Non è passato affatto inosservato martedì scorso, al termine della seduta del Consiglio Regionale delle Marche, il confronto avvenuto proprio in aula tra Andrea Putzu e Fabrizio Cesetti, con il consigliere Pd visibilmente contrariato. Lo stesso Cesetti ha avuto anche un confronto serrato con la collega di partito Micaela Vitri. I lavori dell’assemblea erano chiusi ma subito dopo si sarebbe riunito il “Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche” che avrebbe dovuto eleggere il Presidente e il vice Presidente. Il comitato va ricordato che svolge “un ruolo di supporto al Consiglio regionale esercitando il controllo sull’attuazione delle leggi e valutando gli effetti delle politiche regionali al fine di verificarne i risultati, anche nell’ottica del controllo della spesa ma oltre a questo controlla l’attuazione del programma di governo regionale e l’operato della Giunta regionale”. Traduzione: il compito di vedere che tipo di applicazione e che tipo di effetti hanno nel concreto, nel quotidiano, le leggi che vengono approvate.
Già dalla precedente legislatura l’importanza di questo comitato è cresciuta esponenzialmente ed ha assunto dunque un peso specifico alto per le scelte politiche di rappresentanza all’interno. Da alcune legislature la consuetudine è quella che a presiedere il Comitato, nella prima metà del mandato, sia la maggioranza in carica, con la vice presidenza alla minoranza; ruoli che poi si invertono a metà del mandato. Così è avvenuto nella X° Legislatura con presidente Gianluca Busilacchi (Pd), sostituto a metà del percorso da Sandro Zaffiri della Lega. Nell’XI° legislatura, quella insediata nel 2020, a presiedere la commissione nella prima parte è stata Jessica Marcozzi (Forza Italia), al suo posto poi sono arrivate Anna Casini e Manuela Bora, sempre del Pd, che si sono equamente divise la parte temporale a loro disposizione. Schema assolutamente definito e meccanismo ben oleato per l’elezione del Presidente (per il quale è previsto un gettone di 1.000 euro mensili aggiuntivi) e del vice presidente (in questo caso 500 euro previsti) che è scivolato via regolarmente nelle due legislature precedenti. Diretta conseguenza, nessun accordo trovato e decisione rimandata alle prossime riunioni del Comitato che dunque non ha la possibilità di essere perfettamente operativa. Va sottolineato che le parti, seguendo la prassi canonica, avevano trovato la quadra individuando in Andrea Assenti (Fdi) il Presidente e in Leonardo Catena (Pd) il vicepresidente, per questa prima parte della legislatura. Invece alla fine è tutto saltato.
La richiesta da parte della minoranza era di non seguire la prassi corrente e dunque di andare ad elezione di un elemento della minoranza nel ruolo di presidente, nella prima parte della legislatura come chiedeva proprio Fabrizio Cesetti, portavoce in questa situazione delle intenzioni del suo partito, ed intenzionato dunque ad entrare nella partita. Una posizione che ha bloccato la scelta già fatta dai partiti, compreso quello dello stesso Cesetti. Uno stallo creato che dovrà essere sbloccato nelle prossime settimane ma la questione è ancora molto intricata.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati