fondazione Marche Cultura Marche Film Commission  – Una trama quanto mai attuale su chi dedica un’intera vita ad accudire un genitore e poi ad un certo punto si interroga sul futuro in cerca di scoprire la sua vera identità, nascosta negli anni dietro a tante incombenze. Una storia vera, di fragilità, di tradizione e cultura tutta marchigiana».

 

Le riprese del film coinvolgono in particolare i comuni di Pesaro, Vallefoglia, Fermignano e Urbania, alcune scene verranno realizzate anche all’interno del Museo del Balì di Colli al Metauro e ad Ancona. Sono impiegati 14 attori di cui dieci delle Marche e circa 100 comparse locali. La troupe è composta da 20 persone, tra cui 15 marchigiani, a conferma di un progetto cinematografico che crede fortemente nella partecipazione e valorizzazione delle professionalità locali.

 

«Il progetto ci ha convinto fin da subito per la sua forza narrativa – ha detto il produttore Francesco Paolo Montini – Girare nelle Marche ci ha permesso di trovare con rapidità maestranze e professionisti di alto livello, competenze che si incontrano solo nelle grandi piazze come Roma o Milano, e di costruire sul territorio una produzione solida e partecipata. Siamo orgogliosi di questa opera prima di Matteo Damiani e della proficua collaborazione con la Marche Film Commission, confidiamo che il film possa oltrepassare i confini nazionali e trovare spazio nei principali festival internazionali».

Il film che annovera Rebecca Cervato nella produzione, Giorgio Giannoccaro alla fotografia e le musiche originali di Emanuele De Raymondi, parla di Marta che dopo aver passato una vita ad accudire l’anziana madre, ha oramai quasi 50 anni. Non è sposata e non ha figli: improvvisamente, osservando sua madre sempre più malata, si dispera all’idea di rimanere da sola per il resto della vita. Marta decide di inseguire un sogno: dimostrare di essere ancora in grado di costruirsi una famiglia.


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