«Ex Fim, no alla demolizione della Cattedrale. La priorità è la bonifica del terreno»

PORTO SANT'ELPIDIO - Il passato, il presente e il futuro dell'area sul lungomare elpidiense secondo il Coordinamento Associazioni per l'ex Fim. Critiche bipartisan alla politica «con cui è mancata e manca comunicazione» e appello alla proprietà: «Si deve adoperare per la salvaguardia e bonifica della Cattedrale, per restituirla a usi pubblici, così infatti è scritto negli atti ufficiali ancora validi»

I rappresentanti del Coordinamento Associazioni per l’ex Fim

di Maikol Di Stefano

«Vogliamo chiarezza sull’ex Fim». E’ questo il messaggio lanciato dal coordinamento delle Associazioni per la ex Fim, stamattina nel corso di una conferenza stampa nei saloni della croce verde elpidiense, un incontro cono cui si è ripercorsa la storia oramai decennale dell’ex fabbrica a ridosso del mare. Al centro del pensiero, non solo l’operato delle vecchie amministrazioni di centrosinistra «con cui non è mai stato possibile interloquire», e l’attuale amministrazione Ciarpella, anch’essa non in linea con il pensiero del comitato. «Quanto sosteniamo è il frutto dello studio di atti ufficiali e non una mera esposizione dei nostri pensieri. La conferenza dei servizi del 16 aprile scorso ha fornito un quesito da sottoporre ad un team di esperti “terzi” riguardo alla cattedrale: da un punto di vista ambientale è stato accertato che la cosiddetta Cattedrale, sita all’interno dell’area ex Fim, è una sorgente prima d’inquinamento (…) Si chiede di valutare quali siano le tecniche, se vi sono, atte a garantire la messa in sicurezza definitiva che tuteli l’ambiente. Una dicitura di cui noi – rimarcano dal Comitato – andiamo a criticare proprio l'”accertato”, perché è un’espressione che non può corrispondere alla realtà dei fatti. Infatti i dati di laboratorio, a nostro avviso, non possono essere considerati proceduralmente validi in quanto prodotti da un laboratorio privato incaricato dalla proprietà».

Un affondo duro da parte del comitato, il quale sembra essere fortemente convinto del non bisogno di radere al suolo la cattedrale della Fim. «La copertura delle analisi effettuate ci fa dire che sono totalmente insufficienti per definire la cattedrale una sorgente primaria di inquinamento. I motivi sono molteplici, la analisi del 2023 hanno esaminato solo i primi dieci metri dell’edificio, la cattedrale però raggiunge venti metri di altezza e quindi la metà non è stata valutata. Non è stato analizzato il terzo livello, nonostante il trend calante degli inquinanti lo suggerisse. Inoltre la cattedrale copre solo il 5% della superficie totale dell’area ex Fim tanto che per noi il nodo centrale è la bonifica del terreno. Su questo possiamo dire che è stata interrotta nel 2011 e mai più ripresa, numerosi enti hanno chiesto di proseguire con la bonifica. Uno studio ha confermato che poteva proseguire senza ostacoli, ma nonostante ciò non si è più andati avanti. Quindi noi oggi ribadiamo: il problema è il terreno, non il manufatto architettonico».

Per il Comitato, poi, la vicenda è macchiata da una «mancanza di comunicazione, che oggi, avviene anche con l’amministrazione Ciarpella la quale nega ogni confronto con le associazioni interessate e riunite nel comitato. A nostro parere è oramai chiara la decisione di considerare la Cattedrale una fonte primaria d’inquinamento. Ciò porterebbe alla sua demolizione anche se ad oggi i risultati dei dati mostrano che vaste porzioni dell’edificio non presentano criticità. Il terzo livello è probabilmente privo di contaminanti. La narrazione della Cattedrale come problema principale appare forzata e si distoglie l’attenzione dal vero problema: la bonifica del terreno». Un comitato che non solo guarda a cosa è stato, ma esprime anche il suo pensiero su cosa potrebbe essere: «Ripartire, prima di tutto, e subito, con la bonifica del terreno, magari con le tecniche del biorisanamento. Riguardo alla Cattedrale, siamo convinti che essa possa essere sanata per le parti inquinate, recuperate con l’intervento dei progettisti che abbiano una visione del futuro. Chiediamo che il vincolo sulla cattedrale non sia modificato, né tantomeno eliminato. La proprietà si deve adoperare per la sua salvaguardia e bonifica per restituirla a usi pubblici, così infatti è scritto negli atti ufficiali ancora validi».


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